29. Rabbia esplosa

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-Cosa? Hai sentito mia madre?- dico sconvolta. Lei, come senza forze, si alza e mi guarda. Non con rabbia o disgusto come prima, ma  con tristezza.
-Si, riconoscerei la voce di Selene ovunque.- si sofferma chiudendo gli occhi prima di continuare -Anche se non la sento da anni, so che era lei.- dice infine aprendo gli occhi.
Allora la voce che sento fin da piccola era mia madre? Le lacrime rischiano di uscire dalla felicità che sento.
-Ma com'è possibile?- dico con voce spezzata.
-Lei è in te..- risponde avvicinando la mano al mio braccio come a volermi toccare di nuovo, ma poi ci ripensa e la fa cadere lungo il suo corpo. - Il suo potere.. lo avevo percepito anche prima ma non volevo crederci.. - dice scuotendo la testa.
Mi torna in mente il discorso che mi aveva fatto Syrio, sul fatto che al momento del parto l'unica fonte di potere più vicina per me era mia madre, ed è probabile che sia per questo che l'aria è il potere prevalente, quello che riesco a manifestare più di frequente.
-Ti aiuterò - dice all'improvviso guardandomi. Poi si gira verso Alex e dice con il suo tono diplomatico, sentito tante volte in televisione: -mandatemi l'indirizzo dove state, verrò da voi domani-. Poi come se nulla fosse esce dalla stanza, con lo stesso atteggiamento duro e sprezzante di quando siamo entrati, come se 5 minuti prima non fosse stata accovacciata a terra a piangere per la sorella morta.

In ascensore entrambi rimaniamo in silenzio. Dalla mascella serrata e gli occhi fissi davanti a sè intuisco la rabbia di Alex.

-Scusa, so di essere stata avventata prima, però..- cerco di giustificarmi.

-Nessun però!- dice lui quasi gridando. -Ti rendi conto della stupidata che hai fatto? Potevi mandare tutto all'aria perchè non riesci a tenerti a freno. Non hai pensato che avresti potuto mettere in pericolo anche noi??  Non erano questi i piani originali.. dovevamo portarti direttamente da Skylon, senza soste, ma nooo tu dovevi incontrarla, per cosa? Sfogare la tua rabbia? Non hai ancora capito che c'è qualcuno che ti sta cercando, probabilmente per ucciderti, e la cosa migliore da fare in questi casi è nascondersi e cercare alleati? Possibile che devi sempre rendere vano ogni sforzo che facciamo per aiutarti??- dice lui infuriato, ritrovandomelo a pochi centimetri dalla faccia. I suoi occhi sono diventati di un blu scuro intenso, il suo respiro è pesante, emana rabbia e frustrazione. Interrompe la sua sfuriata nel momento stesso in cui si aprono le porte dell'ascensore e senza dire altro esce e se ne va. 

Io rimango all'interno allibita. Non l'ho mai visto così arrabbiato, soprattutto con me. Tutto quello che ha detto è vero, non ho pensato a nulla oltre che a me stessa in quel momento. Ho rischiato di mandare tutto all'aria per colpa del mio risentimento. Se non fosse stato per la voce di mia madre non so cosa sarebbe potuto succedere. Forse Tuuli avrebbe chiamato i Cacciatori, che avrebbero preso me e anche loro perchè stanno aiutando una creatura pericolosa e un fuggitivo.. Solo in questo momento mi rendo conto che effettivamente Alex aveva ragione a preoccuparsi di questo incontro, e che se non fosse stata per una casualità, probabilmente il peggior scenario che si era immaginato si sarebbe avverato, tutto per colpa mia. 

Dopo un sospiro pieno di rimpianto esco a testa bassa dall'ascensore e per la mia distrazione mi scontro con una persona. Sarei caduta rovinosamente a terra se non fosse che l'altro mi afferra le braccia per tenermi in piedi. Come è successo prima con Tuuli, sento di nuovo una voce, anzi una specie di richiamo, un fischio, che come un soffio passa da me all'altra persona. Alzo lo sguardo e mi ritrovo a fissare due occhi azzurri chiarissimi, quasi bianchi. Questo ronzio è piacevole, è come una carezza che passa in ogni parte del mio corpo. 

Sono come incantata a guardare questo ragazzo biondo e alto, che mi sorride gentilmente. Quando mi lascia andare l'incantesimo svanisce, quello stato di quiete che mi ancorava a lui cessa. Mi chiede se sto bene e io mi devo schiarire la voce prima di rispondere un timido si. Avrebbe voluto dire altro, ma sento Sasha chiamarmi all'entrata dell'hotel, quindi, imbarazzata e stranita dalle sensazioni che sento, lo ringrazio e raggiungo la mia amica, che mi guarda in modo strano.

-Che c'è?- le chiedo. 

-Dove è il cappellino?- mi fa notare lei. Mi rendo conto di avere i capelli sciolti in bella vista da prima, quando mi sono tolta il cappellino per farmi vedere da mia zia. Questo significa che.. Mi giro per guardare verso gli ascensori ma lo sconosciuto non c'è più. 

- Cosa? Lo hai dimenticato di sopra? Vabbè ormai è tardi..- risponde Sasha, fraintendendo il mio gesto. -Andiamo, evitiamo di esporci più del dovuto- dice lei trascinandomi via, senza rendersi conto che forse ormai è troppo tardi.


La carezza del colore blu. #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora