38. Bianco

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Damon

L'ambiente all'interno dell'Annunziatore era umido e lo spazio non era molto grande, eravamo tutti abbastanza stretti.

Mi chiesi cosa stessero facendo gli altri e a cosa stessero pensando.

Li avevo trattati malissimo, ma l'avevo fatto per il loro bene.

«Damon»

Mi voltai verso Oskar che era seduto al mio fianco.

«Qual è il piano ora?»

Bella domanda.

«Appena saremo lì, ci inventeremo qualcosa»

Oskar alzò il mento e poi annuì.

Mi mancavano i miei amici, non avrei mai immaginato di affrontare una prova del genere senza di loro.

                                        ~·~

Avevo appena trovato una caramella nella tasca del jeans, quando l'ombra si scaraventò sul suolo facendoci sobbalzare.
Ecco che si aprì e noi rotolammo al di fuori.

Finii su un pavimento soffice e luminoso, bianco candido.

Eravamo giunti a destinazione.

Il Quartier Generale dei Cieli: la Bilancia.

Oskar mi mise una mano sulla spalla.

«Dimmi, è rimasto come in passato?» disse sospirando.

«Sì, non è cambiato nulla» risposi.

Lui sospirò ancora, poi alzò il capo.

Capii la sua esitazione.
Non riuscire a vedere quel posto era una tortura.
Anche se la Bilancia non era affatto un qualcosa di pulito e giusto, era pur sempre una parte del Paradiso, era colma di beatitudine celeste.

«Entriamo?» chiese poi.

Io irrigidii le spalle e mossi il primo passo verso l'imponente edificio.

~·~

«Sicuro che sia credibile?» chiesi incerto ad Oskar.

«Non riesco a vederti, ma credo che sia l'unico modo per entrare lì dentro senza difficoltà» constatò l'Escluso.

«E va bene. Vado»

Oskar mi salutò con la mano.

Ero agitato, ma cercavo di non darlo a vedere.
Al minimo errore, saremmo stati tutti morti.

Ero davanti ad una delle porte più grandi e specchiate che esistono nell'Universo; l'ansia non poteva che aumentare.

Deglutii e poi entrai.

Varcato l'enorme portone, mi ritrovai all'interno dell'Organizzazione Suprema della Giustizia Terrena.
Oh sì, ero proprio nella tana del lupo.

«Ha bisogno di aiuto?»

Una voce acuta mi rivolse la parola.

Mi voltai e mi ritrovai davanti una donna in un'uniforme nera e con i capelli raccolti in uno chignon.
Aveva uno sguardo accogliente, ma non del tutto sincero.

Comunque avrei dovuto dar a vedere di essere un membro di quel complesso, altrimenti addio copertura.

«Ehm sì, grazie. Sto cercando la... sala dei ministri» buttai lì.

La donna angelo mi guardò interdetta, ma poi sorrise apertamente e mi indicò il piano.

Ovviamente non c'erano né scale, né ascensori, né tutte le altre vie di mezzo usate dagli umani per poter salire di piano in piano: qui si usavano le ali, o (per le cariche più alte) la smaterializzazione.

DANNATOWhere stories live. Discover now