28. Il colpevole

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William era stato astuto, molto astuto.
Ma ora l'avrebbe pagata cara, molto cara.

Arrivai a casa di Louis e atterrai sulla spiaggia di fronte; senza farmi vedere controllai dalle finestre se qualcuno fosse in casa.

Finalmente la fortuna era dalla mia parte, non c'era un'anima viva.
Buon per me.

Entrai di soppiatto e mi diressi verso la sua stanza.

Aprii la porta sperando che lui non si trovasse all'interno e che Dio sia lodato, non era neanche lì.

«E ora vediamo dove l'hai nascosta brutto bastardo» mormorai e subito dopo feci scrocchiare le dita.

Frugai nei cassetti della scrivania, sulle mensole, nel baule vicino al letto, dietro e sotto il comodino, sotto il cuscino, nell'armadio... ma non c'era traccia della fiala.

Sbuffai insoddisfatto.

Rimisi le cose in ordine, per non creare sospetti e appena finii, sentii un rumore provenire dall'ingresso.

Qualcuno era entrato.

Mi guardai intorno per cercare un posto in cui nascondermi, ma nella camera di Will non era il caso, perciò cercai di trovare una finestra dalla quale filarmela, ma dovevo passare per il corridoio: la stanza di William era l'ultima in fondo e senza finestra!

Ecco la sfortuna che mi era tanto mancata.
Così mi nascosi dietro la porta.

Era proprio Will colui che era tornato.
Stava parlando al telefono quando entrò nel corridoio accendendo la luce. Mi strinsi di più alla parete e avvicinai la porta ancora di un po', cercando di limitare lo spazio tra questa e la parete.

Will entrò in camera lanciando uno zaino sul letto. La mia attenzione ricadde proprio su esso: magari la boccetta era lì dentro. Dovevo mettere le mani su quello zaino.

«NO! Forse non hai capito! Questi mi stanno addosso! Non c'è più tempo, devo disfarmene ora» urlò al telefono.

Capii al volo di cosa stesse parlando e cercai di azionare il registratore vocale sul telefono, ma dimenticai di togliere la suoneria così si sentì il pulsante di accensione.

Fortunatamente Will non lo sentì.
Tirai un sospiro di sollievo.
William doveva essere beccato e avevo bisogno delle prove per poterlo portare da Stevee.

«Non mi interessa. Hanno beccato McCooney, è impossibile che non riescano ad arrivare a me. E poi, quello stronzo di Lewis è con loro. Non ci vorrà molto prima che mi scopra, per quanto sia un bastardo, non è stupido» disse.

Sorrisi compiaciuto, per una volta mi aveva fatto un complimento.

«Lei? Nah, non sospetta di nulla. Cosa dovrebbe pensare? È completamente cotta di me! Mi sta tanto attaccata che alcune volte devo nascondermi per non farmi trovare. È incredibile come una semplice pozione possa mandare in estasi una persona, cade completamente ai tuoi piedi» sentii la sua risata compiaciuta.

Digrignai i denti. Era un verme schifoso, non meritava di mostrare il suo bel faccino sulla Terra, doveva dannarsi nelle tenebre.

Troppo nervoso per ciò che avevo ascoltato, per sbaglio mossi la porta e ovviamente il verme se ne accorse.

Imprecai in silenzio.

Will smise di colpo di parlare e si avvicinò alla porta.

«Aspetta un attimo. Credo di avere visite...»

Afferrò piano la maniglia e, quando la spalancò all'improvviso, io, pronto, gli sferrai un pugno in faccia.

Will fece cadere il telefono e imprecò andando a sbattere sulla parete.

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