Capitolo 8

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Drew

Doveva rimanere lì.
Aveva solo un compito.
Invece adesso mi ritrovo a cercare quel folle ragazzino biondo in giro.
Scendo le scale di corsa, saltando diversi gradini per la fretta.
Già lo immagino svenuto dopo aver avuto un incontro ravvicinato con un muro.
O peggio.
Potrebbe essersi fracassato la testa scontrandosi con una lampada di vetro.
Oh cazzo.
È solo colpa mia.
Controllo ogni stanza che mi capita sotto tiro, sorprendendo diverse volte coppiette in intimità.
Forse avrei dovuto bussare.
Ma non riesco a calmarmi, non può sparire così ogni volta.
La responsabilità è mia.
Avrei dovuto...

Mi blocco al centro del corridoio.
Non posso crederci.
Stringo il fascicolo ancora intatto, incredulo.
Nicholas sta camminando a braccetto con Brian.
Agita la mano libera con naturalezza, sostenendo il passo del maggiordomo senza difficoltà.
I due ridono come se fossero amici di vecchia data, parlando animatamente.
Mi avvicino a loro sempre più confuso e sconvolto.
Che cosa sta succedendo?

-Oh signorino Drew!- esclama l'uomo che più mi è stato vicino da quando sono nato, ricomponendosi in fretta senza, però, riuscire a nascondere il suo sorriso.
Ha l'aria di uno che ha combinato qualcosa.
-Cristo, Nicholas, mi hai fatto spaventare- andrei ad abbracciarlo ma lo sguardo divertito del maggiordomo blocca ogni mio muscolo.
-L'ho trovato seduto a terra da solo nel salone beige. Ho pensato che un piccolo giro lo avrebbe aiutato ad ambientarsi-
Brian sembra sicuro e calmo anche in questa situazione, sa benissimo come comportarsi.
Nicholas non dice nulla, senza dubbio è divertito, ma questa non è una novità.
Sta aspettando la mia reazione, il momento giusto per provocarmi come tanto gli piace fare.
-Immagino di sì- borbotto imbarazzato, i miei tentativi fino adesso mi hanno solo fatto apparire un idiota.
-Signorino Nicholas, la prego di scusarci se non ha ricevuto una degna accoglienza, non siamo abituati a ricevere degli ospiti con le sue esigenze-
I suoi modi sono impeccabili come sempre. Credevo di aver imparato ad imitare le sue parole eleganti, ma è da quando Ian è tornato che continuo a smentirmi.
Non mi riconosco più.
O forse sto finalmente aprendo gli occhi dopo vent'anni.
La linea tra i due punti di vista è sfuggente, non sempre chiara.
-Va tutto benissimo, non potrei trovarmi meglio- per una volta non sembra ironico.
-Ci sono un po' troppe scale, ma Drew è riuscito a trovare una soluzione- ora invece sorride come se potesse godersi la mia espressione imbarazzata.
Per un attimo ho sperato, invano, che non infierisse.
Brian mi scruta da capo a piedi, e io sento le guance colorarsi di rosso.
Gli rivolgo uno sguardo da "non ho intenzione di tornare sull'argomento" e vengo ricambiato da un gesto con l'indice che sintetizza il "non ci pensare proprio".

-Quando avrete finito la vostra conversazione muta, vorrei ricordarvi che io e Drew abbiamo un fascicolo da leggere- lo dice con tranquillità, alzando le spalle, il braccio ancora ancorato a quello del maggiordomo.
Io e Brian ci guardiamo increduli.
Nicholas sbuffa, fingendo aria di superiorità.
-Ho percepito il movimento dell'aria dovuto ai vostri gesti. E poi c'è stato un silenzio lungo diversi secondi, quindi a meno che non siate stati ad ammirare la mia bellezza, stavate parlando tra voi- sorride di nuovo, mostrando una fossetta; atteggiamento che lo fa sembrare più piccolo.
-Non era nostra intenzione offenderla- si affretta ad aggiungere l'uomo, il suo tono è colpevole.
Roteo gli occhi cosapevole che è inutile perdere tempo in formalità, con Nicholas non funziona, devi solo stare al gioco.
E soprattutto pregare di uscirne illeso, ultimamente non faccio altro che perdere.
-Non preoccuparti Brian, sta benissimo- afferro il braccio del ragazzino di scatto, prima di avere il tempo per ripensarci.
È meglio fuggire da questa situazione imbarazzante.
-Oh no, sono offesissimo! Drew, non è che puoi consolarmi in qualche modo?- si lascia trascinare via ridendo, senza opporsi, alcune volte inciampando sui suoi stessi piedi.
-Certo, come no- continuo a guidarlo per il corridoio, quasi mi viene da ridere per come cercavo di essere attento e cauto pochi giorni fa; la situazione si è trasformata completamente.
Non ho la piena sicurezza di star facendo la cosa giusta, ma almeno non mi viene in mente la malsana idea di spingerlo per le spalle per condurlo in un luogo.

Progetto 27|| Broken SoulOnde histórias criam vida. Descubra agora