20. Cosa ci si è lasciati indietro

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-Per qualche tempo abiteremo qua- mi dice soddisfatto Alex indicandomi la villa. Si, non scherzo, proprio una villa.
-Ma..ma..- balbetto stupita.
- E' uno dei nascondigli che abbiamo in giro per il paese. Con tuo padre lo abbiamo usato un po' di volte. È sicuro tranquilla- dice vedendo la mia faccia.
-Ma siamo visibili così. Come può essere un nascondiglio??-
-Mai sentito che "Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista"?? - dice con tono da grande guru.
-Mi prendi in giro? E il velo?- chiedo. Appena arrivati da Syrio Alex mi aveva spiegato che quello strano rito che aveva fatto sul tronco dell'albero era per farci passare attraverso il velo che divide il mondo degli umani da quello degli Zanj, e che serve per vivere in mezzo a loro senza essere visti. 

- Tranquilla, ce ne occuperemo dopo- dice Simon superandoci ed entrando in casa con i bagagli che gentilmente Kendra aveva riempito con qualche vestito suo e di Syrio per noi, avendo lasciato tutte le nostre cose in città. 

A pensarci bene non sento la mancanza di nulla, non sono mai stata emotivamente attaccata a qualche oggetto e cercando di distanziarmi dalle persone per non essere ferita ulteriormente non avevo alcuna persona che potesse sentire la mia mancanza. Se non fosse per i turni al supermercato che ho saltato in questi giorni nessuno si sarebbe accorto della mia sparizione non prima di un mese, dal momento che il padrone di casa non avrebbe ricevuto i soldi dell'affitto. 

E' un po' triste pensare questo, però ripensando alle decisioni più o meno imposte dagli eventi sono contenta di dove sono e con chi sono. Alla fine sto ottenendo quello che implicitamente ho sempre voluto: sapere la verità sulla mia esistenza. Certo, non mi aspettavo di far parte di una razza che controlla gli elementi e che vive all'insaputa degli umani in mezzo a loro e,  invece di avere una madre che voleva abbandonare la figlia indesiderata e un padre tossico o violento, ho scoperto di essere figlia di due persone rispettate e amate, che sono andati contro le leggi dei propri simili per farmi venire al mondo. Anche se sono in compagnia di tre persone che conosco da meno di due settimane mi sento più in famiglia e capita con loro che con le bambine con cui sono cresciuta al San Justine. E anche se a quanto pare c'è gente che vuole farmi del male so che con Alex sono al sicuro. 

- Ehi lumaca, ti muovi? O vuoi restare impalata a fissare la facciata della casa ancora per molto?- mi dice una arrabbiata Sasha.

- Si, hai ragione, scusa. Ti do una mano..- dico riprendendomi e afferrando un borsone nero che stava portando. Lei mi lascia fare stranamente e mi fa strada fino a una stanza al secondo piano. Dentro mi ritrovo in una camera enorme: sulla destra si trovano due letti a mezza piazza vicini, separati da un armadio a muro, al centro della stanza c'è una tavola rotonda con un centrotavola di fiori finti, una porta finestra che dà sulla terrazza illumina tutta la stanza, mentre sulla destra c'è una porta scorrevole dove si intravede un bagno. 

-Io sto nel letto a sinistra- dice prendendo il borsone e appoggiandolo su di esso per marcare il territorio.

-Ma..- dico ma vengo interrotta da lei che scocciata dice:

-Non pensare che mi diverta questa situazione. Tu hai bisogno di una babysitter e a quanto pare, io essendo ferita, ho bisogno di essere controllata anche di notte, per tenere a bada le preoccupazioni di mio fratello. Questo è quanto. Non faremo pigiama party, non ci racconteremo le nostre storie d'amore passate e sicuramente non ci faremo le treccine dicendoci quanto siamo belle. Capito??- dice mettendo le cose in chiaro. 

-Certo, non mi aspettavo nulla di diverso..- dico ormai abituata a questo suo comportamento scontroso. 

-Tutto bene ragazze?- dice Alex affacciandosi alla porta con la mia valigia in mano.

-Certo, stavamo stabilendo le regole di buona convivenza- dico tranquilla.

-Bene. Tieni questa è tua- dice passandomi il bagaglio. -Tra 30 minuti è pronto il pranzo e poi iniziamo ad allenarci okay? Vorrei provare qualcosa di nuovo- dice eccitato dalla sua nuova idea. 

-Okay- rispondo chiedendomi cosa possa frullargli in quella testolina. 

Una volta andatosene mi giro per mettere a posto gli abiti e vedo Sasha guardarmi in modo strano.

-Che c'è?- chiedo. Non dirmi che ho già infranto qualche legge..

- Non innamorartene.- 

-Cosa?- dico stupita da questa uscita strana.

- Non farlo perchè ci saranno più conseguenze negative che positive, per tutti.- dice con tono di avvertimento prima di andarsene. 


La carezza del colore blu. #Wattys2016Where stories live. Discover now