28. voci sconosciute

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Dal momento in cui la nostra pelle entra in contatto sembra che il mondo si fermi, sospeso, in una bolla, tutto è immobile. Guardo Tuuli e anche lei sembra avvertire qualcosa di strano, di diverso. Mezza alzata, mi fissa con gli occhi sgranati.
Dopo lo shock iniziale sento altre cose: una sensazione tiepida che scorre da ogni parte del mio corpo fino al punto in cui mia zia mi tiene il braccio, piccole onde che fluiscono da me a lei. E c'è dell'altro. Sento una voce ovattata, come una cantilena, prima come un sussurro, che piano piano aumenta di intensità, fino al momento in cui riesco a capire cosa dice: "Proteggila, aiutala"
questa voce mi è familiare, l'ho sentita tante volte nella mia mente da quando ho memoria. Nei miei sogni, nei miei ricordi, .. è stata sempre una costante fissa. Ricordo che da piccola pensavo fosse la voce della mia amica immaginaria, parlavo con lei, le raccontavo la mia giornata, giocavo con lei. Quando poi crescendo iniziarono a prendermi in giro dicendo che ero strana perché per loro parlavo da sola smisi di rispondere a questa voce. Però la sentivo ancora nei momenti di difficoltà, quando ero triste, quando mi sentivo abbandonata.
Però stavolta è diverso. Non so come ma so che la voce non sta parlando a me, ma alla donna che ho di fronte.
Non so quanto tempo rimaniamo in questo stato, ma all'improvviso mia zia crolla sulle gambe, mi lascia il braccio e si copre il viso con le mani. Inizia a piangere, mentre io mi guardo in giro, notando che il mondo ha ricominciato a muoversi. In un attimo Alex è al mio fianco, mi guarda il braccio, e mi chiede se sto bene. Io rispondo con un cenno della testa mentre guardo il capo di Tuuli muoversi a ritmo dei suoi singhiozzi.
-cosa è successo?- chiede Alex passando lo sguardo da una all'altra.
-non lo so.. perché?- chiedo guardandolo ancora stordita.
-beh un secondo prima stavate per scannarvi e un secondo dopo lei è crollata e tu...- dice accigliandosi per un attimo, per poi continuare la mia descrizione -sei come assente-, dice mettendo a parole il mio stato psicofisico del momento. Io come inerte mi giro verso la donna che è ancora in ginocchio e le chiedo, quasi sussurrando.
-l'hai sentita?- lei alza il volto triste, e ancora bagnato sulle guance dalle sue lacrime e dice: -si l'ho sentita. Ho sentito Selene.-

La carezza del colore blu. #Wattys2016Where stories live. Discover now