25. Inseguimento

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Erano le 5:20, tra dieci minuti sarebbe iniziata la riunione all'edificio e se avessi fatto tardi, Stevee mi avrebbe fatto fuori.
Scesi lentamente le scale in modo da non fare rumore, ma la
fortuna non era dalla mia parte poiché trovai Al seduto in cucina.

Era sempre l'ultimo ad alzarsi, perché quella mattina doveva farsi trovare sveglio?

Camminai in punta dei piedi cercando di non farmi notare, ma come ho detto: la fortuna non era dalla mia parte.

«Prima non ti fidi di me, poi avveleni la mia ragazza e infine mi eviti? Bell'amico» disse Al senza girarsi, rimanendo seduto sullo sgabello della cucina.

Sospirai affranto.
«Non è come pensi, non volevo evitarti...» cercai di spiegare, ma venni interrotto.

«Quindi uscire di soppiatto senza salutarmi e cercando di non attirare la mia attenzione, non significa "evitare una persona"?»
disse voltandosi verso di me, con un'espressione abbastanza frustrata.

«No... non è così, la cosa è differente» venni di nuovo interrotto.
«Ah... quindi mi stai dicendo che non stai sgattaiolando fuori?» i suoi occhi si strinsero in due fessure.

«No, cioè sì, ma non per quello che pensi tu. È... complicato e al momento non posso spiegarti» sospirai.
Non volevo coinvolgere i miei amici in questa storia.

«Al per quanto riguarda ieri sera e l'altro giorno... mi dispiace. Sono stato un cretino, mi sono fatto sopraffare dalla rabbia e dall'orgoglio, ma anche dalla delusione. Non mi sono fidato più di nessuno, ma ho sbagliato perché tu sei il mio migliore amico e lo sei da molto, moltissimo tempo. Scusa, Al. Non mi sono comportato da vero amico e tu non lo meritavi. Spero che mi perdonerai. Io... ti voglio bene, più di quanto immagini» ammisi.

Mi fu abbastanza difficile dire tutto ciò, infatti non ero riuscito a guardarlo in faccia.
Dopo aver detto questo, non gli diedi l'opportunità di rispondermi ed uscii di casa per raggiungere Stevee e la sua squadra.

Arrivai all'edificio alle 05:35am, con cinque minuti di ritardo...

«Lewis! Finalmente sei arrivato! Quando dico di arrivare per le 05:30 pretendo la massima precisione! Chiaro?!» mi urlò contro Stevee.

Ecco che ricominciava. Mi faceva sentire davvero stupido.

«Ho fatto solo 5 minuti di ritardo, non credo sia una tragedia» borbottai.

«Sarà una tragedia se farai di nuovo ritardo la prossima volta. Ora seguimi» si girò e chiamò gli altri, dopodiché entrò nell'edificio.

Lo seguii insieme ai ragazzi e ad un certo punto uno di questi mi spinse lievemente con la spalla.
«Hey sta' più attento» mugugnai.

Il tizio si voltò verso di me.
«Non ti avevo visto» disse con un ghigno.
«Allora hai bisogno di una visita oculistica, per un soldato credo sia necessario» lo stuzzicai.

Il tizio fece un'espressione maligna.
«Oppure sei invisibile, demone»
Drighinai i denti, ma mi ricordai di non dover sprecare tempo e forze per questi imbecilli.

Arrivammo nella stanza dove la sera prima avevamo parlato della missione e, Stevee si posizionò dietro al tavolo.

«Silenzio!» gridò.
Tutti si zittirono, a quanto ho capito Stevee aveva un certo effetto sui suoi soldati.

«Da oggi iniziano le indagini! Non possiamo sprecare altro tempo. Ad ogni minuto che passa, la Terra rischia la sua fine con un criminale in possesso del flusso. Inoltre non possiamo deludere il Trono, la Bilancia e lo stesso Chapman: tutti loro confidano in noi! Voglio vedervi svegli, veloci, intraprendenti, chiari e precisi! Non voglio errori o distrazioni! Tutto chiaro?!»

DANNATOWhere stories live. Discover now