16. Gelosia

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«AL JONATHAN DAVIES!» sbraitò Melissa dal bagno.
Al sbuffò e fece una smorfia, scocciato.
«Che c'è?!» urlò senza muovere un muscolo dalla poltrona.
«C'È CHE LA TUA FIDANZATINA HA APPENA LASCIATO IL SUO PAIO DI SLIP NELLA LAVATRICE SBAGLIATA! IO NON PULIRÒ LA SUA ROBA INTIMA!»
Ridacchiai dando un colpetto sulla spalla di Al.
Anche lui rise e subito dopo fece una smorfia per soffocare le risate.
«Non ha sbagliato. Le ha dimenticate qui ed io le ho messe in lavatrice. Tutto qui» fece spallucce.
Melissa si precipitò nel salone a grandi passi. Si piazzò davanti al mio amico e sventolò le mutandine di pizzo rosse e azzurre davanti la faccia del biondo.
«Allora le sistemi tu!» gliele lanciò addosso e lui ghignò divertito.
Melissa arricciò il naso e si girò di colpo sventolando la sua lunga chioma corvina; alzò i tacchi e tornò da dove era venuta.
«Da quando in quando Amanda lascia le mutandine a casa tua?» gli diedi una gomitata.
«Da un po'» fece un gesto di ovvietà con la mano e mi fece l'occhiolino.

Andai in veranda per fumarmi una sigaretta e il vento mi scompigliò i capelli. Una forza mi tirò la testa all'indietro per poi spingermela in avanti andando a sbattere sulla ringhiera.
Questo non era a causa del vento però.
Andai all'indietro e mi portai instintivamente una mano sulla fronte, alzai lo sguardo e...CALEB.
Mi prese per il colletto della maglia e mi alzò di poco da terra spingendomi contro la parete.
«Cosa cazzo stai facendo?» dissi a denti stretti.
«Tu sei andato da lei!» grugnì.
«E quindi? Qual è il problema, anche tu me l'hai consigliato» stirai un ghigno compiaciuto.
Caleb mi tirò un pugno sul naso, spaccandomi il labbro superiore.
Mi lasciò e caddi per terra, con il volto sanguinante.
«

Ti diverti, eh Damon?» aveva la fronte corrugata e un filo d'amarezza nella voce.
Lo guardai schifato.
«Caleb è meglio se mettiamo le cose in chiaro: non è un maledettissimo gioco. Io e Catherine ci amiamo e non so sinceramente perché tu sia così ostinato nel dividerci. Per favore, metti fine a questa storia. Siamo amici, anzi direi fratelli... perché farci guerra?» cercai di farlo ragionare.
Caleb mi guardò dall'alto in basso con uno sguardo pieno d'odio.
Mi alzai velocemente da terra e mi allontanai giusto a distanza di sicurezza.
«Perché? PERCHÉ?!» mi urlò contro. Era fuori di sé.
Chiamai Al, che era nel soggiorno, con un gesto della mano e subito accorse.
«Cosa sta succedendo qui?» disse cauto.
Caleb lo guardò furibondo e poi rivolse il suo sguardo di nuovo su di me.
Al si avvicinò a Caleb, lentamente.
«Hey amico, va tutto bene...» cercò di rassicurarlo. Stava avanzando verso di lui con le mani alzate.
Caleb lo fulminò con gli occhi e gli urlò contro.
«NON TRATTARMI COME UN RINCOGLIONITO!»
Al indietreggiò.
Melissa sentì le urla dalla cucina e ci raggiunse.
«Hey Caleb» si avvicinò cauta, ma non lo diede tanto a vedere come aveva fatto Al.
«Non ti agitare per nulla. Va tutto ok. Lasciali perdere, va bene?» Era riuscita ad avvicinarsi, tanto da mettergli una mano sul volto e a calmarlo.

Quando Melissa aveva poggiato la mano sulla guancia di Caleb, lui aveva chiuso gli occhi e rilassato i muscoli.
Prese un gran respiro e riaprì gli occhi.
Mi guardò, come mortificato.
A quel punto incrociai lo sguardo di Al perplesso. Anche il mio migliore amico lo era.
Pensai che il ragazzo con la chioma castana avesse dei gravi problemi di bipolarismo.

«Mi spiace ragazzi. Non so cosa mi sia preso.» aveva abbassato lo sguardo.
«Tranquillo» rispose Al.
Melissa prese per mano Caleb e, dopo aver guardato preoccupata me e il biondo, lo accompagnò in cucina con lei.
Mi sedetti sulla sedia di legno e mi portai una mano alle tempie, massaggiandomele.
Al si appoggiò alla ringhiera di fronte a me, guardandomi ansioso.
«Non va bene così. Assolutamente» scosse la testa.
«Non me lo dire. Non so cosa gli prende, è fissato con Catherine. Pensa che ci sia una sfida tra me e lui» spiegai al mio amico.
Al aveva un'espressione pensierosa.
«Spero che questa storia finisca presto, non voglio vedere uno dei miei fratelli in questo stato e assolutamente non voglio essere pestato di nuovo!» sbraitai.

Dopo cena, uscii di casa. Avevo bisogno di vedere Amanda, dovevo chiederle un consiglio su tutta questa sgradevole storia.

Ci incontrammo sulla spiaggia e facemmo una passeggiata.
Amanda era impeccabile come al solito: i suoi capelli biondi quasi bianchi le ricadevano sulle spalle arrivando con le punte alla vita, indossava una camicetta color lilla con una piccola scollatura e i jeans a vita alta, il tutto abbinato a delle ballerine del medesimo colore della camicia; ora capisco perché Al in quegli ultimi giorni si fosse dato una sistemata.
Avevo spiegato il problema alla mia nuova amica e lei mi aveva ascoltato senza fiatare.
«Quindi secondo te cosa dovrei fare adesso?» la guardai supplichevole. Era ottima nel dare consigli e speravo che ne avesse anche in questa occasione.
«Beh, è difficile da dire» fece schioccare la lingua sotto il palato.
Perfetto, dovevo continuare a subirmi la furia incontrollata di Caleb.
«Ma nulla di impossibile» mi sorrise.
Sapevo che era la persona giusta a cui chiedere aiuto.
«Hai mai pensato di rappresentare una minaccia per il tuo amico?»
Che? Io una minaccia per Caleb? Questa era bella.
«Ehm, no» ammisi alzando le sopracciglia.
«Oppure che provi gelosia nei tuoi confronti» mi guardò come per farmi riflettere su quello che aveva appena detto.
Mi sembrava strano: perché Caleb sarebbe dovuto essere geloso di me?
Era un ragazzo attraente, emozionante, simpatico e leale, tra l'altro un vero e proprio Latin Lover.
«E anche se fosse?» le chiesi, per cercare di capire dove volesse andare a parare.
«Non ci arrivi neanche un po'?» sbattè le ciglia come per sottolineare l'ovvietà del discorso.
Continuai a guardarla senza capire e lei sbuffò.
«Lui è geloso di te, probabilmente per la tua posizione: sei un leader, non ti fai mettere i piedi in testa, sei affascinante, puoi avere tutto ciò  che vuoi facilmente, non t'importa del giudizio altrui, etc etc...»
In effetti...
Ma no. Non ero il tipo da invidiare.
«Tu però non ti accorgi della tua posizione, perché sei tormentato dall'idea di essere dannato. Ora hai trovato anche l'amore della tua vita, cosa che non accade a tutti. Caleb è semplicemente invidioso e vuole portarti  via almeno una delle tue fortune. Però non sa che per te Catherine è più di un'opportunità o di una semplice ragazza di compagnia, non ha capito che Catherine per te vale molto di più di ciò che hai messo assieme» Amanda si fermò, constatando la mia reazione.
La teoria aveva senso, ma come facevo a scoprire se era vero?

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