SESSANTOTTO

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"Okay, okay prova di nuovo" mi dice il ragazzo bruno tatuato.

Sono in ospedale da tre giorni, ma ancora la mia memoria sembra non voler collaborare. Ci sono un sacco di persone che sono venute a trovarmi, eppure non ricordo chi siano, né come io le abbia conosciute. Tutto ciò che so mi è stato raccontato da altri: mi chiamo Reel, ho diciotto anni e lavoro per l'FBI. Ho I capelli di un colore strano rispetto agli altri, e sono un'orfana. Il mio tutore legale si chiama Scott, mentre i nomi dei miei amici ancora fatico a ricordarli. Uno di loro, Nathan sembra essere più di un amico, ma con tutte le visite che ci sono state in questi giorni non ci ho capito ancora molto.

"Okay allora tu sei Alan" dico, cercando di ripetermi mentalmente ogni nome che riesco a dire, "tu sei Mason, e loro due sono Ben e Wade"

"Ottimo!" esclama Mason.

"Beh, facciamo progressi" sorride il tatuato.

"Ora noi! Ora noi!" squittisce una ragazza bionda, dalla vocina acuta.

"Allora.. tu ti chiami Betty, tu Lisa e... Alice?" chiedo, incerta.

"Vittoria!" esclama la ragazza dallo stile dei figli dei fiori, sollevando le braccia al cielo.

Scoppiamo tutti quanti a ridere. Anche se non ho ricordi di loro mi sento particolarmente tranquilla ad averli intorno. Devono essere brave persone.

Il rumore di nocche sulla porta interrompe la nostra conversazione e noto che appoggiato allo stipite della porta c'è il signor Scott. Sorride placido, ma lo sguardo non è del tutto tranquillo.

"Vi state divertendo?" chiede.

"Oh si, e buone notizie! Abbiamo ripassato tutti i nomi e Reel se li è ricordati tutti!" esclama il ragazzo che dovrebbe chiamarsi Mason.

"Bene, bene. Sono contento. Ragazzi, devo chiedervi di uscire un secondo. Devo parlare in privato con mia figlia"

I ragazzi si guardano e annuiscono, uscendo poi dalla stanza facendomi dei cenni di saluto.

Scott lì lascia uscire e fa ufficialmente il suo ingresso nella stanza, insieme ad un uomo che prima non avevo notato. È basso, in carne e ha dei baffi neri come la pece. Porta uno smoking marrone e ha un'espressione molto seria.

"Buongiorno" dico, formale. Non so bene chi sia, ma mi sento un po' a disagio.

"Buongiorno Reel. Mi riconosci?" mi chiede il signorotto, sedendosi ai piedi del mio letto. Scott rimane in piedi con lo sguardo fisso a terra. Sento che qualcosa non va.

Scuoto la testa in segno di negazione. Dovrei ricordare?

"Okay, allora sarà meglio che mi presenti. Mi chiamo Michael Root e sono a capo della sezione delle indagini sotto copertura dell'FBI"

Rimango un attimo in silenzio. Il nome non mi dice proprio niente.

"Come stai?" mi chiede poi, tranquillamente.

"Beh, sto bene. Non ricordo nulla, ma sto bene" dico sommariamente.

"Mmh... Sai perché sono qui?"

"No"

L'uomo prende un piccolo respiro.

"Sei stata ferita durante un'operazione di recupero, in uno scontro a fuoco. I danni corporei non sono debilitanti, ma vorremmo assicurarci che la tua memoria torni integra"

"E come volete fare?"

Il signorotto lancia un'occhiata a Scott.

"Vorremmo che tornassi a New York. Potremmo farti seguire da degli specialisti del nostro campo"

Rimango un attimo interdetta. Mi volto verso Scott, ma il suo sguardo vitreo mi fa esitare.

"Tu che ne pensi?" chiedo, facendolo tornare vigile.

"In realtà signorina, la scelta non è opzionale. Il quartier generale ha già predisposto il tuo trasporto"

"Ma io..."

"Mi dispiace signorina Payn"

"Quindi mi porterete a New York?"

"Lì potremo trovare una soluzione alla tua amnesia. Sarai più controllata e più protetta"

Non faccio neanche in tempo a rispondere, che una voce maschile interrompe la conversazione.

"New York?" chiede la voce del ragazzo che avevo incontrato appena sveglia. Sembra incrinata da un emozione troppo simile alla tristezza.

"Lei chi è?!" chiede infastidito il signorotto.

"Chissene importa, volete portarla via?!"

Scott placca il ragazzo e cerca di calmarlo, ma lui continua a sbraitare.

"Fatemi parlare con lei! Voglio parlarle!"

Scott scorta il ragazzo fuori dalla stanza e io rimango sola col signore dagli strani baffi, in balia di un destino che mi avrebbe portato lontano da tutto quello che amavo, ma che non mi ricordavo di avere intorno a me.

A WHITE HAIR SECRETWhere stories live. Discover now