42. L'arte della guerra (quarta parte)

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Dimitri


40 minuti prima

"Dove stai andando esattamente?" mi urla Ale quando inizio a camminare verso il parcheggio.

"Stai zitto, non urlare" gli rispondo ripercorrendo i miei passi "Come minimo ci sono altre due persone qui che guardano ogni nostra mossa, però devo esserne sicuro" spiego abbassando la voce una volta che sono davanti a lui.

"Devono essere proprio stupidi per non vedere te che li guardi" controbatte in tono sarcastico, lo fulmino con lo sguardo.

"Ovviamente non mi farò vedere, so più o meno in quali posti si nascondono. L'ho fatto anche io a Praga" borbotto scendendo nuovamente i gradini e dirigendomi verso la parte sud del Club.

"Vieni o no?" mi fermo e guardo il mio migliore amico.

"Vengo, vengo" allunga il passo e in pochi secondi è al mio fianco "Mi sembra di essere in un cazzo di film thriller" bofonchia mentre al buio ci dirigiamo verso la destinazione.

"Alessandro, per favore, chiudi la bocca o ci scopriranno" stringo i denti per non urlare "Con ordine affronta il disordine, con calma l'irruenza; questo significa avere il controllo del cuore. Tu caro mio, devi veramente iniziare ad avere il controllo del cuore" gli punto un dito contro.

"Giuro che quanto tutto questo sarà finito, leggerò quel maledetto libro" sbuffa ed io scuoto la testa.

"Quando tutto questo sarà finito, non voglio sentire più parlare di quel libro" e la mia è una sentenza. Non sto scherzando, da questa sera, non voglio più sentire parlare di Sun Tzu e dell'arte della guerra.

"Bene, allora ti prenderò il libro così non lo avrai nel tuo spazio vitale" continuiamo a camminare.

"Quando hai finito di leggerlo, fammi un favore: brucialo" appoggio la mano su uno dei cespugli prima di accovacciarmi a terra, sorreggendomi sui talloni "Ora fai silenzio" mi volto verso la parte opposta di dove siamo noi, la sala illuminata dove si sta svolgendo il ricevimento è in pieno movimento, i camerieri stanno servendo la seconda portata. Noto mio padre parlare con un qualche pezzo importante dell'editoria e mi ritrovo a scuotere la testa, è all'oscuro di tutto e per fortuna. 

"Vedi qualcosa?" sussurra il moro.

"Sì, guarda alle tue ore undici" gli rispondo.

Antonio Rizzo, uno degli uomini più fidati di Pietro è nascosto dietro ad un albero ed osserva ad intermittenza la sala.

"Negativo, Dimitri non si trova più al ricevimento, non so dove sia, l'ho perso di vista" parla dentro un walkie-talkie ed io mi ritrovo a sorridere debolmente; siamo in vantaggio.

"Ricevuto, attendo istruzioni" dice dopo un po'.

"Cosa facciamo?" bisbiglia Alessandro.

"Aspettiamo, non tarderà molto a dare istruzioni" gli faccio l'occhiolino mentre prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

"Simo, io e Ale stiamo seguendo uno degli uomini di Pietro. Per ora tutto ok, cerca di non far notare troppo la mia assenza a Chloe, ma soprattutto, tienila d'occhio"
Digito questo messaggio a Simone, dopo di che metto il telefono in silenzioso e lo ripongo al suo posto. 

Le mosse del destinoWhere stories live. Discover now