Capitolo 13

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Drew

Devo seriamente trovarmi qualcosa da fare.
Vorrei aiutare Ian, qualsiasi cosa stia facendo, ma dopo avergli mandato il libro non ho ricevuto sue notizie.
Piombare nello studio e intaccare lo stato di clausura in cui si è rinchiuso inclinerebbe il nostro rapporto.
Più di quanto non sia già: un disastro.
Se mi fornisse un libretto di istruzioni sarebbe tutto più semplice.

Forse occuparmi di Nicholas era solo una scusa per tenermi occupato.
Ma adesso che è proprio lì, in fondo al salone, seduto a ridere e chiacchierare, mi rendo conto che il mio lavoro è finito.

Bè, me lo merito.
Ho rimandato il dolore per troppo tempo, e adesso ho una giornata piena di momenti in cui posso pensarci.
Pensare a come mio fratello non mi veda nemmeno.
E a come io, invece, abbia iniziato a vivere veramente dopo averlo incontrato.
Mi sento in un corpo nuovo, con una testa nuova.
Non so mai perché, in che modo e se fare qualcosa.
Non so qual è il mio carattere.
Se ho una cotta per Nicholas, per la cameriera o per una persona a caso che ho incrociato in corridoio.

Potrei parlarne con Brian, ma so già cosa mi direbbe.
"Signorino Drew, io la conosco da prima che nascesse. Lei è intelligente, leale, onesto, e non le piacciono le mandorle."
Sì, ma Brian, non è questo il punto.
"Qual è il punto allora?"
Non mi riconosco in nessuno di questi aggettivi.
"Questo perché è occupato a lamentarsi e deprimersi inutilmente."
O qualcosa del genere.
Una voce reale interrompe i miei pensieri.

-Non posso credere che la pensiate in questo modo!- la ragazza si alza di scatto.
Non è facile ricordarsi di tutti loro, ma lei è piuttosto appariscente.
-Andiamo Renee, non puoi davvero perdonarlo dopo quello che ha fatto. Voleva uccidere Ian! - esclama un ragazzo che invece è rimasto seduto a terra, circondato dai suoi amici.
-Ma non è in sé, proprio per questo dovremmo farlo uscire da lì- la vedo stringere i pugni fino a conficcarsi le unghie nel palmo.
Non dovrei stare qui ad ascoltare.

-È uno di loro adesso, fattene una ragione- borbotta una ragazza dai capelli rossi.
L'atmosfera intorno a loro cambia all'improvviso, contaminata in gran parte dallo sguardo omicida di Renee.
Nessuno ha più il coraggio di aggiungere qualcosa.
Non sembrano avere dubbi su cosa sia in grado di fare.
Invece lei cambia atteggiamento, alza il mento e mette su un'aria di superiorità.
-È esilarante sentire queste parole da te, Johanna, davvero. Visto che Adam ti ha aiutato più volte a passare matematica di base.- l'altra sta per replicare, ma non è abbastanza veloce.
La somiglianza con sua madre è impressionante: quando si arrabbiano, sembrano essere state accese dalla stessa fiamma.
-E voi, eravate davvero affezionati ad Adam quando lo vedevate come l'unico modo per arrivare ad Ian-
-Renee, smettila, stai esagerando... -
-Vi sto solo ricordando quanto siete ipocriti-
Si allontana a passo svelto nella mia direzione, per niente interessata a sentire cos'altro hanno da dire.

-Ciao Drew, piaciuto lo spettacolo?- continua per la sua strada e io sono costretto a rincorrerla.
Strano che mi abbia riconosciuto, nessuno in questi giorni si è sforzato così tanto.
Cerco di reggere il suo passo, non so nemmeno dove stia andando.
Probabilmente non lo sa nemmeno lei.
-Mi dispiace, credimi, non volev-
Mi interrompe sollevando una mano per poi premerla sulle mie labbra.
Le sue dita odorano di bagnoschiuma all'arancia.
-No, sono io quella che è stata scortese, non c'è bisogno che ti scusi-
Rimango a fissarla in attesa che mi lasci spiegare, ma non succede.
-Per ora mi sento come se fossi contro il mondo- ammette, e non posso fare altro che annuire.
Letteralmente.

-Renee, Renee! - una cameriera ci raggiunge di corsa, il fiato corto per lo sforzo.
Stringe tra le braccia diversi rotoli di stoffa colorata, una pila così imponente che le impedisce di vedere dove mette i piedi.
Solo quando Renee si distrae per andarle incontro, libera la mia bocca.
-Lindsay!- la saluta come se fossero vecchie amiche.
È qui solo da una decina di giorni, mi chiedo come abbia fatto a tessere un legame così amichevole con una sconosciuta.
Eppure, io e Nicholas abbiamo condiviso dei momenti che non sono canonici in una conoscenza superficiale.
Forse il tempo non c'entra niente con queste cose.

Progetto 27|| Broken SoulWhere stories live. Discover now