4.

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Entrò nella stanza, un locale accogliente. Mobili scuri e pesanti trasmettevano un senso di pace, le tende bianche spiccavano fra la tappezzeria e i tappeti scuri. Le lenzuola bordeaux si sposavano con una soffice coperta color panna.

Era la camera da letto più bella che avesse mai visto. Restò immobile davanti alla porta chiusa. La sua attenzione cadde su Minseok che stava leggendo delle carte

«Allora vieni?» chiese l'uomo con tono freddo, senza distogliere lo sguardo dai fogli che aveva tra le mani.

Jongdae avrebbe voluto piangere, di nuovo, ma non gli avrebbe dato anche quella soddisfazione. Si avvicinò al letto, si infilò sotto le coperte e diede le spalle a Minseok. L'uomo posò le carte sul comodino e spense la luce. Lo cinse con un braccio tirandolo, con forza, verso di sè. La schiena di Jongdae sbattè contro il petto dell'uomo.

«Allora piccolo che vogliamo fare questa notte?» gli sussurrò quasi maligno.

Jongdae non rispose, non riusciva nemmeno a respirare, sperava solo che tutto finisse al più presto. Le mani di Minseok scivolarono gentilmente sul suo corpo, lentamente gli sfilarono la miglia del pigiama che usava per dormire di solito. Jongdae teneva gli occhi stretti, la mascella serrata, quasi dolorante .Sentì Minseok sfilarsi la maglia. Il calore del suo petto si diffuse velocemente sulla sua schiena.

Gli toccò dolcemente i capelli e posò le labbra sul suo collo. Lambiva piano piano la pelle della sua spalla, alternandosi alla schiena. Jongdae cominciò a sentirsi sempre più debole, le braccia erano diventate pesanti, le gambe quasi non le sentiva più.

Ma cosa gli stava succedendo? Non si era mai sentito così! Strinse di nuovo i pugni e una lacrima scappò dai suoi occhi serrati.

«Sei mio Jongdae» sospirò Minseok al suo orecchio, mentre la sua mano gli stringeva il fianco.

Lo girò verso di se e le mani di Jongdae si posarono sul suo petto. Di scatto il ragazzo aprì gli occhi ritrovandosi incatenato ad uno sguardo insostenibile. Senza distogliere gli occhi da lui Minseok lo baciò in maniera quasi famelica.

Per un attimo il cervello di Jongdae si scollegò e il suo corpo si mosse da solo, senza che alcun comando provenisse dalla testa del ragazzo. Le sue braccia si strinsero al collo di Minseok mentre la sua gamba gli si piegò sul fianco.

Minseok lo tirò ancor più verso di sè, facendo aderire i loro corpi. Sentiva il cuore di Jongdae battere impazzito contro il suo torace. Lo avvolse con le braccia, come se avesse paura di perderlo, approfondendo il bacio sempre di più.

Bloccato fra le braccia dell'uomo Jongdae si abbandonò di nuovo al sapore di quella bocca.

Dopo averlo lasciato senza fiato Minseok si staccò.

«Buona notte piccolo»

"un passo alla volta...un passo alla volta..." pensò Minseok

Jongdae, leggermente scosso, fece per alzarsi dal letto.

«Dove vai?»

«I..in camera mia»

«Resta qui» la mano del maggiore gli strinse dolcemente un polso trascinandolo di nuovo sotto le coperte. Appoggiò il viso al petto di Minseok e lì si addormentò.

La mattina, quando si svegliò, si trovò solo nel letto dell'uomo.

Sul suo comodino un biglietto:

* starò fuori per due giorni, devo sbrigare una faccenda a Busan . Non ti ho svegliato perché russavi di gusto, forse ieri sera hai nuotato troppo...se vuoi invitare tuo fratello lo sai che questa è casa tua. A presto piccolo.

Odio & AmoreWhere stories live. Discover now