4. Test della personalità

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Dimitri


Quando i miei genitori mi avevano comunicato domenica sera a cena che avrei dovuto far parte di un progetto all'Università che avrebbe visto uno degli studenti del terzo anno di Economia e Management l'opportunità di intraprendere un tirocinio retribuito dentro l'azienda sono scoppiato in un primo momento a ridere, ma dalle loro facce serie avevo immediatamente capito che non stavano scherzando.

"Dimitri sarai praticamente la voce di famiglia con la ragazza o il ragazzo che ci verrà assegnato fino a quando la presentazione che dovranno fare non sarà ultimata". Le parole di mio padre dirette a me prima che uscissi di casa in direzione di Torino continuano a ripetersi nella mia testa mentre salgo le scale dell'appartamento che i miei nonni mi hanno comprato per via dell'Università e che condivido con Simone e Alessandro, i miei due migliori amici.

"Vuoi dirmi che la ragazza che hai quasi investito è la stessa che verrà a lavorare da voi a gennaio?" Simone parla dopo che mi sono sfogato appena sono entrato e so che sta cercando di trattenersi dal ridere.

"Puoi ridere se vuoi" sbuffo mentre mi tuffo sul divano del salotto.

"Dai non è la fine del mondo" Ale mi passa una birra e io alzo il braccio per afferrarla.

"Peggio" borbotto "Quella ragazza è una pazza. Mi ha urlato contro per più di dieci minuti sotto la pioggia solo perché le ho rovesciato il caffè sull'asfalto, neanche glielo avessi rovesciato nel maglioncino che indossava" stappo la birra con l'accendino e prendo una lunga sorsata.

"Diciamo che è l'unica che appena ti ha visto non ti è caduta ai piedi" scoppia a ridere Ale.

"Non aveva idea di chi fossi, l'ha capito solo quando il professore Roncati ci ha presentato" scrollo le spalle.

"O magari faceva finta" interviene Simone "È quasi una settimana che le lezioni sono iniziate e lei non ha mai sentito dire da nessuno che Dimitri Ferrero avrebbe frequentato la sua stessa Università?" alza un sopracciglio.

"No Simo, è possibile" sospiro esausto "Ve l'ho pur detto che in questa settimana l'Università è sotto sopra per gli errori del Rettore e della Segreteria" sono fisicamente stanco e sono solo le cinque del pomeriggio.

"Non ho ancora capito per quale motivo stanno manifestando da una settimana oramai"

"Da quel poco che ho capito, Ale, c'è stato un disguido con le immatricolazioni, non sono state immatricolate venticinque persone di quelle che erano entrate" rispondo dopo aver bevuto un altro sorso di Ichnusa.

"Bella merda, manifesterei anche io dopo che mi sono fatto il culo per entrare" risponde lui.

"Ritorniamo all'argomento principale" esclama Simone e io gli lancio un cuscino.

"Che palle" quasi urlo facendo scoppiare a ridere i miei due migliori amici.

"Come si chiama?" chiede Ale.

"Chloe Giordano. Non so altro, il professore mi ha dato la sua cartella con le principali caratteristiche" mi alzo dirigendomi verso lo zaino abbandonato all'ingresso.

"Speriamo che dentro ci sia una foto" ridacchia Simone.

"Se ci va male abbiamo i social" gli fa l'occhiolino Ale e io scuoto la testa esasperato da questa giornata.

"È una studentessa modello, tutti 30, qualche 29, ma davvero pochi" comincio.

"In quali corsi?" chiedono contemporaneamente.

"Non lo so, per rispetto della privacy mi ha fatto una fila di tutti i suoi voti senza indicare i corsi" alzo lo sguardo verso di loro.

"Cosa altro c'è scritto?" mi chiede il moro, Ale.

Le mosse del destinoWhere stories live. Discover now