12.

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Rimasto solo, Minseok andò da Sehun.

Il ragazzino era seduto sul letto, le gambe magre ciondolavano nel vuoto mentre i suoi occhi erano sul punto di cedere alle lacrime che, prepotenti, tentavano di uscire .

«Hey tesoro. Gi Ae ti ha preparato un bicchiere di latte con dei biscotti» gli sorrise il padrone di casa.

«Grazie» rispose il ragazzino asciugandosi una lacrima col dorso della mano.

«Allora mi racconti cos'è successo?» domandò Minseok sedendosi a cavalcioni sulla sedia della scrivania.

«Jongdae non ti ha detto nulla?»

«No»

«Ma...io.. non so...se...» tentennò Sehun.

«Sehun se siete nei guai e non mi dite nulla io come posso aiutarvi?»

«Jongdae ed io ce n'è andiamo via»

«E dove?»

«Non lo so»

«Un bel programma!» sospirò Minseok, guardando fuori dalla finestra.

Sul vetro picchiettavano le prima gocce di pioggia, l'inizio di un temporale e Jongdae si era incamminato a piedi.

«Sehun dimmi cosa vi è successo»

«Papà mi picchia e Jongdae non vuole che ritorni a casa»

«Non doveva andare da solo!» disse Minseok, più a se stesso che a Sehun, alzandosi in piedi di scatto.

«Gli farà del male! Lo picchierà e chissà cos'altro! È pazzo hyung! Lo devi aiutare! Lo so che non gli vuoi bene, però lui ti ama...ti ama tanto...Minseok hyung?»

Jongdae lo amava, lo amava tanto e lui non gli voleva bene.

Quello che aveva detto Sehun era vero, lui non gli voleva bene. La parola bene era troppo piccola per contenere tutto quello che provava per quel piccolo pazzo.

Si, proprio pazzo! Perché da un momento all'altro nella sua testa qualcosa era esploso per fargli cambiare idea sulla verità delle parole che si scambiarono la notte prima della sua partenza per Pechino, quella notte perfetta, meravigliosa, dove le parole di Jongdae gli avevano riscaldato l'anima.

«Hyung?» la voce di Sehun lo riportò alla realtà, strappandolo dai suoi ricordi.

Era passata un' ora da quando Jongdae se n'era andato dalla casa di Minseok.

L'uomo guardò Sehun raggomitolata nel letto che era stato di Jongdae. Quel letto rimasto vuoto perché Jongdae riusciva a dormire solo nel letto di dell'uomo che diceva di odiare. Un sorriso amaro si dipinse sul volto di Minseok ripensando a tutte le volte che Jongdae gli aveva gridato in faccia quanto lo odiava.

Guardando Sehun, così simile a Jongdae, la mente di Minseok si riempì di tutti i momenti vissuti insieme, di tutti gli istanti passati con lui.Momenti dove, solo averlo vicino, gli scatenava dentro un'emozione incredibile.

«Sehun perché Jongdae è tornato a casa?»

«Perché tu non lo ami»

«Te lo ha detto lui?»

«Si»

«E non ti ha detto altro?»

«No»

«Cosa diavolo è successo mentre ero a Pechino?! Gli mancavo! Era triste senza di me!»

«Si. Poi un giorno, così all'improvviso, è cambiato. Era arrabbiato. Ha spento il cellulare e non voleva parlare di te»

E' vero, non aveva più risposto ai suoi messaggi. Perché?

Odio & AmoreWhere stories live. Discover now