OTTO

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Il giorno dopo lotto contro la forza di gravità, che mi schiaccia sul letto con una forza invicibile. Questo letto è troppo comodo, ed abbandonarlo è davvero un peccato.

Mi vesto con ancora gli occhi chiusi, cerco di sistemarmi al meglio, mi trucco e indosso qualcosa per andare a scuola.
Opto per una canotta nera e dei jeans strappati dello stesso colore. Mi piastro i capelli, mi infilo gli anfibi e mi racchiudo dentro al mio felpone grigio, scendendo poi in cucina per prepararmi la colazione. Preparo dei pancake rapidamente, sbranandoli in tre bocconi e uscendo di casa in ritardo. Non arriverò mai alla fermata del bus in tempo per andare in prigione.

Cammino desolata, chiedendomi quanto dovrò aspettare prima di vedere un altro pullman passare, quando una macchina nera mi si accosta. Ma è un vizio quello di importunare la gente a piedi?!

Mi volto e noto che è la stessa macchina di ieri. Sta volta però alla guida non c'è Lupin, ma suo fratello Mason insieme ai due gemelli.

"Ehi vicina! Ti serve un passaggio?"

Lo osservo per qualche secondo. In effetti Lupin e Mason si assomigliano parecchio.
Non ho nessuna voglia di camminare fino a scuola, per cui potrei accettare.
Faccio spallucce e salgo in macchina lentamente, spalmandomi su uno dei sedili dietro.

"Buongiorno angelo, allora? Come va?" mi chiede il gemello con gli occhi gialli. Non ricordo se sia Wade o Ben, ma poco importa.

Non rispondo, mentre sento il motore dell'auto avviarsi verso il patibolo. I tre aspettano una mia risposta, che non arriva mai.

"Ehi stai bene?" mi domanda Mason, carpendo il mio silenzio.

"L'ufficio per le domande e le risposte è chiuso fino alle dieci" borbotto.

I tre scoppiano a ridere, anche se io non ho capito cosa ci sia di divertente, martellandomi le orecchie con una soglia di rumore troppo alta per le mie orecchie.

"Non siamo molto mattinieri, eh?" mi chiede l'altro gemello.

Mi viene voglia di strangolarli. Come si può essere così rumorosi di prima mattina?!

Appena arriviamo a scuola sbiascico un grazie, e mi metto a camminare come uno zombie verso l'ingresso, accompagnata dai tre ragazzi, che continuano a parlottare di non so che.

Appena stiamo per entrare però sento una voce stridula bucarmi i timpani. Adesso basta. Se sentirò anche solo un altro suono molesto giuro che mi metterò a sparare per aria come un terrorista.

La voce proviene da niente poco di meno che dall'oca che ieri ha provato a minacciarmi. Gonna corta e tacco abbastanza alto, la vedo lanciarsi verso una figura muscolosa seduta ad una moto.

"Mio dio, ma quella ha le sirene dell'ambulanza al posto delle corde vocali" borbotto.

Mi accorgo, tra l'altro, che la figura che sta salutando con fare molto poco silenzioso è il fratello di Mason. Il Lupin dei Waffles.

"Mio dio, ma come fa tuo fratello a sopportare Juliette più di due minuti?" borbotta il gemello che credo si chiami Ben.

"Due tette e un culo fantastico, ecco come" risponde l'altro, che a questo punto dovrebbe essere Wade.

"Mio fratello sopporta tutto ciò che è scopabile in questa scuola" osserva Mason.

Il mio viso si è contratto in una smorfia di disappunto e di schifo. Lo sapevo che non sarei dovuta salire su quella macchina, chissà quanto sperma ci sarà su quei sedili, o peggio. Laverò i miei vestiti con la candeggina e poi li purificherò immergendoli nell'acido muriatico. Bleah.   

"Ehi ragazzi!"

Il tizio dello sgabuzzino, detto Alan, ci viene incontro con un sorriso smagliante, come se si fosse appena bevuto quindici RedBull. Ma come cavolo fanno ad essere tutti svegli e attivi?!

"Buongiorno anche a te Bella Addormentata" mi dice, osservando la mia faccia da morto vivente.

Faccio un cenno di saluto con la mano, ma non parlo. Già è tanto che io sia in piedi, se mi mettessi anche a parlare sprecherei troppe energie.

Per fortuna riusciamo ad entrare in classe tranquillamente, e la mattinata sembra andare bene. So quasi tutto sulle materie che insegnano qui, per cui non è necessario che io studi. Fare parte di un'agenzia governativa ha i suoi vantaggi.

La campanella suona ed io decido di andarmi a prendere un caffè per tentare di risvegliare il mio cervello.
Lo bevo tutto d'un sorso, per poi andare in bagno a vedere come sono conciata.
Niente di nuovo: capelli bianco latte, occhi verdi adornati dalle peggio occhiaie e l'umore sotto i piedi.

Esco dal bagno dopo aver soddisfatto i miei bisogni, e decido di trovare la prossima aula e collassare lentamente sul banco.

Mentre sto camminando però, sento una voce familiare. Di quelle tremendamente fastidiose.

"Ma guarda guarda chi c'è, la ragazzina ribelle"

Che palle.
Mi volto ad osservare quella faccia di cazzo da giocatore di hockey che si ritrova il tizio che ieri ho ribaltato davanti a tutta la fermata del bus.

Gli tiro un'occhiata e poi continuo a camminare come se niente fosse.
Non ho proprio voglia di litigare.
So che sono tutti girati a guardarci dato che il coglione lo ha praticamente urlato in tutto il corridoio, ma poco importa.

Vedo Mason e gli altri tre venirmi incontro, ma so che CoglionHockey è ancora dietro di me, attorniato dai suoi amici hoolingas. Mason, Ben, Wade e Alan si fanno scuri in viso. Penso che non vadano molto d'accordo con i giocatori di hockey.

"Adesso mi ignori? Non mi dai neanche una possibilità di rivincita?" mi prende in giro.

Continuo a camminare come se niente fosse. Ci mancava solo questa.

"Ehi sto parlando con te"

Appena mi tocca la spalla mi giro, piantandogli una mano in mezzo alle gambe e stringendo forte. 
Lo vedo diventare paonazzo. Forse non gli sono bastate le lezioni di ieri.

"Senti bello, hai una scuola intera a cui rompere le palle, per cui stammi alla larga, perché se mi fai incazzare giuro che te le suono come si deve sta volta"

Il colorito sta diventando violaceo, per cui mollo la presa e lui ricade in ginocchio con le mani in mezzo alle gambe.
Cretino.

Dalla folla che ci si è creata intorno sento salire delle urla di incitamento che neanche i babbuini. Alzo gli occhi al cielo e mi faccio strada tra la gente, individuando Mason e la banda.

"Wow, ma che cos'era quello?" esclama Ben, stupito.

"Vi prego, andiamocene" borbotto solo.

Ci avviamo verso la classe, nonostante io sappia di avere tutti gli occhi puntati addosso. 

Ottimo lavoro Reel.
Direi che il piano "discrezione" è appena andato in fumo.

A WHITE HAIR SECRETWhere stories live. Discover now