3. sei ancora pazza di me

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Erano passati poco più di cinque minuti dal momento in cui avevo trovato il suo profilo su instagram. Dopo aver dedicato il tempo necessario a leggere la biografia -poco meno di venti secondi, visto che era quasi vuota- e il resto del tempo a guardare nei minimi dettagli le foto che aveva pubblicato. Una con delle amiche, una seduta al tavolino di un bar, una in costume su una barca. Chiaramente, mi concentrai di più su quella. Il suo fisico era asciutto, ma non privo di curve, anche ben accentuate. Considerando la sua fisicità solo una manciata di anni prima, doveva aver fatto parecchi sforzi per arrivare dov'era ora.

Indugiai un attimo prima di decidere se inviarle un messaggio, le mie dita erano a pochi millimetri dallo schermo del telefono mentre pensavo se ne valeva la pena e se mi avrebbe mai risposto. Capii poi che non c'era nulla da perdere, così scrissi un semplice saluto, inviandolo senza ripensarci.

fbernardeschi:
ehi!

Riposi il telefono nel mobile e decisi che era arrivato anche per me il momento di andare a fare una corsa, anche solo per passare il tempo. Mi preparai in fretta e furia e recuperai solo all'ultimo le mie cuffiette con il telefono, in modo da ascoltare la musica e tenere traccia del percorso che avevo fatto.

Correre mi aveva sempre rilassato, soprattutto se la musica era quella giusta. Per quell'oretta di esercizio fisico riuscivo a scacciare tutti i pensieri, belli o brutti che fossero, e mi concentravo solo sul ritmo delle canzoni, rendendolo compatibile con il movimento delle mie gambe.

Chiusi la porta di casa dietro di me senza avvisare nessuno della mia partenza. All'inizio mi piaceva stare in casa con mia sorella, ma in quel momento mi pesava, e non poco. Avevo una casa in Toscana, ma lei mi aveva proibito categoricamente di metterci piede perché sarei restato da solo gran parte del tempo, e secondo lei questo mi avrebbe fatto rincoglionire ancora di più. Forse aveva ragione, ma sicuramente non lo avrei mai ammesso, troppe orgoglioso per dare ragione a mia sorella.

Durante tutta la corsa sperai, nei meandri più profondi della mia mente, di incontrare di nuovo Alessia, di essere nuovamente così distratto da andare a finire contro di lei e che mi cadesse addosso, o che semplicemente mi stesse vicino un po'. Ero consapevole, però, del fatto che fosse abbastanza difficile che venisse a correre due volte in una sola giornata, per di più a distanza di poche ore.

Il cellulare mi vibrò in tasca e io mi fermai un attimo per controllare la notifica che mi era appena arrivata, sorridendo non appena lessi il nome.

alessiapucci:
Bernardeschi, ciao!

Cercai per un attimo di prendere fiato e pensai velocemente a cosa risponderle, ma lei mi anticipò facilmente.

alessiapucci:
toglimi una curiosità, come hai fatto a sapere il mio cognome e a trovarmi su instagram?

fbernardeschi:
in realtà hai fatto tutto tu dicendomi che eri in classe con me alle superiori ;)

alessiapucci:
e io che pensavo che se ti fosse andata male la carriera da calciatore avresti potuto fare il detective! a quanto pare dovrai per forza fare le pubblicità per il fittea sulle storie di instagram per sopravvivere

fbernardeschi:
non che tu mangi pane e volpe a colazione, visto che nonostante tu faccia tanto la sostenuta con me è bastato che mi cadessi addosso per svelarmi il tuo nome

alessiapucci:
sono ancora in tempo a bloccarti, non illuderti troppo

fbernardeschi:
fai la dura ma sei ancora pazza di me

complici, federico bernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora