Fino A Quando Fa Bene. -Capitolo 78

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Eccoci qui, al terzultimo capitolo della storia!! Siamo quasi alla fine di questa avventura, ma tranquille che a breve ne inizierà una ancora più bella!!!!

Buona lettura!!!!!!!! 🖤🖤

Dopo la cerimonia di premiazione, siamo tornati a Naro, e io sono ufficialmente entrata in maternità. Sono tornata a casa  con Piero e ci siamo goduti  un po’ di meritato riposo, prima dei concerti di agosto al teatro antico di Taormina. Li hanno anticipata, visto che la data del parto è prevista per la prima settimana di settembre

Piero mi ha coccolata tutto il tempo, portandomi la colazione a letto ogni giorno, pulisce casa, è ordinato, e cucina tutte le volte che glielo chiedo.
È un sogno stare con lui, e vederlo così casalingo mi fa emozionare ogni volta.

Siamo in viaggio, verso taormina. Sono appena entrata nella 38esima settimana, e stasera il volo avrà il primo concerto. È emozionato, dice che canterà per la prima volta davanti a suo figlio. Fa un caldo micidiale, ferragosto si fa sentire, e sto letteralmente spalmata davanti al bocchettone dell’aria condizionata.

“chiara siamo arrivati.” Dice Piero per poi scendere dall’auto e correre dalla mia parte.

“chiama un tir, penso ti serva. Ho i piedi che sono due zampogne” dico uscendo prima con i piedi dalla macchina, per poi dare le mani a Piero. Mi tira e mi fa uscire dalla macchina con non poca Fatica.

“chiara!!! Che panzona!!!” dice barbara correndo da noi “vieni ho già fatto io ceck per voi, così tu puoi riposarti”

“grazie ho un mal di schiena terribile.” Dico camminando tenendo una mano sulla schiena, abbassando la maglietta a righe bianca e blu.

“e chi mi aiuta a me con le valige????” chiede Piero mentre noi entriamo senza calcolarlo.

Vento assalita da un calore immenso di genitori dei ragazzi e da Michele, che è rimasto in hotel, mentre mia mamma è corsa al negozio di bambini a comprare qualsiasi cosa, insieme a mia sorella.
Mentre noi stiamo parlando amabilmente, vedo Piero entrare, con non poca difficoltà con tutte le nostre valige, lasciando la chiave al portiere, che provvede subito a spostare la macchina.

“io sto bene, grazie.” Dice con il fiatone “e non ho bisogno di aiuto”

“ma è maschio o femmina?” chiede la mamma di Ignazio, mentre il figlio si mette a ridere vedendo Piero innervosirsi

“zia Caterina non lo sappiamo.” Dice Piero guardando poi Ignazio “dammi una mano!!!” dice indicando le due valigia e i due borsoni dell’ospedale per me è il bambino.

“ma scusate, una settimana e mezza tutta sta roba?” chiede gaetano ridendo

“Piero sente che entro in travaglio da un momento all’altro” dico ridendo mentre Ignazio prende un borsone e una valigia.

“colpa mia, gli ho detto che ha la pancia bassa” dice Eleonora sorridendo “gaetano aiutali che non riescono!” dice Eleonora ridendo mentre Piero da indicazioni a Ignazio ma lui non capisce

Alla fine ce la fanno senza l’aiuto di gaetano, e salgono con le valige.
Vado in camera poco dopo, raggiungendo Piero. Lo trovo sdraiato sul letto insieme a Ignazio, sfinito. Mi siedo al centro del nostro letto, in mezzo ai due. Mi metto la mano sulla pancia mentre edamame si muove Come un matto.

“amore… sei arrivata.” Dice alzandosi leggermente insieme ad Ignazio

“ci stavamo riposando” dice Ignazio alzandosi “come sta…. Edamame?”

“la dottoressa all’ultima visita ci ha detto che è come un missile pronto a venire sparato fuori.” Dico sorridendo

“per questo ha portato tutti sti borsoni?” chiede ridendo

“si, lei è anche in contatto con l’ospedale qui vicino. E se dovesse entrare in travaglio, la chiamiamo e arriva da Agrigento.” Risponde Piero serissimo

Ignazio si alza, e ci lascia soli, dicendoci alle 15 faranno le prove, e che mangeranno li per poi cantare alla sera senza tornare in hotel.

Mi alzo e apro la valigia e tiro fuori gli abiti eleganti. Mi rialzo dopo essermi chinata, e sento uno strano dolore al fianco sinistro. Appendo i vestiti dentro l'armadio e mi siedo sul letto, mentre Piero si sta facendo una doccia.

La pancia è durissima, ma dopo qualche respiro torna tutto alla normalità. Mi distendo e quando Piero esce dal bagno è mi vede su un fianco a letto si preoccupa.

Le dico che sto bene. Così mi faccio una doccia anche io, e dopo essermi cambiata mettendo un abito lungo comodo, usciamo e andiamo a pranzo con Gianluca, sua sorella e Ignazio.

Pranziamo tranquillamente, interrotti ogni tanto da qualche fan, che chiede autografi e selfie. Non ho molta fame, finisco a fatica  la pasta che mi hanno fatto, per potermi sentire sazia. Farò uno spuntino più tardi.

“chiara ma la pancia è bassissima!” dice Mariagrazia quando, prima di tornare in hotel, facciamo tappa fissa in bagno.

“si, lo so.. Mi pesa un sacco!” dico accarezzandomela

“torniamo in hotel, così ti riposi…” dice premurosa.

Torniamo in hotel e mi metto subito distesa a letto. Piero mi si avvicina, coccolandomi dolcemente.
Mi addormento, dopo poco, tra le sue braccia e le sue certezze.

“amore, io vado alle prove, sta arrivando tua mamma qui…” dice per poi baciarmi le labbra

Apro gli occhi e vedo barbara che prende il suo completo elegante. Mi alzo a fatica, ho un mal di schiena abbastanza forte.

“stai chiara, non ti sforzare” dice barbara sorridendo e avvicinandosi lei “ti saluto io.” Mi da due baci sulla guancia, e una carezza sulla pancia.

“scusami ma ci metto una vita a fare tutto, sono enorme” dico ridendo

Entra mia mamma appena prima che escono loro, e mi inizia a mostrare tutto quello che ha preso per il bambino.

“sei pallida tesoro… stai bene?” chiede ancora per l’ennesima volta

“mi sento stanca” dico sedendomi meglio “tutto qua”

Viene anche mia sorella che mi aiuta a preparami e a truccarmi. Indosso un abito lungo fino al ginocchio in cotone, a righe. Molto sportivo, quindi ci abbino una sneaker bianca.

Scendo con loro verso la macchina, che ci porterà al teatro di taormina. Mi aiutano a salire, e appena seduta sento dolore partirmi dal basso e ritrovare fin sotto il seno. Mi rilasso, senza far vedere niente. Piero ha il concerto, ed è troppo importante per lui.

Non posso e non voglio rovinargli la serata. Ma sento che il peggio deve ancora venire.

Insegnami a SorridereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora