Bugiardo

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-"Min Yoongi. E' un membro dei BTS"-.

Lo disse con una tale naturalezza da farmi credere anche solo per un attimo di essere un'ignorante. Dal punto di vista di Azzurra, del resto, era proprio così: come potevo non sapere niente dei Bangtan Sonyeondan e del loro strepitoso successo mondiale?

Ripetei il suo nome in un sussurro, temendo che il suono della mia voce incrinata potesse evocarlo da un momento all'altro. Azzurra annuì distratta; i suoi occhi vispi erano concentrati sullo schermo del cellulare. Il pollice destro scorreva la timeline di Twitter a una velocità sconcertante. Fece schioccare la lingua e scosse la testa, posando il cellulare sul tavolo e alzando gli occhi al cielo.

-"Fidanzato"- sputò. -"Sì, come no"-.

Doveva trattarsi di un'assurda e inquietante coincidenza. Non potevo credere che il mio Yoongi, il riservato ragazzo coreano che avevo ospitato per una settimana, fosse un idol di successo. Deglutii a vuoto più volte, facendo muro nei confronti delle chiacchiere senza senso di Azzurra. Non riuscivo a guardarla negli occhi; avevo paura che il mio sguardo potesse tradire il mio profondo turbamento. Fortunatamente per me, Azzurra veniva spesso colta da forti picchi di egocentrismo caratterizzati dall'assoluta monopolizzazione delle conversazioni e dalla totale attenzione rivolta ai propri discorsi.

"Una coincidenza, un caso", continuavo a ripetermi.

Esisteva un solo modo per diradare definitivamente la dubbiosa nube che volteggiava cupa sopra la mia testa. Sfiorai con mani tremanti i miei orecchini argentati, cercando in un paio di stupidi oggetti ornamentali di freddo metallo un qualche tipo di supporto.

"Forza, chiediglielo!", mi spronai alzando gli occhi e guardando Azzurra.

La mia gola secca protestava silenziosamente; non voleva che parlassi. Azzurra, terminato il soliloquio, mi lanciò una breve occhiata prima di tornare a studiare, ma vedendo la mia brutta cera tornò a soffermarsi su di me, squadrando il mio viso con occhio critico.

-"Ti senti bene?"-.

-"...Alla grande"- gracchiai. -"Ho solo sete"-.

Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai al frigorifero con passi rigidi e meccanici. Il bicchiere d'acqua fresca riuscì a donarmi sollievo solo per pochi secondi. Lo posai sul ripiano della cucina con troppa forza, producendo un rumore secco che infastidì Azzurra.

-"Sei in astinenza?"- mi chiese voltandosi verso di me e corrugando la fronte.

-"Oh, sì"- annuii mentendo. Se in quel momento avessi fumato una sigaretta, oltre a infrangere una preziosa promessa avrei vomitato il cenone di Natale di due anni prima.

-"Smettere di botto non è mai una buona idea"- disse con pietà. -"Ne vuoi una?"-.

-"No, maledetta tentatrice"- mi sforzai di sorridere.

Bevvi un altro bicchiere nel vano tentativo di affogare il nervosismo nell'acqua. Guardai la schiena di Azzurra e strizzai le palpebre. Dire che stavo male era riduttivo.

"Via il dente, via il dolore".

-"Azzu, mi faresti... Mi faresti vedere una foto di... Yoongi?"-.

Le spalle della mia amica si irrigidirono. Se Azzura fosse stata un gatto, in quel momento avrebbe avuto i peli della schiena ritti come stuzzicadenti. Il suo capo si girò di scatto e venni colpita in pieno da un'occhiata brillante e quasi assatanata. Istintivamente premetti la schiena contro il frigo. Ero ben conscia di aver risvegliato una bestia fanatica, ma quello era il prezzo da pagare per scoprire una volta per tutte la verità.

-"Non sai da quanto stavo aspettando questo momento"- sussurrò con gli occhi lucidi. Afferrò al volo il cellulare e aprì la galleria. Scattò in piedi, affiancandomi alla velocità della luce. -"Ti faccio vedere una delle mie foto preferite"- trillò gongolando.

Avevo alzato un poco il mento e volto gli occhi dall'altra parte. La possibilità di vedere una foto di Min Yoongi sul telefono di Azzurra mi terrorizzava; mi torceva le viscere e mi faceva desiderare sparire all'istante.

-"Eccolo qui!"-.

Chiusi gli occhi e inspirai a pieni polmoni. I battiti impauriti del mio cuore mi rimbombavano nelle orecchie come tsuzumi.

"Una coincidenza, un caso", mi dissi un'ultima volta prima di aprire lentamente gli occhi.

Dovetti ricorrere a tutta la forza di cui ero dotata per non scivolare a terra. Sigillai le labbra e mi impedii di parlare; l'imprecazione era lì, irrequieta sulla mia lingua come un corridore ai blocchi di partenza. Avvertii un forte calo di pressione e fui certa di essere diventata dello stesso colore delle mattonelle del bagno.

La stessa foto che Yoongi mi aveva mostrato sul treno per Lucca occupava lo schermo del cellulare di Azzurra.

-"Una delle ere più belle"- commentò con sguardo sognante. -"Non trovi che i capelli di questo colore gli stiano benissimo?"-.

Annuii perché era l'unica cosa che in quel momento ero in grado di fare. Pietrificata e incapace di parlare, fissai l'immagine. Mi portai una mano alla testa e scoppiai a ridere.

-"Che cretina...!"- mormorai.

Avrei dovuto dare ascolto alla sensazione che si era palesata quando Yoongi mi aveva mostrato la sua foto. Ricordai come mi fosse venuto il dubbio che lo scatto fosse troppo professionale per trattarsi di una foto privata; ovviamente doveva trattarsi di qualcosa di più. Ecco spiegato il motivo: Min Yoongi, il mio timido Yoongi, era una celebrità.

-"Che succede?"- sentii domandare da Azzurra.

-"Niente, mi sono solo ricordata di avere un impegno"- dissi sbrigativa. -"Mi dispiace tantissimo ma dovresti... andare"-.

Azzurra guardò spaesata i propri libri sul tavolo. Mi chiese se stessi bene e se andasse tutto bene. La rassicurai inventando una miriade di scuse che parve bersi tutte d'un fiato.

-"Lo sai che io ci sono sempre, vero?"- disse sulla soglia con lo zaino in spalla.

-"Sì, lo so"- le sorrisi.

Quando Azzurra se ne andò crollai sul divano-letto. Posai i gomiti sulle ginocchia e mi afferrai la testa con entrambe le mani, intrecciando le dita ai capelli tinti. Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi; non mi opposi.

Yoongi aveva cancellato ogni traccia della propria esistenza dal mio cellulare non perché gli stessi antipatica o perché mi trovasse fastidiosa, ma per proteggere la sua identità. Aveva scelto di abbracciare la vita da persona famosa, accettando ogni suo pro e contro. Adesso la sua quasi agorafobia e la sua ansia da prestazione avevano senso: temeva di essere riconosciuto da qualche fan ed era spaventato a morte dal suo calo di produttività. Da quello che Azzurra mi aveva detto, oltretutto, un idol paparazzato insieme a una ragazza costituiva un enorme scandalo.

Perché non mi aveva detto la verità? Avrei potuto aiutarlo, metterlo a proprio agio, studiare luoghi e itinerari poco frequentati...

Compresi all'improvviso.

Yoongi desiderava essere trattato come un ragazzo qualsiasi, come una persona normale.

-"Sei un cazzo di bugiardo"- singhiozzai accarezzandomi gli orecchini.

Guardami come se fossi Dante Alighieri [Min Yoongi]Where stories live. Discover now