Giovedì - Rapimento (S)

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Quando Suga mise piede in cucina si sorprese nel constatare che Delia non fosse lì. Si era abituato a svegliarsi con l'odore del caffè misto a un leggero sentore di fumo. Sapeva che Delia era solita preparare la caffettiera, metterla sul fornello e, nell'attesa, fumare una sigaretta sul terrazzo.

Eppure, quella mattina, la caffettiera non era sul fornello e Delia, contro ogni aspettativa, non era dove avrebbe dovuto essere.

Suga si grattò la nuca, arricciando il naso e stringendo le labbra. Che si fosse svegliato troppo presto? Tornò in salotto a prendere il cellulare lasciato sul comodino e controllò l'ora: erano quasi le dieci. Si infilò il dispositivo nella tasca dei pantaloncini e si sedette sul divano-letto, indeciso sul da farsi. Da un lato la sua accidia lo stava chiamando, seducendolo come il suono di un dolce flauto e suggerendogli di rimettersi a dormire; dall'altro, invece, una strana vocina coscienziosa stava insistentemente bussando e stava facendo di tutto per farsi notare.

"Lei ti ha sempre preparato la colazione!", gli fece notare.

Suga guardò la porta della camera di Delia, chiusa forse a chiave. Vero, da giorni quella ragazza, tutte le mattine, si adoperava per fargli trovare pronta la colazione.

"Be', è il suo lavoro", pensò con una strafottente alzata di spalle.

"Eh no", ribatté prontamente la vocina di prima. "Questa casa non è un Bed&Breakfast!".

Era vero, la vocina sentenziosa aveva ragione. Delia non era obbligata da nessun vincolo o contratto a preparargli la colazione, tanto meno a fargli da guida, a occuparsi di tutti i pasti, a...

"...Preoccuparsi di me".

Suga posò i gomiti sulle ginocchia e si guardò le mani. Si rese conto che,contrariamente a Delia, lui, in tre giorni, non aveva mai fatto niente per la sua temporanea coinquilina. La ragazza dai capelli rossi si era fatta in quattro per aiutarlo; era persino andata a cercarlo quando si era perso come uno scemo per Pisa! Era stata ad ascoltarlo il pomeriggio precedente, gli aveva offerto conforto e supporto, e lui... Lui, spaventato dalla barriera linguistica e culturale, l'aveva freddamente respinta.

"Devo ringraziarla", decise alzandosi in piedi.

Sapeva cosa doveva fare: semplicemente ripagarla con la stessa moneta (positivamente parlando).

Entrò in cucina e alzò lo sguardo verso le credenze. La caffettiera doveva essere lì da qualche parte. Aprì una serie di sportelli finché non trovò la moka.

Smontata.

"Non credo serva un ingegnere per fare il caffè", pensò iniziando ad armeggiare coi vari pezzi.

Prese in mano la caldaia e il serbatoio, guardando prima l'uno e poi l'altro. Non aveva la più pallida idea di dove andasse messa la polvere di caffè. Su Internet avrebbe trovato qualche tutorial?

"Non posso essere io l'unico scemo", si disse aprendo l'app di YouTube dal telefono.

Appoggiò il cellulare sul tavolo della cucina e, dopo aver radunato tutti i pezzi della moka, premette play. Osservò il video con attenzione e, al suo termine, si rese conto di avere appena trascorso i due minuti più illuminanti della sua vita. Guardò la moka smontata e si domandò per quale motivo non ne avessero una a casa loro.

"Perché Namjoon non ne ha comprata una quando è andato in Italia?".

Seguendo le istruzioni del tutorial, Suga mise l'acqua nella caldaia, appena sotto alla valvola; riempì il serbatoio del caffè e lo incastrò sopra la caldaia; prese il bricco e lo avvitò sul serbatoio. A lavoro ultimato, osservò soddisfatto la moka assemblata, con lo stesso orgoglio con cui Jungkook guarda i suoi G.C.F. a fine montaggio. Si compiacque molto del successo della sua impresa e, senza ulteriori indugi, si apprestò ad accendere il fornello. Mise la caffettiera sopra al fornello e, impettito e soddisfatto, scattò una foto.

-"Così vedranno che non ho passato tutta la vacanza a non fare un cazzo"- mormorò sghignazzando. La inviò nella chat di gruppo che aveva con gli altri membri dei BTS e attese che qualcuno visualizzasse e rispondesse.

La prime risposte arrivarono dopo pochissimi secondi.


- Hobie: Caffè italiano? Che invidia!

- Nam: Spero tu abbia anche un cornetto!


Suga lesse il messaggio di Namjoon e aggrottò le sopracciglia. Un cornetto? Cos'era? Digitò la domanda.


- Nam: La base della colazione italiana!


-"Grazie al cazzo, ma cos'è? Che forma ha?"- borbottò Suga cercando su Internet delle immagini di questo famoso "cornetto". -"Ah, è questo..."- mormorò.

Delia non gliene aveva mai fatto trovare uno per colazione; gli aveva sempre proposto biscotti, fette biscottate e cereali.

"Forse non le piacciono".

Nella chat di gruppo Namjoon stava insistendo. Voleva a tutti i costi che Suga andasse a comprarne uno.


- Nam: Li trovi in qualunque bar, ce ne sono un sacco!


Probabilmente Namjoon aveva ragione. Se stava insistendo così tanto, una ragione doveva esserci. Guardò l'ora, la caffettiera e la porta della cucina. Sarebbe riuscito a vestirsi, uscire, comprare 'sti benedetti cornetti e rientrare prima che Delia si svegliasse?

"Tentar non nuoce", si disse.

Iniziò a scrivere un messaggio di ringraziamento per Namjoon ma lo lasciò a metà, reputandolo, per il momento, una perdita di tempo. Uscì dalla cucina, aprì l'armadio di tessuto e si infilò la prima maglietta che trovò a portata di mano. Si ricordò di un bar vicino casa, appena svoltato l'angolo, lì all'incrocio con Borgo Largo; non così lontano da costringerlo a vestirsi di tutto punto e impeccabilmente, com'era solito fare. Si infilò un paio di jeans neri, indossò le scarpe rapidamente, senza allacciarsi le stringhe, e afferrò portafoglio e mascherina. Prese le chiavi di casa e uscì di corsa, pregando con tutto se stesso che Delia non si svegliasse.

Mentre scendeva le scale e usciva in strada si ritrovò a sorridere come un ebete: quella storia della piccola sorpresa per Delia lo stava elettrizzando.

Guardami come se fossi Dante Alighieri [Min Yoongi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora