Guardami come se fossi Dante Alighieri

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Era trascorso un mese da quando Yoongi aveva deciso di uscire dalla mia vita.

Animata da rabbia e orgoglio ferito, avevo reso l'appartamento non disponibile per tutta la stagione estiva, decidendo di sfruttare il periodo di pausa per mettermi in pari con gli esami e tentare il tutto per laurearmi entro novembre. Mia madre, da brava donna in carriera qual è, aveva tentato di dissuadermi.

-"Come pensi di vivere senza le entrate dell'home sharing?"-.

-"Morirò, che ti devo dire?"-.

Azzurra, dopo avermi consolata ed essermi stata accanto come solo una migliore amica sa fare, aveva più volte cercato di farmi sputare il rospo e di farmi parlare del "misterioso stronzo coreano", ma la mia bocca era cucita, saldata con la fiamma ossidrica. Il solo pensare alle lettere  che compongono il nome di Yoongi mi dava il voltastomaco e provocava l'apertura di una disastrosa voragine nel mio petto.

Trascorrevo le giornate chiusa in casa o in aula studio, focalizzandomi sui libri e sul futuro della mia carriera universitaria. Erano rare le volte in cui Azzurra, l'unica che conosceva a grandi linee la ragione della mia sofferenza e della mia chiusura, riusciva a trascinarmi fuori casa per un aperitivo o un semplice pomeriggio di svago. Il malumore mi accompagnava ovunque io andassi, come una triste e perseverante ombra. Le radio e i telegiornali, poi, non mi aiutavano: da quel che avevo capito, il gruppo preferito di Azzurra, i BTS, si erano esibiti ai Billboard Music Awards e avevano persino vinto un premio, segnando così il loro ingresso ufficiale nelle classifiche occidentali. Stavano iniziando a spopolare e la title del loro ultimo album, "Fake Love", sembrava la personificazione dei miei sentimenti per Yoongi.

Non passava giorno in cui io non maledicessi Yoongi per aver causato la rottura del mio pulsante anti-emozioni. Nonostante ciò, i suoi orecchini pendevano costantemente dai miei lobi.



Quel giorno Azzurra era venuta a studiare a casa mia. Stanca di sapermi sola come un cane e accompagnata da un pesante miasma, si era presentata sotto casa intorno alle dieci di mattina proclamando che non se ne sarebbe andata per nessuna ragione al mondo.

-"Studiamo!"- quasi gridò quando mi vide affacciarmi dal terrazzo con un sopracciglio alzato. Mi mostrò lo zaino sulle sue spalle, tutta orgogliosa.

-"Me lo giuri?"- le domandai scettica. Sapevo che il suo era, tra le tante cose, un tentativo di scoprire qualcosa di più sul "culone coreano".

-"Non sei l'unica che si deve laureare, cosa credi?"-.

La feci entrare con un misto di contentezza e paura, apprezzando il suo gesto altruista ma temendo un interrogatorio in piena regola. Azzurra si precipitò nell'appartamento come un uragano gioioso, regalandomi un abbraccio non richiesto e lamentandosi subito per il caldo. Attraversò il salotto con noncuranza e si diresse in cucina, dove lasciò cadere lo zaino pesante per terra. Si mise le mani sui fianchi e inspirò a pieni polmoni l'aria non tanto fresca che entrava dalla portafinestra che avevo lasciato aperta.

-"Mi stupisco sempre di quanto casa tua sia così pulita"-.

-"Wow, grazie"- borbottai aprendo il frigorifero e piazzando sul tavolo una bottiglia d'acqua naturale. -"Non so cosa ci sia per pranzo"- la avvisai subito. -"Non faccio la spesa da un po'"-.

-"Lo immaginavo"- rispose con un sorriso furbo sulle labbra. Si chinò sullo zaino, lo aprì e ne estrasse un barattolo di ragù, un pacco di pasta e una confezione di plastica contenente due donuts al cioccolato.

-"Mi hai salvato il culo, lo devo ammettere"- ridacchiai ringraziandola.

-"Che ci vuoi fare? Mamma mi ha fatta premurosa"-.

Guardami come se fossi Dante Alighieri [Min Yoongi]Where stories live. Discover now