14. Abominio?

20 1 0
                                    

-Senti ho bisogno che mi spieghi tutto ora. Sto impazzendo a scoprire le cose così.. Sapevi già da subito chi fossero i miei genitori e me lo hai tenuto nascosto? Sai quanto tempo ho speso a cercarli, a pensarli?- dico facendo uscire tutti miei pensieri come una valanga. Sdesso basta!L'ho seguito fino a questo bar desolato perché volevo delle risposte e ora me le deve dare!!

-Hai ragione..  è tempo che tu sappia tutta la storia.- mi dice mettendosi la t-shirt e sedendosi sul letto. Con la mano mi fa segno di accomodarmi vicino a lui. Dopo averlo accontentato inizia:

-Io non ho conosciuto tua madre, ne ho solo sentito parlare attraverso i racconti di tuo padre. L'ho incontrato 13 anni fa in Cile, a quel tempo ero solo e lui mi ha aiutato. E' stato come un padre per me, mi ha insegnato le antiche tecniche della nostra stirpe, a combattere.- detto ciò si interrompe, ha uno sguardo malinconico nel ripensare al passato. -Una volta mi ha detto che gli ricordavo una persona a lui molto cara, che purtroppo non aveva avuto la possibilità di incontrare, ma che sapeva sarebbe diventata forte e sicura un giorno. Dopo averti incontrato ho capito che si riferiva a te, gli ricordavo te, la figlia che aveva perso.- Mi sta guardando, vedo tristezza nei suoi occhi. Mi sento in colpa perché dicendo questo è come se si fosse sentito usato, solo un rimpiazzo. Continua: -Sai da come parlava di tua madre la loro storia doveva essere stata molto intesa, e proibita.- dice con un sospiro alla fine.

-Proibita? perché?- chiedo

-Perché tua madre Selene era uno Zanj dell'aria, faceva parte della stirpe dell'Arkan Ilme. Relazioni tra stirpi diverse sono proibite, soprattutto perché..- si interrompe titubante.

-Perché?- chiedo ansiosa di sapere

-Perché due elementi tra loro non possono procreare. O almeno questo è ciò che succede regolarmente.- sembra agitato, si gratta il collo.

-Beh quello che dici è una cavolata, o io non esisterei no?- sbotto. Non capisco cosa mi tiene segreto. Mi alzo in piedi, non riesco a stare ferma. Inizio a sentire il solito fastidio alla schiena.

-Non capisci? Sei una rara eccezione, un essere che non dovrebbe esistere..- dice cercando di farmi calmare, ma ovviamente le sue parole non mi tranquillizzano, anzi...

-cosa stai cercando di dirmi, eh? sono un abominio??- sono infuriata, ho i pugni chiusi e le braccia tese, se potessi lo infiammerei con lo sguardo. indietreggio, voglio allontanarmi da lui, mi sta dicendo cose che non vorrei sentire.

Mi ritornano in mente le parole di una coppia che era venuta a visitare l'orfanotrofio quando ero piccola, li avevo seguiti dopo il nostro incontro, speravo che andassero dalla direttrice per chiedere di adottarmi e invece li sentii sussurrare tra loro:

-Quella ragazzina è così strana. All'inizio sembrava dolce, ma poi oltre i suoi capelli...-

-Si lo so, e quei scarabocchi sul suo quaderno? Per me ha qualche problema.-

Strana, anormale, abominio,...

-Marine, ti prego calmati!- sento una voce lontana che mi chiama, ma tutto ciò che vedo sono io seduta per terra dietro a quella colonna 15 anni fa, a piangere perché nessuno mi vuole, a desiderare la normalità. Pensavo che conoscendo la storia dei miei genitori avrei trovato risposte che spiegassero la mia stranezza, e infine quello che scopro è che in realtà non dovevo esistere.. Allora perché sono qui?

-Marine..- Basta, basta, basta!!! Come avvenuto nel parco qualche giorno prima mi ritrovo a sentire tutti i sentimenti negativi, la tensione, l'agitazione, la paura, fuoriuscire dal mio corpo come una valanga. Come sospesa sul vuoto, mi sento libera e leggera.

Riapro gli occhi (non so neanche più a che punto li avevo chiusi). Vedo Alex vicino all'armadio, per terra, ha il labbro spaccato da cui esce sangue. Il mobile vicino a lui è mezzo rotto, il letto è ribaltato, il lampadario sopra di me oscilla violento. Tutto è spostato nella stanza, l'unica rimasta uguale sono io, al centro.

-Cosa è successo?- chiedo avvicinandomi

-Sei stata tu..- dice rialzandosi e pulendosi il labbro dal sangue.

-Cosa?- dico guardando tutta la stanza.

-E' quello che sto cercando di dirti. Ascoltami- dice arrabbiato afferrandomi per le braccia. Ripongo di nuovo la mia attenzione su di lui.

-Nell'arco della storia è successo rare volte che da una relazione proibita tra Zenj diversi nascesse una creatura, ma quando ciò accadeva questa era potente, molto potente, perché serbava in sé due elementi insieme. Queste creature impazzivano dopo un po' perché gli elementi per coesistere devono essere tutti e 4 insieme.. Portati alla pazzia creavano disastri immaginabili non solo nel mondo degli umani, ma anche in quello degli Zenj. - Detto ciò mi lascia andare e con un sospiro teso mi dice: -tu sei un pericolo per tutti noi e soprattutto per te stessa. Quello che è successo in questa stanza è solo un piccolo assaggio del tuo potere.. In questo momento stai esprimendo solo il tuo potenziale come Zenj di Ilme e guarda cosa hai fatto..- dice lanciando un'occhiata all'armadio accanto a noi.

-Io non volevo..- dico sull'orlo delle lacrime.

-Lo so, ma hai trattenuto per così tanti anni il tuo potere che emerge violento nelle situazioni di particolare stress emotivo.- dice passandosi la mano tra i capelli. -Ascolta, lo so che tutto ciò è difficile da assimilare, ma io ti aiuterò. Il mio compito è insegnarti a controllarti e proteggerti. Hai capito?- dice infine prendendomi la mano. -Ti fidi di me?- mi chiede con occhi di speranza.

-Si mi fido- è tutto ciò che riesco a dire.

-------------------

ciao!! allora cosa ne pensate? mi date un po' di pareri... vale la pena continuarlo o fa schifo? grazie per le vostre risposte . un bacioooo

La carezza del colore blu. #Wattys2016Where stories live. Discover now