4.Sogno

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Okay.. sono ufficialmente terrorizzata. Chi diavolo sono queste persone e perchè mi stavano cercando? 

-Cosa volete da me?- dico indietreggiando per allontanarmi il più possibile da Alex. Peccato che non vado molto lontano. Infatti vado subito a sbattere contro il balcone.

-Stai tranquilla non vogliamo farti del male.- dice alzando le mani in segno di resa

-E allora cosa volete da me? Perchè mi stavate cercando?- dico tra l'arrabbiata e il terrorizzata

-Abbiamo bisogno del tuo aiuto- dice sereno

-In cosa? E poi perchè dovrei aiutarvi? Non vi conosco neanche..- dico sconcertata

-Hai ragione, ma il tuo aiuto potrebbe salvare tuo padre- Mi metto a ridere. Lo so che in una circostanza simile solo la pazzia potrebbe indurti a farlo, ma sentir dire che "mio padre" ha bisogno di aiuto è esilarante. 

-Credo che avete sbagliato persona...- dico quando finalmente finisco di ridere -Io non ho un padre..-

-Certo che ce l'hai!- risponde stizzita Sasha alle mie spalle che da quando è entrato il moro non ha aperto bocca. Mi giro verso di lei e la guardo in cagnesco.

-Questo lo so.. Sto dicendo che non lo conosco quindi come faccio a fidarmi di voi?- poi rivolgendomi ad Alex -E se fosse davvero lui perchè lo dovrei aiutare? In fondo non si è fatto vivo per 19 anni...- dico sentendo comunque un peso nel cuore al ricordare le giornate passate in orfanotrofio sperando di veder comparire qualcuno da poter chiamare papà.

-Hai ragione- dice Alex alzando la mano per interrompere la ragazza dietro il balcone che immagino volesse contro ribattere. -Non possiamo forzarti a crederci. Quando sarà il momento giusto tornerai da noi per conoscere la verità- Perchè ora parla per enigmi? Mi sta facendo infuriare..

-Non credo che tornerò- dico alzando il mento per farmi vedere sicura della mia affermazione. Lui mi sorride e risponde

-Vedremo..- detto ciò lo supero ed esco da questo strano posto. Mi metto quasi a correre per strada fino a quando non arrivo al mio appartamento. Arrivata, poso la borsa e mi butto sul letto. Cerco di rilassarmi, ma sento qualcosa che mi da fastidio sotto il sedere, lo alzo e tolgo dalla tasca dei pantaloni un foglietto, anzi il volantino. Accidenti sta storia non vuole proprio darmi tregua! Perchè mi sento così agitata dalle sue parole? Forse perchè da quello che mi ha detto sembrava uno stolker? Forse si, ma sento che c'è altro. Provo a concentrarmi sui rumori fuori dalla finestra, sui miei respiri che mano a mano rallentano, fino a quando cado in un sonno profondo.

Sono in un prato fiorito. Ogni colore è più accentuato: i girasoli sembrano ardere, le rose sembrano tinte di sangue, il cielo è di un blu intenso. Sto camminando, sento l'erba fresca sotto i piedi scalzi. Io indosso una tunica bianca, ho i capelli che vibrano nell'aria, riesco a sentire la brezza sulle mie guance, il sole che mi tocca e mi accarezza. C'è un senso di quiete. Poi la vedo.. una figura indistinta, incomprensibile che si avvicina a me. Tutto ciò che riesco a riconoscere è il solito tatuaggio: un ovale, con una spirale sotto e una freccia che le oltrepassa. sento che ha un significato questo simbolo, ma non riesco a ricordarlo o riconoscerlo, non so..  Ci ritroviamo l'uno davanti all'altro. Sento che vuole dirmi qualcosa, però rimane in silenzio. Allora gli chiedo:

-Cosa vuoi da me?- ma lui non risponde. Rimaniamo così, fermi a guardarci mentre una ventata di aria fa alzare in cielo tutti i petali. La vegetazione intorno a noi appassisce, il cielo diventa nuvoloso. Nonostante tutto io continuo a fissarlo per cercare di intravederne qualche dettaglio. Poi, come una folata di vento improvvisa, la sua voce profonda mi investe e le sue parole mi trafiggono: -Sei in pericolo, scappa!- poi più nulla.

La carezza del colore blu. #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora