Capitolo 14 - Bonfire

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«Oh...si bene...okay...si certo..va bene...mhmm...ciao?» disse guardando il telefono. «Mi ha chiuso il telefono in faccia» borbottò mettendo il telefono in tasca.

Era dalla sera dell'incidente di Alex che io e lui non stavamo da soli, le sue mani non mi avevano nemmeno sfiorata, non che mi dispiacesse o forse si.

Sapevo di essere il rimpiazzo di Alesha, ne ero perfettamente al corrente, ma nonostante ciò continuavo a cascarci come una stupida.

«Melissa, Help» mi chiamò il mio migliore amico terrorizzato. Ridacchiai vendendolo in difficoltà. «Due tipe mi stanno fottutamente pedinando, nemmeno fossi il loro idolo» sbuffò frustrato sedendosi sulla poltrona.

«Sono carine?» domandò Taylor. Lo fulminai con lo sguardo. Non ne aveva mai abbastanza di vagine che gli giravano intorno.

«Sono più che carine, ma con una gamba ingessata e con dolori alle ossa non credo sia l'ora di rimorchiare» spiegò posando lo sguardo sui ragazzi che avevano appena varcato l'angolo.

«Eccoci» urlò Jessica venendoci in contro, seguita da tutti gli altri.

«Qualcuno può spiegare questa stupenda idea?» domandò ironicamente Alesha, rigirandosi una ciocca di capelli fra le dita.

«Pensavamo di fare un falò in spiaggia questa sera» cominciò Alex.

«Divideremo i soldi e prenderemo dell'alcool e qualcosa da mangiare» continuò Taylor.

«Qualcuno deve andare a comparare le cose allora» rifletté Jessica facendoci capire che lei non si sarebbe offerta per fare un giretto al supermercato.

«Oh, io non ci andrò di certo, siete stati voi ad avere l'idea ed è già bello che io vi dia i soldi per comprare qualcosa e mi raccomando, prendete qualche insalata o qualcosa con pochi grassi» sbottò Alesha guardandosi le unghie.

Alzai gli occhi al cielo. «Ci vado io» affermai. Vidi Trent aprire la bocca per parlare, ma prima che potesse dire qualcosa, Taylor lo precedette. «Ti accompagno» dichiarò fulminando con lo sguardo il fratello di Alesha.

Salutammo i ragazzi decidendo che ci saremmo incontrarti direttamente in spiaggia e ci dirigemmo verso il supermercato, non molto distante.

Non mi ero mai accorta di quanti tatuaggi avesse, sembra averne persino di più del solito.

«Quindi che dobbiamo prendere?» domandò entrando nel supermercato. Avevamo camminato per dieci minuti buoni e nessuno dei due aveva aperto bocca.

«Qualcosa da mangiare, stavo pensando ai marshmellow e altre schifezze varie e un po' di alcool. Vediamo solo di non spendere più di quello che abbiamo» spiegai afferrando un carrello e buttandoci all'interno delle patatine.

Arrivammo alla cassa con il cartello strapieno di schifezze e alcool, ansiosi che i soldi non bastassero.

«Melissa? Melissa Anderson?» domandò la ragazza dietro al bancone.

La studiai meglio e mi meravigliai di non averla riconosciuta prima. Che ci facce dietro ad una cassa, la ragazza più bella della scuola?

«Beatrice» la salutai, ma lei mi sorprese vendendomi ad abbracciare. Fece una lenta e intesa radiografia a Taylor e se in quel momento non avesse smesso, glie lo avrei fatto notare.

«Quanto tempo è passato? Tre o quattro anni?» chiese ritornando alla propria postazione.

«Tre anni e mezzo» precisai. Se ne era andata in seconda liceo.

«Sei cambiata tantissimo» mi fece notare per poi spostare lo sguardo sul ragazzo affianco a me «Sei in bella compagnia eh? Sapevo avresti rimorchiato i ragazzi più belli e più dotati» aggiunse e non potei fare a meno di chiedermi che significato avesse quel "Dotati". Lei lo conosceva? Probabilmente si, dato che frequentavamo tutti la stessa scuola, ma lo conosceva per altro?

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