Wake me up when September ends - Capitolo 23

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Titolo in inglese, capitolo intenso. sapevamo sarebbe arrivato questo momento no? beh, eccoci qui. 

BUONA LETTURA FANCIULLE <3 vi vogliamo bene




"dimmi paola!" dico sorridendo mentre rispondi

"chiara... stai bene?" chiede In completa ansia, ma senza farmi capire molto "dove sei?"

"sono a taormina. Cosa è successo?" chiedo agitandomi

"davanti a casa tua a Cefalù è stato messo un ordigno. È esploso questa mattina e ho letto la notizia sul giornale. Non riesco a rintracciare tua mamma...."

"ma paola... sei seria?!" chiedo sedendomi sentendo le gambe mancare "non ho letto i giornali. Mi sono isolata per un giorno. Non ho ricevuto notizie." Dico con le lacrime agli occhi e il cuore in gola "ora provo a chiamare io. E poi mi metto subito in viaggio"

"chiara senti prima i carabinieri. Magari volevano colpire te..."

Guardo Piero che mi guarda non capendo. Lo devo allontanare da me. Ora più che mai. Chiudo la chiamata dopo aver ascoltato il consiglio di Paola di rimanere comunque a taormina fino a che non mi garantiscono una scorta.

Piero mi guarda sedendosi accanto a Me. Mi prende la mano,preoccipato. Sono in lotta con me stessa. Non so se dirglielo I meno..

"Piero...." Sbuffo guardando in cielo "ci sono cose che devo risolvere. Cose che tu non puoi capire. E che non devi capire." Gli prendo il viso tra le mani "segui il tuo sogno sempre. Non esiste cosa migliore che sognare. Non mi aspettare"

"no... no." Dice scuotendo la testa "chiara.... Perché?" mi alzo e volocemente riempio la mia piccola valigia

Prendo una maglietta che ho utilizzato un giorno. Ha il mio profumo preferito la vie è belle, gliela porgo e lui la prende. Mi guarda non capendo.

"quando ti manco. Se ti mancherò, avrai il mio profumo sempre accanto a te." Dico sorridendo tristemente

"chiara ti prego." Dice inginocchiandosi davanti a me "ti prego."

Mi scanso e riesco a concludere di fare tutto per poi andare uscendo dalla. Camera seduta fa lui che mi chiama ancoda imperterrito. Intanto chiamo mia mamma che per fortuna mi risponde. Va tutto bene a casa anche se dobbiamo rifare completamente il cancello di entrata.

Non riesco a scendere perche Piero mi prende il braccio e mi tiene. Cerco di divincolarmi ma lui stringe e mi tiene il braccio mentre io cerco di andare.

"Piero... Piero... basta... devo andare Piero..." dico mentre lui mi stringe il braccio che sta perfettamente tra le sue dita.

"ti prego. Chiara. Ti prego." Dice inginocchiandosi davanti a me. Vedo uscire dalla camera Ignazio che mi guarda preoccupato. Alessandra corre fuori spaventata.

Chiedo aiuto a loro con lo sguardo. Loro si avvicinano piano a noi mentre io cerco di capire come divincolarmi.

Mollo la valigia e mi chino davanti a lui. Li guardo accarezzandolo. Lui mi guarda con gli occhioni gonfi di lacrime

"hanno messo un ordigno davanti al mio cancello di Cefalù. Devo andare..." Alessandra abbassa lo sguardo Ignazio mi guarda imbronciato.

"tornerai?" chiede Piero e sento Ignazio tossire ed emettere un verso contrariato

Mi alzo e riprendo la valigia. Vedo Alessandra andare verso Piero e farlo alzare da terra lui prova a seguirmi ancora ma viene bloccato da Ignazio e che gli dice di seguirlo.

Prendo la mia macchina e torno a Cefalù dopo 2 ore di viaggio. Il paese è deserto. Mi sembra un incubo. Arrivo davanti alla casa e ci sono i carabinieri. Sono costretta a dare nome e cognome per poter entrare. Mi spiegano tutto e mi dicono che Per la mia incolumità devo tornare a Milano e sotto scorta.

Prepariamo le valige e partiamo subito. Mia sorella non parla. Per lei tutto questo è assurdo. Secondo lei la persona che ci ha causato tutto questo è uno sconosciuto.

Arriviamo a notte fonda. Mi richiudo subito in camera e vedo moltd chiamate di Piero e un numero sconosciuto

Richiamo il numero. E con mia sorpresa mi risponde Ignazio.

"grazie per avermi richiamato innanzi tutto" dice freddo "Piero sta male. Da 1 a 10.... Direi 10..."

"mi dispiace" dico cercando di rimanere fredda "l'ho fatto per lui...."

"come stai? Oggi anche noi eravamo preoccupati per te. Ho capito dopo quello che stavi facendo"

"sono a Milano. Piero dov'è adesso?" chiedo trattenendo le lacrime

"in camera sua. Domani torna a Naro." Dice Ignazio sbuffando "Non lo sopportiamo più."

"Mi dispiace... ma credimi Ignazio. È meglio per tutti!" Dico con le lacrime agli occhi "stagli vicino. È una persona speciale."

Chiudo così la telefonata, buttandomi sul letto, con mille pensieri per la testa e tanta, tanta paura. Mi giro sul fianco guardando il telefono. Lo prendo e cerco nella rubrica il suo numero.

Faccio partire la chiamata. Gli devo un addio. E glielo devo così. Voglio fargli sentire la mia voce per l'ultima volta. Voglio che se la ricordi come una canzone, una musica. La sua preferita.

Risponde dopo pochi squilli e io sorrido sentendo la sua voce e le sue mille domande.

"Ciao..." dico solamente dopo averlo sentito blaterare a vuoto per non so quanti secondi.

"Ciao Chiara" dice prendendo un respiro "Stai bene?" chiede con la voce che trema

"Lasciami parlare, ascoltami soltanto." Dico con il telefono all'orecchio "Puoi registrare questa telefonata?" chiedo dolcemente

"SI... aspetta..." Dice e sento che schiaccia qualche tasto per poi riavvicinare il cellulare all'orecchio "Ok... parla."

"Sei una persona speciale. Hai un'anima unica, dolce sensibile. Sei fantastico, perfetto, sotto ogni aspetto. Mi hai insegnato a Piangere, e ridere insieme. Ho scoperto di avere ancora paura di perdere le persone a cui tengo, e ho scoperto di non avere un cuore di ghiaccio. Ho iniziato a provare dei nuovi sentimenti, che non avevo provato mai, prima di te. Quando mio padre se n'è andato, ho iniziato a pensare che nessun amore sarebbe potuto essere così grande. E poi sei arrivato tu. Mi hai fatto paura. Perché tu mi leggevi dentro, anche senza che io dicessi niente. Sapevi quali tasti toccare, e come toccarli. Ho cercato di allontanarti da me, come ho sempre fatto con tutti. Ma tu rimanevi. Sempre." Faccio una pausa "Ora non possiamo più rimanere. Io... devo andare."

"Aspetta..." sento che schiaccia ancora i tasti, deve aver bloccato la registrazione "Chiara..."

"Piero..." dico con le lacrime agli occhi "Va tutto bene. Ce la faremo, ce la farai."

"Aspettami" dice, e percepisco la sua voce tremare

"Non ci sarà nessun altro. Te lo giuro." E so che questa promessa sarà per sempre. So che nessun altro sarà come lui.

Sono queste le nostre ultime parole, prima di chiudere entrambi il telefono sussurrando un addio, tra le lacrime. 

Insegnami a SorridereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora