VENTOTTO

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"Quindi mi stai assolutamente assicurando di non aver fatto un'orgia?"

"No Scott, sono ancora illibata se può farti stare meglio"

Scott sbuffa sonoramente e si passa una mano sulla faccia.

"Ok, quindi quelli sarebbero i tuoi nuovi amici?"

"Già"

"E neanche una ragazza?"

"È così strano?"

"Beh per un'adolescente direi proprio di sì, ma almeno sei riuscita a tenerti buone delle persone, che per di più hanno avuto contatti con Sarah. Mi accontenterò"

Sorrido con soddisfazione, mentre Scott mi guarda come se avesse appena perso 10 anni di vita. Ha fatto il duro per tutto questo tempo, ma sapevo che in fondo era preoccupato.

Decidiamo di passare il resto della giornata come tutore-figlia adottiva. Gli illustro i particolari di quello che ho scoperto, e proviamo a mettere insieme i pezzi di un puzzle che per ora non sembra voler acquisire un senso. Mancano troppi elementi.

Al pomeriggio Scott mi trascina al supermercato, lamentando la mia abilità nel non comprare cose salutari da mangiare. Mi mancava un po' averlo intorno, anche se vederlo comportarsi da genitore a volte è estremamente buffo. Si sta impegnando apposta per me però, per cui mi sta bene così. Fa del suo meglio.

Usciamo dal supermercato soddisfatti dei nostri acquisti, e camminiamo rilassati per le strade di questo paesino tremendamente saturo di roba inquietante.

"Comunque potresti invitare i tuoi amici a cena"

"Non credo che vogliano venire dopo che li hai visti uscire tutti da casa stamattina"

"Li dovrò pur conoscere prima o poi"

"Non sono nulla di speciale. Sono stupidi esattamente come mi aspettavo"

"Eppure non sono ancora finiti in ospedale"

"Sempre con questa storia"

"La nostra assicurazione piange ogni volta che ci sei di mezzo tu"

"Dovrebbero ringraziarmi, li faccio lavorare"

"No tu li fai indebitare, è diverso"

"Esagerato"

Arriviamo a casa e sistemiamo la spesa, dopodiché il campanello suona e io sento salirmi un brivido lungo la schiena, perché non so mai bene cosa aspettarmi da questo paese di folli.

"Vado io"

Apro la porta e vedo un Alan sorridente presentarsi alla mia porta con in mano dei libri.

"Che ci fai qui?" chiedo sottovoce.

"Ho detto a mia madre che andavo da un'amica a studiare, e mi ha accompagnato fin qui perché non ci credeva"

Alan Si gira verso la macchina e sorride ad una signora sulla quarantina, che mi scruta dalla macchina.

"E tu vieni proprio qui?! Lo sai che è tornato mio zio oggi"

"È tutto il giorno che mi rompe perché non sono tornato a casa a dormire e non sono andato a scuola, ti prego fammi rimanere, ti darò tutto quello che vuoi"

"E va bene, accidenti a te"

Sorrido gentilmente alla signora, che sembra tranquillizzarsi, e riparte tranquilla.

Faccio entrare Alan e spero con tutto il cuore che Scott non dica cazzate.

"Zio" lo chiamo con fare innocente.

A WHITE HAIR SECRETWhere stories live. Discover now