Prologo

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Un essere come me non può avere il privilegio di innamorarsi.

Non deve provare affetto per qualcuno. Non vuole amare nessuno.

Eppure io sono qui ad osservarla dall'albero di casa sua mentre legge un libro nel giardino, stesa sul prato.

La sua pelle bianca risplende alla luce del sole, i suoi capelli castani, raccolti in una mezza coda, danzano nell'aria mossi dal vento, i suoi lineamenti perfetti sono messi in risalto dal verde del prato.

Anche da questa altezza riesco a notare il luccichio nei suoi occhi ambrati e le sue lentiggini colorarle il volto.

Lei non sa che io sono qui, ma ciononostante, la vedo alzare ogni tanto gli occhi al cielo come se stesse cercando qualcosa,
qualcuno.

È sbagliato. Non dovrei essere qui.

Cosa ci fa un essere con le ali dorate e pieno di odio e sofferenza come me ad osservare una creatura meravigliosa e pura come lei?

Semplice: il mostro è innamorato e la venere è la vittima, la sua vittima.

Si dice che l'amore è una cosa bellissima, che faresti di tutto per la persona amata... rischieresti la morte.

Peccato, io non posso morire, ma il solo pensiero di vederla soffrire mi strugge.

Non merito di amarla, ma posso proteggerla: restandole lontano.

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