Capitolo 11

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Ian

L'emicrania mi sta consumando lentamente.
Credevo che immergermi nei libri e consultare scartoffie mi avrebbe distratto, ma la mia mente trova sempre un modo per punzecchiarmi.
La verità è che l'ozio, la distrazione o in qualsiasi modo la si voglia chiamare, non è mai esistita per me.
Detenere il controllo richiede lucidità, e questo implica nessuna emozione frenante.
Invece sono tormentato da sensazioni che non voglio provare, questo mal di testa ne è la conferma.
Sono diventato il nemico di me stesso, in una guerra che non so se riuscirò a vincere.

Due colpi alla porta spezzano i miei fragili pensieri, che comunque non mi avrebbero portato da nessuna parte.
Prima davo peso ad ogni mia riflessione, adesso mi sembra di star solo vaneggiando.

Scorgo la figura di Nicholas oltrepassare la soglia, la maniglia come suo unico punto certo.
Lascio che si prenda il suo tempo per abituarsi alla nuova stanza, non mi scomodo nemmeno ad alzarmi per aiutarlo, so che non lo vorrebbe.
Tasta la libreria in legno alla sua destra, usandola per mantenere l'equilibrio.
-Se continui dritto verso la mia voce, trovi una scrivania. Più avanti, proprio di fronte, due sedie- gli spiego mentre continuo a cercare un senso in queste carte.
I dati che abbiamo sulla Base sono inconcludenti: mancano informazioni fondamentali, pezzi specifici e notizie dettagliate.
Oltre alla nostra esperienza personale non abbiamo nulla di concreto.

Nicholas mi arruffa i capelli fingendo di usarmi come base d'appoggio, in realtà la sua mano sinistra ha già saldamente afferrato il tavolo.
Gli rivolgo un'occhiataccia, anche se non può essere efficace.
-Sei venuto per testare la mia pazienza?- borbotto spingendo giù una delle tante pile di libri che mi circondano, il rumore è sufficiente per far sobbalzare il ragazzino.
-Siamo amici per questo- ribatte tornando al suo stato d'animo tranquillo.
Nick ha lo stesso effetto su di me che aveva Adam: mi è impossibile innervosirmi troppo in loro presenza.

Mi lascio andare sullo schienale della sedia mentre lo osservo farsi largo tentoni.
Segue le mie istruzioni con facilità, abituato a vedere con il palmo della mano.
-Come sei arrivato qui?- fare conversazione non era esattamente tra i miei programmi, ma l'emicrania limita le mie attività.
Tanto non avrei risolto niente in ogni caso.
-Tuo fratello mi accompagna ovunque io voglia- alza le spalle senza nascondere un sorriso.
Da quando si sono conosciuti non fanno altro che passare il tempo insieme, credo che il mio gemello abbia preso fin troppo seriamente il suo compito.
Il ragazzo che ho davanti, nonostante l'aspetto fragile e la costituzione minuta, riuscirebbe a cavarsela in qualsiasi caso, non ha bisogno di un controllo assiduo.
-Puoi per favore evitare di sfruttare l'innocente anima di Drew?- mi scappa un sospiro, temo che mio fratello non abbia ancora capito come comportarsi con Nicholas.
Non ho dubbi che si sia fatto in quattro per accontentarlo, ma non è così che funziona.
-Sei tu che mi hai mollato a lui, ti ricordo- il suo tono imperturbabile accompagna il movimento delle gambe, che in fretta si poggiano alla scrivania.
Ha ragione.
Non faccio altro che allontanare tutti in questo periodo.
Non voglio nessuno vicino perché non riesco più a fidarmi.
Sono stato fregato come un bambino, nutrendomi degli inganni di Alexa, certo che lei non mi avrebbe mai mentito.
Non posso permettermi un altro errore.

-Ian? Sto scherzando, idiota. Drew è fantastico, non riuscirei a pensare a nulla di meglio. Lo so che sei impegnato a salvare il culo a tutti, non te ne faccio una colpa- ammette, sottolineando così la sua esasperazione derivata dal fatto che non sono stato al gioco come al solito.
Pensa davvero quello che sta dicendo, non è il tipo da bugia a fin di bene.
Vorrei tanto fidarmi di te, Nick.

-Non pensavo fossi messo così male- mormora ad un tratto.
Drew deve avergli parlato del mio pessimo umore.
-Che cosa senti?-
Respira profondamente, concentrandosi come solo di rado gli ho visto fare.
Nicholas è un ottimo manipolatore, gli odori gli suggeriscono quello che io riesco ad analizzare di una persona con lo sguardo.
I dettagli che io scorgo, lui li ricava dalle sfumature delle essenze.
Il suo aspetto gracile e quasi infantile, lo aiutano ad ottenere con facilità ciò che vuole.
-La tua anima non sembra messa bene: il tuo odore non è più ammaliante, anzi, oserei dire che ha assunto una sfumatura pungente- commenta assumendo quasi un tono austero.
È preoccupato.
Il modo con cui storce le labbra è un segno evidente.

Progetto 27|| Broken SoulWhere stories live. Discover now