capitolo 01

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《Dovresti iniziare a guardarti intorno, sai? Hai 18 anni, sei una bella ragazza. Dovresti cercarti un ragazzo! Non vorrai mica passare tutta la tua vita così?》

Alzai gli occhi per incontrare quelli seri di mia madre e sospirai.

《Mentirei se ti dicessi che non me ne importa nulla. Ma credo di non essere fatta per delle relazioni. Insomma guardarmi, odio socializzare, odio scambiare parole con qualcuno per più  di tre minuti poiché nessuno ha mai suscitato davvero il mio interesse. E onestamente sto molto meglio sola》

Vidi mia madre scuotere la testa in disapprovazione

《Dovresti imparare ad ascoltare gli altri. Ognuno ha la propria storia da raccontare, ognuno è interessante a modo suo. Impara ad aprirti, e non giudicare subito chiunque tenti di socializzare con te.》

Sbuffai per poi alzarmi dal tavolo.

《Ci proverò ma non ti prometto nulla.》

Presi la mia borsa di scuola e uscì di casa. Mia madre aveva ragione, avrei dovuto  imparare davvero a comunicare. Poche persone ci erano  riuscite ad entrare a far parte della mia vita. Non ero totalmente sola, avevo un migliore amico e un'amica su cui poter contare. Non avevo mai sentito davvero la necessità di avere un ragazzo al mio fianco. Credevo sarebbe stata una perdita di tempo. Non avevo nulla da dare, nulla da offrire. Non avevo mai eccelso negli studi men che  meno negli sport, me la cavavo a modo mio, giusto per superare tutti gli anni scolastici e non rimanere indietro. 

Non ero poi questa gran bellezza come mi definiva mia madre o i miei due amici. Autostima sotto i piedi da che io avevo memoria. Non avevo nulla da raccontare, se qualcuno mi avesse fatto delle domande sulla mia vita avrei semplicemente scrollato le spalle. Dopotutto uscivo poco, frequentavo poche persone, non amavo i luoghi affollati. Passavo facilmente inosservata. Una cosa che avevo sempre apprezzato di me stessa? L'essere facilmente ignorata. Non avevo alcun segno particolare, non  vestivo in maniera appariscente. Una ragazza come tante altre, come una foglia secca che cade in un sentiero in mezzo ad altre foglie secche, in autunno. 

Chi avrebbe mai potuto notare una ragazza come me? In realtà non ci davo tanto peso. Non mi importava, ed ero convinta di questo. Avevo altro a cui pensare. Un sogno ricorrente. Ogni notte lo stesso sogno, cambiavano giusto alcuni scenari. Un angelo dalle ali enormi e nere veniva a strapparmi via l'anima con un bacio. Era indolore e straziante al tempo stesso. Non capivo il perché di questo sogno,  non aveva il men che minimo senso. Nonostante mi strappasse via l'anima continuavo a respirare e tentavo comunque di scorgere almeno qualche dettaglio del suo volto con scarsi risultati. Non mi era concesso guardarlo. Ricordavo solo la sensazione delle sue mani, calde come le fiamme dell'inferno, premute sul mio viso una volta allontanato dal suo bacio, all'apparenza, mortale.

Avevo paura, paura di riaddormentarmi e rifare lo stesso sogno. Stava diventando opprimente. La curiosità che avevo all'inizio era sparita lasciando spazio all'ansia.
Non potevo farci nulla, non avevo il coraggio di farne parola con nessuno, appariva come un qualcosa da tenere segreto.  Troppo intima per essere raccontata. Ad ogni modo ero fermamente convinta che nessuno mi avrebbe realmente capita. E apparire pure strana, a gli occhi degli altri, non era nei miei piani.

Terminate le ore di scuola avevo deciso di tornare direttamente a casa,  declinando l'invito dei miei due amici per passare la serata con loro. Non avevo poi tanta voglia di passare una giornata al centro commerciale e la probabilità che un grosso temporale prendesse il sopravvento era piuttosto alta. Il cielo era totalmente grigio, il vento aumentava man mano. La scuola non era poi così vicina a casa mia nonostante facessi la strada a piedi. Mi era venuto spontaneo correre nonostante il vento colpisse violentemente il mio viso.

Continuavo a correre non capendo  dove stessi realmente andando. Mi... ero persa? Impossibile, quella strada la percorrevo ormai da anni. Eppure non mi era famigliare. Decisi di fermarmi e di guardarmi intorno. La vista offuscata a causa del vento non mi aiutava ad orientarmi, e come se non bastasse aveva inziato a piovere.

Scorsi in lontananza un piccolo edificio grazioso. Senza accettarmi realmente di cosa si trattasse entrai per cercare riparo. Capì fosse una caffetteria. Mi passai le mani negli occhi e decisi di sedermi ad un tavolo.
Ordinai un thè. Mi fermai in quel posto almeno fino a quando la pioggia si sarebbe calmata.
C'erano poche persone, era un posto davvero molto silenzioso. Quasi avevo paura di fare rumore col cucchiano per non disfare l'atmosfera.

Trascorsa circa un'ora, il sole aveva fatto cupolino tra le nuvole. Pagai e mi diressi a passo spedito fuori da quel posto. Capì finalmente dove realmente mi trovavo, avevo svoltato  sinistra piuttosto che andare dritta sbagliando ovviamente strada. Mi ero comunque ripromessa che sarei tornata altre volte in quella caffetteria, solo io, il silenzio e una buona tazza di thè tra le mani.

The Angel Of Death - Na JaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora