Prologo

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Quando sei una studentessa universitaria sull'orlo di una crisi di nervi e rimasta quasi al verde, sei disposta a tutto pur di salvarti quello che viene volgarmente chiamato "culo".


Finito il liceo e concluso l'Esame di Maturità, la bellezza di ormai tre anni fa, durante un caldissimo giorno di luglio, i miei genitori decisero di dare inizio a un "esperimento sociale": mi cacciarono di casa e mi mandarono ad abitare in un piccolo appartamento che un parente di mia madre ci aveva lasciato, sola e completamente allo sbaraglio.

-"Devi imparare a vivere"- mi dissero con la stessa delicatezza di uno spartano pronto a gettare dalla rupe un infante.

Avrebbero provveduto alla retta universitaria, quella sì, ma fin da subito furono chiari: vitto e bollette sarebbero state a mio carico dopo il quarto mese di università. Arrivato ottobre, mi sono così vista costretta a correre ai ripari e a cercare qualche lavoretto part-time che potesse incastrarsi al meglio con l'orario dei corsi universitari. Con un misero diploma di liceo scientifico non riuscii a trovare niente. Allo scadere del secondo mese pagato e concessomi dai miei, ebbi la brillante idea di cercarmi un coinquilino. Nella mia testa tutto funzionava: coi soldi dell'affitto e il costo delle bollette dimezzato, ero certa di aver finalmente trovato la soluzione definitiva al mio problema.

Purtroppo mi resi conto di non poter tollerare una presenza estranea in casa mia per più di due settimane.

Litigai con tutti i coinquilini che riuscii a trovare, uno dopo l'altro li cacciai, rovinando un sacco di amicizie, e presto mi ritrovai sola,squattrinata e, puntualmente, in piena sessione d'esame.

Nella primavera del secondo anno di università, ormai rassegnata a dare forfait e a urlare coi pugni al cielo "Vita, che t'ho fatto?!", origliai per caso due ragazze parlare del viaggio di una di loro in Spagna.

-"Sono stata una settimana a Barcellona e l'alloggio mi è costato pochissimo perché ho deciso di provare l'home sharing"-.

-"Il che?"-.

-"Come, non lo conosci? Praticamente si condivide casa con i turisti, funziona che..."-.

Quel poco che sentii mi bastò per rinascere dalle mie ceneri, come una fenice, e ritrovare la speranza (quasi perduta) nel mio futuro. Mi fiondai a casa, mi informai sull'home sharing e, senza pensarci su due volte, mi iscrissi a una piattaforma dedicata a questo tipo di alloggiamento. Il mio appartamento, grazia alla sua posizione strategica, attirò fin da subito molti turisti provenienti da tutto il mondo. Avendo a disposizione un solo divano letto non potei mai ospitare più di due persone alla volta, ma ciò, per me,era un bene. Migliorai il mio inglese e qualche volta mi improvvisai anche guida turistica per la mia città e per quelle nei dintorni. Le valutazioni che ricevevo erano positive, dalla prima all'ultima, e presto il mio appartamento divenne uno dei più gettonati della regione.

Finalmente sentivo trai miei capelli soffiare un vento favorevole, e il clima di serenità, tranquillità e stabilità che si venne a creare ebbe riscontri positivi sulla mia carriera universitaria.

Insomma, tutto sembrava finalmente andare per il verso giusto.

Così era, in effetti, finché un maledetto click sul pulsante sbagliato non mi incasinò la vita.

Guardami come se fossi Dante Alighieri [Min Yoongi]Where stories live. Discover now