5.

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Sdraiato sul letto di Minseok cercando di allontanare, dalla mente, le mille nozioni appena studiate lasciò cadere la testa sul cuscino e respirando un profumo, ormai, familiare si addormentò. Quella notte sognò Minseok, in un vicolo buio. La stradina, avvolta da una nebbia spessa era spaventosa. Jongdae, che vedeva la scena come un regista che sta girando un film, sentiva il cuore battergli pesante nel petto. Un senso di angoscia lo attanagliava all'altezza della gola. Sembrava di stare in un film muto, nessun rumore solo un silenzio assordante. Un uomo, dal volto nascosto nell'ombra, puntava una pistola al petto di Minseok. Due parole risuonarono in quella via deserta.

<<Muori bastardo>>

Uno sparo, un corpo che cadeva a terra rilasciando un tonfo sordo e, nella realtà, Jongdae, che scattando seduto sul letto, gridava il nome di Minseok.

Il suo respiro era veloce, spezzato. Le tempie gli pulsavano dandogli un senso di svenimento. Il suo corpo, madido di sudore, rabbrividì all'aria fresca della mattina.

«Hey piccolo, che succede?» una voce morbida, gli accarezzò l'orecchio.

Jongdae si voltò di scatto e nella penombra della stanza riconobbe, nell'uomo sdraiato accanto a lui Minseok.

«Oddio! Sto ancora sognando! Ma perché adesso ti devo anche sognare? Ma sei un incubo!!» sospirò Jongdae, stendendosi sotto le lenzuola, mentre la testa ancora gli girava.

«Veramente sono reale»

«Si certo! E io sono il tuo dolce maritino! Ma smettila e taci così magari io mi sveglio!» sbuffò lui in preda alla nausea.

«Piccolo, davvero vorresti essere mio marito?»

«Si certo, nello stesso modo in cui desidero farmi mangiare da un leone»

«Sei veramente ridicolo. Perché hai gridato il mio nome?»

«Ho sognato che venivi ucciso»

«E...»

«E cosa?»

«E tu ne eri dispiaciuto?»

«Beh in effetti...» Jongdae ripensò a quel senso ti terrore provato mentre il corpo esanime dell'uomo cadeva a terra.

«Davvero?» sussurrò Minseok stringendolo a se.

Jongdae rimase per un attimo immobile, poi allungando una mano a tastare il corpo dell'uomo deglutì sprofondando nell'imbarazzo

«Ma...ma sei qui, cioè sei davvero qui? Cioè non è un sogno questo? Sei proprio qui nel mio letto?»

«Si sono reale, te l'avevo detto. Non stai sognando. E no, non sono nel tuo letto, sei tu che sei nel mio. A proposito com'è che sei nel mio letto?»

«I..io non lo so, di là non riesco a dormire. Scusa»

«Puoi dormire qui se vuoi, con me» disse Minseok dolcemente.

Jongdae scivolò lentamente dentro quell'abbraccio, ritrovandosi faccia a faccia con Minseok.

Aveva degli occhi veramente belli ed intriganti. Per un attimo, Jongdae, desiderò perdersi in quel mare oscuro.

«Vieni qui...» sussurrò il padrone della stanza tirandolo a sé.

E tornarono di nuovo quei baci che gli facevano perdere il contatto con la realtà. Un dolce calore lo invase, mentre la bocca di Minseok si schiudeva sulla sua.

Minseok gli regalò un bacio che lo lasciò quasi tramortito, il suo cervello era completamente fuori uso ,e quando si staccò dalle sue labbra lui sussurrò una parola

Odio & AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora