40. Resa dei conti : parte 2

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Al
Damon era di sopra, dovevo raggiungerlo.
Prima però c'era bisogno che gli Esclusi riuscissero a passare inosservati, visto che era proibito loro l'accesso al piano superiore.

C'era un gruppo di spie della SC davanti a noi, erano numerosi ma al momento non stavano facendo nulla e non sembravano minacciosi.

«Allora demone? Qualche idea brillante? Stiamo perdendo solo tempo»

Odiavo questo tizio. Amico o no di Damon, non lo sopportavo affatto.

«Credi sia facile? Illuminami tu visto che sei così brillante» feci una smorfia.

Oskar mimò un ghigno e tornò a farsi i fattacci suoi.
Sbuffai.
Era passato troppo tempo. Damon aveva bisogno di me, non potevo rimanere lì con le mani in mano.

Ecco che il gruppo di spie si mosse, smisero di chiacchierare e ridere tra loro. Uno di questi ricevette un SMS dai loro orologi super all'avanguardia e si incamminò velocemente al di fuori della camera d'aspetto, gli altri lo seguirono.

Pensai fosse il momento adatto, con tutti quei passi gli Esclusi avrebbero potuto confondere i miei, così senza farmi sentire dagli altri mi allontanai di soppiatto e raggiunsi in fretta la porta che dava sulle scale.

Proprio mentre stavo per salire, mi arrivò una telefonata. Era Amanda.

Risposi, ma mantenni un atteggiamento tranquillo. Non potevo dare nell'occhio.

«Amanda»
«Al abbiamo qualcosa»
«Cosa avete scoperto?»
«La Spy celesty ha tradito Damon, lo stanno cercando. Chapman ha firmato per il suo arresto. La 237 non è una camera normale del Laboratorio, è una cella momentanea presente al suo interno; non è facile da trovare, è accessibile solo ai membri della Spy. Dì a Damon di NON entrare lì dentro, è pericoloso. Chapman non è in centrale, molto probabilmente...»
«È qui. Ho visto i suoi uomini salire in fretta al terzo piano. Stanno andando da Damon. Cazzo! Ti devo lasciare»

Chiusi la telefonata.
"Ora si che si entra in gioco"

                                       ~•~
Damon
Non potevo credere ai miei occhi.
Non sapevo a che pensare.
Ero troppo colpito.

«Non hai nulla da dirmi? Da chiedermi?» mi domandò.
Rimasi immobile.

Agernold si accarezzò il pizzetto e sorrise ancora.
«Oh beh, allora parlerò io»

E pensai, pregai con tutto me stesso, sperai che Chapman non c'entrasse nulla con Cate, con il furto, con Will. Con tutto.

Incominciai a sudare freddo.
Ad ogni passo di quell'uomo, io sussultavo.

«Allora Damon» poggiò la gamba destra sul lettino, accomodandosi. «Da dove vogliamo iniziare?».

Sorrise ancora per il mio silenzio e continuò.

«Iniziamo da quando sono venuto a trovarti a casa tua» affilò lo sguardo verso di me.

Il ricordo di quel giorno mi affiorò in mente e una leggera scossa si liberò lungo la schiena.

«Se ricordi bene, ti chiesi di partecipare all'indagine riguardo il furto del filtro d'amore, al Magazzino. Ti dissi che se avessi acettato, io avrei messo al sicuro la tua ragazza, Catherine, giusto? Mi pare si chiami così»

DANNATOWhere stories live. Discover now