Capitolo 8 - I remember

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«Cosa avrei dovuto dirti?» domandai non capendo a cosa si riferisse, anche se probabilmente lo sapevo.

«Tu cazzo!» mi indicò con und dito. Era furioso. «Sei stata tu a venire a letto con me l'altra sera! E non dire di nuovo di no perché ricordo tutto, cazzo!» continuò sempre a tono di voce più alto mentre io continuavo ad assomigliare sempre più ad un cadavere.

«Cosa ti ricordi?» chiesi riacquistando la capacità di parlare. Temevo di aver dimenticato come si facesse.

«Che abbiamo scopato, il gioco della bottiglia e le altre ragazze» rispose, ma non mi interessava quello.

«No, non quello. Cosa ti ricordi di quando lo abbiamo fatto?» riformulai.

«Che io sono entrato dentro di te e che...» Lo fermai prima che potesse continuare, tirando un sospiro di sollievo e riacquistando il mio colorito normale.

«Non voglio i particolari, so cosa è successo» ribattei scuotendo la testa cosicché i ricordi non si impossessassero dei miei pensieri.

«Lo hai detto a qualcuno?» domandò accomodandosi vicino a me.

«No, a nessuno»

Sembrò tirare un sospiro di sollievo, ma non ne potevo essere certa. «Ho una cosa da proporti» parlò girandosi vero di me e guardandomi malizioso. «Nessuno verrà al corrente di quello che è successo a condizione che tu venga a letto con me» spiegò come se niente fosse.

Sbarrai gli occhi inorridita da quello che aveva appena detto. Sapevo avesse una sorta di dipendenza dal sesso, ma non averi mai e poi mai pensato potesse rivolgersi a me per una cosa del genere. «Una sorta di scopamici, in pratica il nostro rapporto sarebbe basato solo sul sesso, niente sentimenti e cazzate varie» aggiunse. Sgranai maggiormente gli occhi e cominciai a tossire quasi sul punto di soffocare con la mia stessa saliva.

«Tu sei pazzo» proferii guardandolo quasi schifata. Che diavolo di problemi aveva?

«Se accetti, quello che è successo rimarrà dentro queste mura, nel caso non accettassi, gran parte della scuola ne verrà a conoscenza» dichiarò tranquillamente.

«Tu sei pazzo» ripetei.

«Non è questa la riposta che voglio e poi lo hai già detto»

Che possibilità avevo?

O la scuola ne sarebbe venuta al corrente oppure avrei dovuto accettare quel 'patto' se così poteva essere definito.

«Okay» sussurrai senza nemmeno rendermene conto. Taylor sgranò gli occhi alla mia risposta, probabilmente più stupito di me.

«Cosa?»

«Hai sentito» borbottai alterandomi.

«No, ripeti quello che hai detto»

«Ho detto okay! Accetto questo stupido accordo!»sbottai alzandomi e dirigendomi in camera.

Mi cambiai velocemente indossando un paio di leggins ed una felpa. Dovevo scaricare il nervoso in qualche modo e molto probabilmente quel giorno la palestra dietro casa sarebbe stata utile.

Attaccai il telefono allo stereo e misi la musica al massimo incominciando a correre per poi dedicarmi al vero e proprio allentamento. Non ero abbastanza concentrata da riuscire a fare gli esercizi giusti, così caddi per la millesima volta sul materassino, imprecando.

Mi misi seduta e sbuffai rumorosamente, era inutile continuare, avrei finito solo per farmi del male.

Svogliatamente rientrai in casa dove trovai Taylor sdraiato sul divano a guardare la televisione.

Just BrothersWhere stories live. Discover now