11. Incoerenza

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Chloe

Incoerenza è la parola che continuo a pensare nel tragitto Università-casa, un'incoerenza che non mi è mai appartenuta ma che ora si è fatta spazio dentro di me.

Tutta colpa di quel pirata della strada, mi consola la mia coscienza.

Quando, dopo tre ore di lezione mattutine e due pomeridiane sono uscita dall'aula del professor Costa con l'intenzione di tornare a casa e pensare a come strutturare la presentazione, mi sono imbattuta in Dimitri Ferrero. La rabbia è l'emozione che ho provato per prima. Rabbia per il caffè caduto e il suo essere così tanto divertito quando gliel'ho fatto notare.

Lui era lì, in piedi, con indosso una camicia bianca che gli stava maledettamente bene, dei jeans neri e un giubbotto di pelle che gli conferiva l'aria da cattivo ragazzo, mi è mancato per un secondo il fiato e la risata a causa di Nicola e del suo racconto si è fermata immediatamente.

In comune accordo con la mia migliore amica, avevo deciso di continuare a dare del filo da torcere a quel ragazzo e in un primo momento è stato così. Poi il suo profumo mi ha destabilizzato ed ha sfoderato l'artiglieria neanche sapendo che così mi avrebbe fatto cedere: "Per favore, ne va del bene di entrambi questa cosa, la tua media e la mia vita famigliare". Mi ha supplicato con i suoi occhi marroni tirando in mezzo la sua famiglia e se c'è una cosa importante per me, quella è la famiglia. Ho combattuto contro me stessa per un minuto buono, sotto il suo sguardo implorante e infine ho ceduto maledicendomi per la mia incoerenza, dopo di che sono scappata verso la fermata della metro per tornare a casa e rilassarmi sul letto, tanto della presentazione ne avrei dovuto prima parlare con lui.

Chiudo la porta di casa e lascio lo zaino insieme al giubbotto all'ingresso. Mi dirigo in cucina per bere un bicchiere di acqua e noto solo in quel momento che la villetta è nel silenzio più totale.

Dove sono Draco, Cosmo, Dagr e Nott?

Faccio marcia indietro, lascio le scarpe nello stanzino e mi affaccio alla porta-finestra che da sul giardino posteriore. Nulla, non sono neanche qui. Sbuffo in ansia per i miei cani e solo ora noto il post-it con la scrittura di mio fratello attaccato al tavolino da caffè in salotto.

"Chloe ho portato i cani fuori per una passeggiata, saremo di ritorno per le 18.30 circa"

Guardo l'orologio al mio polso e noto che sono le sei e ventiquattro del pomeriggio, ciò significa che tra poco saranno di nuovo a casa e io potrò bearmi delle loro feste in modo da cacciare il pensiero di Dimitri Ferrero e delle sue parole.

Ne va del bene della mia vita famigliare, ciò implica che non ha un bel rapporto con i suoi genitori? O semplicemente non vuole deluderli? Mi è sempre dispiaciuto per quelle persone o quei ragazzi che con la propria famiglia non hanno un bel rapporto o che arrivano persino a dire che la odiano. Per me è impensabile questa cosa, senza la mia famiglia sarei persa, è la mia ancora di salvezza, il mio porto sicuro.

Papà, mamma e Giovanni, sempre pronti a ridere con me e delle mie avventure e sempre pronti a porgermi una spalla su cui piangere quando sono triste.

I miei nonni, i leader e la roccia della nostra famiglia, coloro che sono sempre pronti ad aiutarti anche se li chiami alle due del mattino.

I miei zii e il mio cuginetto, le persone più buone che conosco, amorevoli, dolci, genuini, sempre disponibili.

Il resto della mia famiglia si trova a Firenze, i miei nonni, zii e cugini materni, sono ancora tutti nella città natale di mamma. Li vedo un paio di volte all'anno ma ci sentiamo spesso e anche con loro ho un bellissimo rapporto.

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