¤CAPITOLO 1

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ALEXANDRA P.O.V.

Sono seduta da Starbucks, come tutte le mattine sto bevendo il mio caffè mentre osservo il via vai di persone fuori dalla vetrata. Ormai sono a New York da un paio d'anni ma non mi sono ancora abituata alla caoticità di questa città.
Mi riprendo mentalmente per essermi distratta un'altra volta e così ritorno a sfogliare il giornale alla ricerca di un lavoro decente; in questi anni ho fatto di tutto, ma non sono una persona abitudinaria e quindi dopo qualche mese mi ritrovo sempre alla ricerca di un nuovo lavoro.
Mentre sono concentrata su un articolo interessante non mi accorgo che qualcuno si è seduto di fronte a me.

"Cerchi lavoro vedo." L'uomo misterioso constata in tono serio. Alzo la testa di scatto riconoscendo la voce dell'uomo.
"Che cosa vuoi Fury?" Chiedo scocciata cercando di riconcentrarmi sul mio giornale.
"Solo un piccolo favore." Risponde l'agente con un espressione seria in volto. "Te l'ho già detto, non farò parte della tua banda di fenomeni da baraccone. Ho chiuso con quella vita." Ribatto con sdegno credendo di sapere già cosa volesse chiedermi.
"Non ti voglio negli Avengers, voglio solo che tu venga a lavorare per me allo S.H.I.E.L.D." Mi spiega Fury strappandomi il giornale dalle mani per avere la mia completa attenzione. Non mi lascia nemmeno il tempo di controbattere e continua spiegare "Ci sono delle persone che ti stanno cercando, se accetti la mia offerta ti posso proteggere e tu in cambio mi darai una mano."
"Lo sai che non posso stare qui. Non voglio rivederle, almeno non adesso." Gli ricordo spostando il mio sguardo dal suo viso alla vetrata del bar per distrarmi. "Sapevo che lo avresti detto. Infatti non lavorerai qui, andrai in una base in Europa, a Berlino, lì ho una squadra in gamba gli darai una mano e mi riferirai tutto." Mi rassicura in tono quasi paterno capendo alla perfezione la ragione per il quale non voglio lavorare con la sua famosa squadra di super eroi.

Non nego che la proposta sia allettante. Tutto sommato mi è mancato lavorare sul campo, partecipare ad un po' di azione nell'ultimo periodo. La vita da pendolare o turista in visita non fa proprio per me.

"Allora Romanoff?" Fury incalza guardandosi attorno con circospezione. Ha fretta, lo capisco dal duo linguaggio del corpo. Vuole finire la conversazione al più presto per non destare sospetti.
Sinceramente lo capisco, anche io preferisco non sostare troppo a lungo nello stesso posto quindi mi affretto ad accettare l'offerta "Quando si parte?"

TIME SKIP

Sono appena atterrata alla base di Berlino, vado in cabina di pilotaggio per salutare Maria "Alla prossima Hill, grazie, per il passaggio." Le do una pacca sulla spalla mentre lei si gira per salutarmi a sua volta con il suo sorriso riservato a pochi "Ci si vede Romanoff!"

Detto questo scendo dall'aereo e mi ritrovo davanti a un uomo sulla trentina, capelli e occhi neri, fisicato e... beh che dire... un figo pazzesco!
"Agente Romanoff?" Chiede il ragazzo tenendomi la mano "In carne ed ossa." Rispondo sarcastica per poi aggiungere "Lei è?", "Agente Grant Ward, ma puoi chiamarmi semplicemente Ward." Risponde il palestrato in tono flirtante mentre sfodera il suo sorriso migliore. Ugh gli uomini! Tutti uguali.
"Si fantastico, dove si va?" Rispondo abbastanza scocciata sistemandomi il mio borsone sulla spalla.
"Coulson le vuole parlare signorina Romanoff." Mi comunica Ward mentre comincia a farmi strada verso l'ingresso della base, "Mi puoi chiamare Alexandra, non mordo, di solito."

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