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«È stato tutto distrutto, Dong-gu è stata rasa al suolo. Dobbiamo andarcene da qui» disse Luhan.

«Jongdae, Gi Ae,Sehun verrete con noi a Busan»

«A Busan?» domandò Jongdae.

«Si. Il signor Kim ha una villa là, vi ci porteremo»

«E voi?» continuò Sehun.

«Noi ci riuniremo con gli altri per discutere della morte di Minseok»

«Le linee telefoniche sono fuori uso. Io e Tao torniamo in città a recuperare delle auto e verremo a prendervi» disse un uomo rivolto a Luhan.

«D'accordo»

Jongdae, seduto in un angolo, non ascoltava. Nel suo cuore c'era solo un pensiero...Minseok.

Lo aveva odiato, lo aveva amato poi odiato di nuovo per poi rendersi conto che lo avrebbe amato per sempre.

«Jongdae» la voce di Luhan, in quel momento, gli sembrò ovattata, lontana.

«Jongdae lui ti amava. Lo avrebbe fatto mille volte»

«Non dite niente. Non voglio sentire. Non voglio sapere nulla» sussurrò con voce spezzata Jongdae.

«Jongdae» Sehun cercò di abbracciarlo ma Jongdae si spostò bruscamente.

«No..no..no...lasciatemi in pace. Questo è un incubo un maledetto incubo. Voglio svegliarmi! Voglio svegliarmi nel mio letto...nel nostro letto» gridò inginocchiandosi a terra, mentre con i palmi delle mani si copriva le orecchie.

«Jongdae, coraggio» sospirò Luhan.

«No...no...no...io non voglio che..io...» le parole gli morirono in gola.

A cosa serviva urlare tutto il suo amore in quel momento? Ormai non aveva più senso amare Kim Minseok. Kim Minseok non c'era più.

Gi Ae, con l'aiuto di Luhan, riuscì a recuperare qualche abito, la notte stava calando e l'aria diventava via via più fredda. Dopo parecchie ore arrivarono gli uomini di Luhan con due auto. Saliti tutti partirono alla volta di Busan.

Erano appena usciti dal vialetto privato che Jongdae si voltò verso la casa, per dare un'ultima occhiata a ciò che aveva perso. Nel buio della notte gli parve di vedere un ombra, una macchia scura muoversi lungo la strada che veniva dalla città.

«Fermo!» gridò «Ferma l'auto!»

L'autista ubbidì e appena la vettura ebbe arrestato la sua corsa Jongdae scese. Mosse qualche passo poi iniziò a camminare verso casa. Nel buio cercava di capire cos'era quell'ombra appoggiata al muretto.

In quel momento un piccolo, debole raggio di luna andò a posarsi proprio su quell'ombra che si rivelò essere un corpo. Il corpo di un uomo.

Jongdae accelerò il passo per poi prendere a correre.

«Jongdae dove vai?» gridò Luhan.

Ma ormai lui era lontano dall'auto e non sentiva l'uomo chiamarlo. Sentiva solo un nome...Minseok...nel suo cuore.

«Minseok!» gridò Jongdae a squarcia gola «Minseok» ripetè «Min!»

L'uomo, appoggiato al muretto, alzò la testa e vide quel viso. Quel viso che non lo aveva mai abbandonato. Quel viso che, mentre l'acqua lo trascinava via, non aveva mai lasciato i suoi occhi.

«Min» un dolce sussurro gli arrivò mentre un esile corpo si stringeva al suo.

«Jongdae» sospirò l'uomo, in preda all'affanno.

Odio & AmoreWhere stories live. Discover now