Invisible

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Mercoledì 29 maggio 2019

La vita per Luke sembrava fosse tornata alla normalità: tutto gli scorreva intorno velocemente come prima e lui si scrollava la polvere dei suoi problemi dalle spalle, facendo finta che questa non esistesse.

Saliva tranquillamente le scale della scuola osservato da tutti, la gente lo fissava prima di andarsene velocemente.

Solo una persona non lo aveva abbandonato alla solitudine di quei corridoi lunghi e stretti: Kate.

Questa infatti si stava avvicinando, incurante del richiamo della campanella.
Stava per chiedergli del suo viso ma pensò che non fosse una buona idea così si limitò a chiedergli "Oggi al solito posto?".

"Si" Luke annuì guardando le sue Converse nere rovinate dagli anni.

"A dopo allora." Kate appoggiò una mano sul suo braccio prima di andarsene, Luke non riusciva a capire il perchè del gesto. La osservò a lungo, la stava squadrando cercando di capire con chi avesse a che fare. Perché lui era uno così: voleva capire chi si trovava di fronte, voleva poter entrare nella mente delle persone per farle impazzire, per contaminarle. 
Era un gioco che gli piaceva fare, un gioco tossico, dal quale non riusciva a purificarsi.

Le cinque ore di lezione passarono stranamente in fretta quel giorno così Kate si avviò verso il parco.
Non era ancora riuscita a dare una risposta a Calum riguardo la festa: non era tipa da feste e alcool e questo la spingeva a declinare l'invito ma, allo stesso tempo, vedeva la festa come un modo per conoscere meglio Calum e vivere la sua vita come qualsiasi altra adolescente almeno per una serata.
Trasportata dai suoi pensieri, non si rese neanche conto di essere già davanti al solito parchetto. Questa volta fu lei ad arrivare per prima così si sedette sulla panchina di pietra accanto alle altalene cigolanti per via dell'aria che le muoveva.

Con una decina di minuti di ritardo arrivò anche Luke; camminava lentamente, come se non gli interessasse di essere in ritardo perchè, effettivamente, non gli importava davvero.

Kate lo guardava fare un tiro da un mozzicone ormai consumato prima di esclamare un "Finalmente!" quasi scocciato.

"Ho sentito che ci sarà una festa a casa di Calum questo sabato" 

"Ciao anche a te Luke" sbuffò Kate alzando gli occhi al cielo.

Luke restò in piedi di fronte a lei, il sole gli batteva sul viso illuminando gli occhi azzurri e tutte le sue ferite ormai marginate. 

"Ci andrai?" 

"Non lo so, Calum mi ha lasciato il suo numero per fargli sapere ma prima di dargli una risposta..." volevo sentire la tua opinione . Questo era ciò che avrebbe voluto dire ma sapeva che, usando queste parole, avrebbe solo gonfiato l'ego di Luke e, ne era certa, questo era già traboccante.

Luke alzò le sopracciglia incitandola a continuare la frase.

"...volevo valutare insieme a te le opzioni." Kate arrossì.

"Io ci andrei. Alcool gratis" Luke fece spallucce mangiucchiandosi le unghie prima di continuare il discorso. "In più hai l'opportunità non solo di andare ad una festa di Calum, ma anche di farti notare dal tuo amato Hood anche se di certo, vestita così, riuscirà solo a riderti in faccia." lanciò un'occhiata veloce agli indumenti di Kate. 

"Cos'hanno i miei vestiti che non vanno?" chiese Kate imbarazzata.

"Tutto. Non sei una bambola, sei una ragazza: vestiti come tale. Prendi qualcosa di sexy e aderente e fatti apprezzare da Calum." spiegò. 

Tra i due calò il silenzio per qualche interminabile minuto finchè Kate, presa dall'ansia e dalle troppe domande che scorrevano nella sua mente, decise di rompere quella straziante calma.

"Cosa ti è successo ieri? Chi ti ha picchiato?" le tremavano le mani per la paura della reazione di Luke: sapeva che quelle erano domande scottanti ma era più forte di lei.

Luke si sentì bruciare il petto al ricordo di ciò che era successo il giorno prima ma non potersi confidare con qualcuno gli faceva ancora più male così "È stato mio padre, non vado molto bene a scuola e quando è venuto a saperlo ha reagito così." emise in un sospiro liberatorio.

Kate quasi sussultò: come poteva un genitore trattare così il proprio figlio? 

"Perchè dovrebbe picchiarti? Non vai bene in qualche materia e allora?! Non si tratta così il proprio figlio!" Kate quasi urlò, come se il colpevole fosse Luke.

"Ti sbagli: non sono suo figlio, io sono invisibile ai suoi occhi."

Hey people!

Questo capitolo è leggermente più lungo rispetto agli altri e, sinceramente, non pensavo di farlo lungo così.
Di solito li faccio abbastanza corti e scorrevoli per agevolare e non appesantire la lettura ma con questo non mi sono neanche resa conto di aver scritto così tanto! Fatemi sapere cosa ne pensate!

Angel || Luke Hemmingsحيث تعيش القصص. اكتشف الآن