Meravigliosa Creatura-Capitolo 79

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Ve lo siete meritate!! Ecco a voi il secondo aggiornamento di oggi!!

Buona lettura!!!

Questo non è un concerto, è un agonia. Ho mal di schiena, male alle gambe. Non so più come stare. A un certo punto ho dovuto desistere sul rimanere dietro al palco e sono andata nei camerini, a sedermi. Non ho detto a nessuno che sto male, ma penso che si veda il mio stato in questo momento.

“chiara, se vuoi andiamo in hotel, avverto tua mamma e ti ci faccio accompagnare” dice dolcemente barbara

“no.. Aspetto Piero, sto bene. Grazie”

“come vuoi… mancano ancora 3 brani e il finale.” Dice sorridendo

“posso resistere” dico ridendo “tanto qui sono comoda”

Mi accarezzo lq pancia, è sempre più dura, e i dolori, iniziano ad essere forti. Lei parla un po’ con me, ma poi è costretta a tornare a lavorare.

Mi alzo, con il respiro affannato. Trattenere le sensazioni così tanto è stato terribile. Mi tengo la pancia, quando sento una sensazione stranissima in basso, come se qualcosa di fosse rotto dentro di me, è subito dopo lo scroscio di acqua sul pavimento.

“o cazzo” dico sbiancando, capendo dopo quello che sta per succedere..

Mi muovo piano, mentre continuo a perdere acqua. Riesco a sistemarmi alla meglio mettendo un assorbente pulito che trovo nel bagno. Vado piano, dove c’è il palco, arrivando vicino a Michele, che guarda il concerto fiero.

“mi si so o rotte le acque Michele. Non so che si fa in questi casi.”

“dobbiamo andare un ospedale. Teoricamente ora dovrebbero cantare 3 canzoni del vecchio repertorio, dopo la traviata”

“non so se resisto.” Dico tenendomi la pancia

“che succede?” chiede barbara mentre mi parte una contrazione che non ho mai sentito prima di oggi “oh… cavolo… chiara..”

“stanno scendendo. Piero ti segue in ospedale.” Dice serio Michele

Lo vedo arrivare verso di noi insieme a suo padre, si agita appena mi vede. Mi accarezza, mi chiede da quando ho le contrazioni, mentre prende il telefono e chiama la ginecologa, e poi la clinica. Il pubblico è in delirio, i ragazzi sono accanto a me, e non pensano nemmeno a salire sul palco.

“ok. Dottoressa stiamo arrivando anche noi.” Dice serio “perfetto, faremo il suo nome. Grazie” mi guarda e sorride girandosi verso i ragazzi “sto per diventare papà, ditelo al pubblico, e ci sentiamo” dice

“non so se riesco a tornare sul palco” dice Gianluca pallido, quando mi vede accasciarmi per l’ennesima contrazione.

“andiamo chiara, la macchina è qui dietro.” Dice sorridendo Piero “forza ragazzi.”

Mi aiuta a camminare e arriviamo fino alla macchina dove salgo. Il viaggio è un agonia, le contrazioni sono intense, Piero mi tiene la mano, mentre a me tremano le gambe. Arriviamo davanti al pronto soccorso ostetrico in breve tempo, e fuori c’è già un infermiera con la carrozzina.

“sto continuando a perdere acqua,” dico quando sento l’ennesimo scroscio di acqua sull’asfalto. “che schifooo”  dico mentre Piero ride sapendo che avevo messo e portato le traversine per non sporcare in hotel.

“tranquilla, adesso ci pensiamo noi.” Dice sorridendo

“no, dai cammino. Non voglio sporcarvela” dico guardando la carrozzina

“la puliamo, siamo qui apposta” dice l’infermiera sorridendo “dai dai. È tutto normale.”

Mi fa sedere e velocemente mi porta verso la stanza. La dottoressa ha fatto telematicamente la registrazione. Mi attacca ai monitoraggi e subito dopo arriva l’ostetrica, che mi visita decretando che sono a 2 centimetri., e che il travaglio procede regolarmente.

“chiara. Ma da quanto avevi le contrazioni?” chiede Piero quando siamo soli, e sistemati nella camera. Vorrei solo i miei abiti puliti, e farmi una doccia. Ma devo aspettare che arrivi mamma con la valigia.

“dalle sei si stasera. Mi si induriva la pancia, ma era sopportabile.” Dico per poi respirare profondamente quando sento la contrazione salire.

“cosa devo fare con te. Dice sedendosi di fronte a me sul letto, e aiutandomi a respirare.

“passata” dico dopo qualche minuto, con il fiatone “è strano. Ci sono momenti in cui non senti niente a parte la pressione, e poi la forte contrazione.”

“spero di riuscire ad aiutarti quando si faranno più intense e forti.” Dice accarezzandomi una gamba.

A Piero squilla il telefono. È mia mamma, che chiede in che stanza sono, per poterci raggiungere con la mia roba. Piero mi copre le gambe nude con il lenzuolo dell’ospedale, e poco dopo arriva in stanza con Michele che porta una delle due borse.

“concerto finito benissimo, I ragazzi sono al meet.” Dice sorridendo Michele

“ti sistemiamo le cose e poi ce ne andiamo.”

“mamma lasciami fuori la camicia da notte rosa, che ho bisogno di cambiarmi.” Dico sentendo il dolore ripartire.

“si tesoro. Respira” dice mia mamma affaccendandosi con la mia valigia, e tirando fuori il sacchetto con il primo cambio del nascituro/a

“grazie” dico mentre Piero mi stringe la mano e  mi accarezza le tempie.

Finisce di sistemare e ci salutano, andando fuori dalla stanza. Piero, nel momento di pausa tra una Contrazine e l’altra mi fa togliere il vestito e mi fa mettere la camicia da notte comoda. È fantastico, contro ogni aspettativa. Mi sta aiutando tantissimo.

“chiara. Respira, non stare in apnea” dice massaggiando la schiena all’ennesima Contrazione, mentre l’infermiera controlla il monitoraggio.

“mi viene da vomitare” dico iniziando a tossire.

L’infermiera mi avvicina una bacinella e rimetto quel poco che avevo mangiato a cena. Piero mi tiene indetto i capelli, fino a che una volta finito non mi aiuta a sdraiarmi e a pulirmi la bocca.

“è tutto normale.” Dice la dottoressa entrando in camera. tranquillizzando Piero che mi guarda mentre mi gira la gira la testa per lo sforzo fatto “ci sei chiara? Sei con noi?”

“voglio l’epidurale.” Dico con l’affanno “fatemi l’epidurale”

“perfetto, chiamo subito l’anestesista.” Dice l’infermiera sorridendo “sei bravissima”

“ti visito per controllare a che punto sei, mantieni le gambe morbide” dice inserendo i guanti e poi alzando il lenzuolo, per controllare la situazione ai piani bassi “tra i tre e quattro centimetri. Per essere primipara sei già avanti, e sei qui in ospedale da solo 2 ore.” Dice sorridendo

“adesso con l’epidurale dovrebbe sentire meno, giusto?” chiede Piero, che nel frattempo ha presso il camice verde sterilizzato.

“esatto.” Dice sorridendo “ecco l’anestesista”

Mi fanno l’epidurale, facendo uscire Piero, visto che è anestesia e tutto deve essere sterilizzato. Mi aiutano a distendermi sul letto, e qualche minuto dopo fa effetto. Facendomi sentire solo pressione al posto della contrazione.

“fatto?” chiede Piero, arrivandomi vicino

“si.. Adesso tranquilli che va tutto più velocemente” dice sorridendo “riposatevi, per qualche ora”

“grazie” dico rilassate “mi sembra di volare”

“addirittura?” dice Piero sistemando il cuscino.

“si…” dico con la bocca asciutta “mi fai bagnare le labbra con un po’ d’acqua?” chiedo a Piero che subito mi fa bere un sorso con la cannuccia.

“sei apposto?” chiede accarezzandomi, ed io annuisco “che caldo”

Si toglie la giacca, e rimane con la camicia bianca. Non ha nemmeno fatto in tempo a cambiarsi. Si arrotola le maniche, sbottonandosi i primi bottoni. Prende il telefono e controlla i messaggi. Mi dice che sono tutti qui fuori ad aspettare notizie. Gli dico di mandare il messaggio che mi hanno fatto l’anestesia e di tornare in hotel.

“che ore sono” dico sbadigliando

“sono le 3 del mattino amore” dice Piero portando la poltroncina vicino a me, e prendendomi la mano.

“proviamo a dormire?” chiedo vedendo anche lui stanchino.

Annuisce, e si appoggia alla poltrona, dopo avermi coperto. Chiudo gli occhi e dopo qualche minuto prendo sonno. Un sonno leggero disturbato, dalla pressione che sento sulla pancia, e da due visite per controllare la dilatazione. Alle 6 del mattino sono di nuovo sveglia, a fissare il soffitto, messaggiando con mia mamma, che a quanto pare non è riuscita a dormire tutta notte. Le contrazioni le sento, ma ho ancora in corpo l’anestesia, e quindi sono molto sopportabili. Piero sonnecchia ancora, nonostante ogni tanto si muove e mi chiama nel sonno.

“hei… tutto bene?” chiede la dottoressa0

“ora si.. Mi sono riposata un paio d’ore…” dico sorridendo

“vediamo a che punto sei.” Dice dolcemente, mentre alza la coperta per visitarmi “sento la testina, sei a circa 7 centimetri” sorride togliendosi il guanto leggermente sporco di sangue.

Piero si sveglia, e vede la dottoressa. Gli spiega che va tutto bene, e controlla la dose di epidurale. Dopo una mezz’oretta, rinizio a sentire le contrazioni. Piero mi sta vicino, mentre il dolore si intensifica sempre di più

“devo spingere” dico mentre sono girata su un fianco verso di lui.

“chiamo la dottoressa, amore mio” dice schiacciando il tasto per la chiamata.

Arrivano subito l’infermiera, e poi la dottoressa, che dopo l’ennesima visita, decreta che è arrivato il momento di spingere, e di far nascere edamame.
La disposizione è semplice. Io sdraiata sul lettino, Piero mi tiene la mano. Le mie gambe poggiate sui poggioli fissati al letto, la dottoressa davanti a noi.

“chiara, allora, è una cosa che devi sentire. Un respiro profondo, e poi una spinta quando la contrazione arriva sotto al seno.” Dice sorridendo

Quando sento la contrazione arrivare faccio un respiro, e spingo, puntando la testa verso il basso. Porto mi tiene il collo, stringendomi la mano, come a darmi la sua forza.

“brava brava” dice trafficando tra le mie gambe “ancora”

Spingo sempre più forte, cercando di metterci tutta la forza che ho in corpo. Piero mi stringe la mano, sussurrandomi parole di incoraggiamento.

“forza chiara, ci siamo” dice la dottoressa contenta

“brucia” dico dolorante

“è la testa che preme. Tranquilla.” Dice seria “Piero, ti vedo pallido…” dice prendendolo in giro

“dottoressa, può girare lo specchio?” chiede guardando poi me “non penso tu voglia vedertela così sai.. Sembra l’urlo di Mounch”

“non farmi ridere!!!” dico quando sento la contrazione salire sempre più forte. Spingo ancora, mentre la dottoressa vedo che afferra una tovaglietta verde “oddio, oddio”

La sensazione è come se la mia carne, le mie interiora stessero uscendo da me. La dottoressa mi dice di rallentare e poco dopo di spingere ma più piano. Spingo e urlo quando sento di nuovo quella sensazione così forte.

“apri gli occhi chiara, che sta arrivando il miracolo” guardo Piero che piange, spostando poi gli occhi in mezzo alla mie gambe, dove a poco a poco compare un esserino “una piccola spinta, piccola piccola”

Spingo e poco dopo sento un vagito in mezzo alle mie gambe riguardo e Piero mi abbraccia piangendo sussurrano “ti amo”. Piango insieme a lui, mentre la dottoressa fa tutte le procedure del caso.

“21 agosto, ore 8.35. papà, taglia il cordone va..” Dice sorridendo per poi, dopo il taglio, mettermi il bambino sulla pancia “ah.. È un maschietto!!!”

“ciao, oddio, ciao” dico mentre il piccolo apre gli occhi e mi guarda stralunato

“amori miei.” Dice Piero piangendo per poi baciarmi sulle labbra “grazie amore mio”

Sorrido dolcemente senza staccare gli occhi da mio figlio che tengo sul seno. Si lamenta. Piange. Fa versetti. Tutto questo potrebbe essere la mia musica preferita.

“chiara, lo visitiamo, lo puliamo e gli mettiamo i vestitini che ci hai dato.” Dice prendendomelo a Malincuore dalle braccia “Piero, seguici pure.” Dice sorridendo l’infermiera.

Rimango li, mentre mi sistemano. Tra le lacrime, e le parole rassicuranti della dottoressa. Alla fine ho solo pochi punti interni ed esterni, ma va tutto bene.
Mi cambiano la camicia da notte e il letto, facendomi sdraiare sul letto. Vedo Piero entrare con nostro figlio tra le braccia e l’infermiera con il pediatra al seguito.

“quattro kili e duecento per 54 centimetri.” Dice sorridendo il pediatra “più sano di così…”

“sta bene quindi” dico mentre Piero me lo passa in braccio

“sta meglio di tutti noi messi insieme” dice ridendo “vi lascio con Teresa che ti aiuta ad attaccarlo al seno.”

“grazie dottore” dice Piero stringendolo la mano

Intanto l’infermiera mi spiega come attaccare il bambino, gli avvicina la testa al mio seno, e il piccolo lentamente si attacca, e inizia a ciucciare ad occhi chiusi.

“ha fame!” dice sorridendo Piero venendo accanto a me, dopo aver scambiato due parole con il medico.

“è normale, è io primo contatto con la mamma, e se lo sta godendo. Vi lascio soli” dice l’infermiera

“grazie, grazie mille. Siete tutti fantastici” dico assorta mentre lo guardo.

Ci abbassa le luci e chiude la porta dopo essere uscita. Piero è accanto a me, e ci guarda emozionato. Guarda il bambino, guarda gli tocca i piedini, perché la manina è poggiata sul mio seno. Fa un sospiro e prende il telefono. Facendogli una foto e mandando la probabilmente nel gruppo in cui ci siamo tutti della famiglia, visto che anche il mio telefono trilla.

“Domenico” dice sorridendo “si chiama domenico”

Insegnami a SorridereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora