29. andare piano

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Dopo quella rivelazione, Alessia era rimasta ferma al suo posto, l'aveva guardato senza dire nulla e aveva cercato nella propria tasca l'accendino e le sigarette, prendendone una e portandosela alle labbra. Federico la osservava, cercando di captare ogni movimento per capire a pieno la sua reazione a quelle parole, ma non capì proprio nulla, come al solito con lei. I suoi occhi azzurri lo scrutavano, pensando a ciò che era appena successo e cercando di metabolizzare il tutto. Lui era andato oltre, e gliel'aveva appena confessato. Mentre passava in rassegna ogni suo gesto, dal primo all'ultimo che aveva compiuto da quando era arrivata a Torino, per cercare di capire se avesse potuto intuirlo prima, fermare quella storia prima che arrivasse a quel punto. Una parte di sé, quella che risiedeva nel suo petto, galoppava velocemente, contenta che finalmente quel momento fosse arrivato. Lo strascico di sentimenti che probabilmente non l'aveva mai lasciata si era ravvivato in quei mesi di vicinanza, dove avevano condiviso molto più che solo sesso. Le loro conversazioni a tarda notte, le chiamate infinite, le prese in giro leggere e il continuo contatto fisico, anche delicato, che cercavano di continuo, erano ciò che in parte avevano fregato anche lei. L'unica differenza tra i due era che, mentre lui finalmente aveva fatto pace con il proprio cervello, lei no, e la sua parte razionale, quella che ragionava e calcolava tutto, voleva tirarsi indietro, voleva fermare la serata esattamente in quel momento e sgattaiolare fuori dalla scena, come se fosse su un palco scenico e potesse facilmente nascondersi dietro le quinte e scappare.

«Senti, non importa. Torniamo a casa?» il ragazzo scosse la testa. Sicuramente non era quella la reazione che avrebbe voluto avere, però cosa si sarebbe dovuto aspettare da lei? Non era stata una buona idea dirglielo, se lo sarebbe dovuto tenere per sé e cercare di smaltirla in qualche modo. La ragazza annuì, pensando ancora a quello che era appena successo. Federico annuì e le indicò la strada per tornare indietro, per poi camminarle accanto in silenzio. Cosa aveva ottenuto con quella confessione? Solo imbarazzo tra i due. Forse non ne era valsa la pena. Si era bruciato l'ultima occasione che aveva di passare la notte con lei e probabilmente non l'avrebbe più rivista, o almeno non si sarebbe più potuto comportare come aveva sempre fatto.
Il viaggio verso casa sua fu veloce, interrotto solo da alcune frasi quasi sussurrate dai due per cercare di non far andare avanti quel silenzio imbarazzante.

«Io vado... a dormire» le disse, lasciando le chiavi di casa sul mobiletto vicino alla porta. Alessia si muoveva nervosamente, come se non fosse mai stata lì e non si sentisse pienamente a proprio agio. Tante cose le passavano per la testa in quel momento e non sapeva esattamente cosa fare, cosa dire. Non pensava che sarebbe finita così, con lui che ammetteva i suoi sentimenti. Pensava che sarebbe stata lei la prima a cedere, eppure il ragazzo l'aveva stupita per l'ennesima volta. Si annotò mentalmente che avrebbe dovuto dire a Nicola che aveva torto, perché a quanto pareva un uomo si poteva conquistare con il sesso.

«Va bene, ti raggiungo tra un attimo» gli rispose, senza nemmeno dargli così tanta attenzione, ripensando solo alle sue parole. Come si sentiva a riguardo? Felice, da morire. Era così bello avere qualcuno a piacere veramente e, pensandoci bene, Federico gliel'aveva dimostrato molte volte. Tutti quei gesti, quelle carezze, quelle parole sussurrate e quelle mattine passate tra coccole e baci leggeri, tanto più intimi di quanto potesse mai essere il sesso.

Cosa avrebbe dovuto fare? Dirgli di sì, che anche lei sentiva lo stesso, oppure dirgli di no e rinunciare a tutto quello che avevano? Il loro rapporto era stato duro da costruire, ma si trovavano veramente bene insieme. Non sapeva con chi parlarne, sicuramente non Nicola né Anna, e Marco e Anna probabilmente stavano dormendo. Se la sarebbe dovuta vedere da sola, almeno quella volta, e non aveva la minima idea di cosa fare. Eppure, il solo pensiero di perdere tutto quello che avevano costruito la faceva stare male. Mai con nessuno si era aperta così tanto e così in fretta come aveva fatto con lui, si sentiva a suo agio a parlare di qualsiasi cosa con Federico, lui non l'aveva mai giudicata e sapeva che non l'avrebbe mai fatto. L'aveva sostenuta, abbracciata, era stato orgoglioso di lei e le aveva asciugato le lacrime quando ce n'era stato bisogno.
Chi meglio di lui, per tornare a provare qualcosa?
Scosse la testa, forse non era il caso. Proprio lui, che il cuore gliel'aveva già spezzato?

complici, federico bernardeschiWhere stories live. Discover now