Capitolo 2.

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Dopo la cena, tutti si ritirarono nelle rispettive tende, avevamo trascorso una giornata faticosa e nessuno potè rinunciare a un po' di riposo.
Dopo essermi assicurata che tutti dormissero uscì dalla mia tenda per andare da Hanry, ma lui non c'era.
Lo trovai qualche minuto dopo, accanto alla riva di un fiumiciattolo poco lontano.
Stava in piedi a fissare l'acqua, e non potei fare a meno di sorridere.
- Hanry! - lo chiamai.
Lui si giró, ma qualcosa non andava.
- Che cosa succede? - domandai avvicinandomi.
Restó in silenzio, nemmeno mi guardó.
- Lanore.. - Sospiró.
Cercai di prendergli la mano, ma la spostó.
- Ei.. - sorrisi. - Che cosa ti prende? -
Lo sentivo lontano da me.
- Non c'è un modo gentile per dirti quello che voglio.. - sospiró.
Il mio cuore batteva forte, non avevo idea di cosa stesse succedendo.
- È finita Lanore -
Quelle parole entrarono in me come mille coltelli, dritti nel cuore.
- Che cosa...? - dissi con la voce tremante.
Lui sospiró e alzó lo sguardo al cielo.
- Se dici così per la litigata di ieri... - mi interrupe.
- No, non è per la litigata, anche se ammetto di essere stato inopportuno a colpirti, ma, il motivo della mia decisione è un'altro -
Le gambe mi tremavano, il cuore batteva forte e gli occhi si bagnavano velocemente.
- E allora cosa... - Non riuscivo a dire una frase sensata.
- Il motivo è semplice mia cara. - Si mise di fronte a me.
- Non ti amo - disse guardandomi dritto negli occhi.
Il suo sguardo arrivó dritto nel profondo della mia anima.
Scoppiai a piangere.
- Tu... mi hai preso in giro per tutto questo tempo? - domandai singhiozzando.
- Temo di sì Lanore.. mi dispiace tanto -
L'unica cosa che era in grado di dire era solamente mi dispiace tanto?.
Scossi la testa, ero avvolta in una spirale di dolore insopportabile, l'unica cosa che riuscì a fare di quella di colpirlo.
Lui non si mosse, si limitó a spostare lo sguardo, rimanendo sempre composto.
- Dimenticami Lanore... Sarà più facile per entrambi in questo modo. -
Non potevo più sopportare nemmeno una sola parola di più.
Me ne andai lasciandomi indietro l'uomo che mi aveva fatto conoscere che cosa voleva dire essere amata.
Le lacrime mi rigavano il viso, ma non me ne importava, volevo solo scappare da quell'inferno, è così feci.
Scrissi una lettera ai miei genitori, e salì a cavallo.
Cominciai a cavalcare mentre il vento mi asciugava le lacrime sul viso.
Ero appena caduta dal paradiso, spezzandomi ogni singolo osso che avevo in corpo.
Il mio respiro era corto, la vista appannata, ma di una cosa ero sicura, mai avrei dimenticato Hanry, nonostante il dolore.
___
Pov's Hanry.
Tornai da quella transumanza distrutto.
Continuavo ad avere in testa l'immagine fissa di Lanny rotta in un pianto.
In ogni caso preferivo averle dato un dolore piuttosto che vederla morta.
- Tesoro? - la voce della mia futura moglie mi strappó dai miei pensieri.
Alzai lo sguardo.
- Quante volte te lo devo dire che quando sono nel mio studio non voglio essere disturbato? - domandai in tono duro.
- Caro, c'è un'uomo che desidera parlare con te, lo faccio entrare? -
- Si, fallo entrare - Sospirai sistemando i documenti sulla scrivania.
Nel giro di un minuto la figura dell'uomo che voleva portarmi via Lanore si fece chiara davanti a me.
- Buonasera - Sorrise.
Lo guardai e cercai di mantenere un tono sicuro.
- Che cosa volete? -
Rise.
- Come siete, avete avuto una giornataccia? - ghignó avvicinandosi al mobile degli alcolici.
- Le mie giornate non la riguardano, venga al dunque - mi alzai.
Con tutta calma si versó un bicchiere di Brandy e si sedette al mio posto dietro la scrivania.
- Come desideri, allora, la ragazza? Com'è che si chiama... -
- Lanore. - dissi rude.
- Oh si, Lanore... hai sistemato? -
Continuavo a ripetere a me stesso che era solo per proteggerla, ma non riuscivo a convincermi.
- Si... - Sospirai.
- Ottimo! - si alzó.
- Quando posso prelevarla? - domandó.
Prelevarla? Come se fosse un pacco, odiavo come si riferiva a lei.
- Beh... il giovedì fa sempre una passeggiata notturna assieme alla sorella... -
La stavo per vendere al diavolo.
Lui sorrise.
- Ti ho già detto che è un piacere fare affari con te Hanry? - ghignó.
___
Pov's Lanore.
Erano passati appena due giorni dalla notte in cui Hanry mi aveva lasciato, e avevo vissuto quei due giorni nell'inferno.
Provavo strane nausee, forti mal di testa e un senso perenne di stanchezza, solamente dopo aver calcolato la distanza dall'ultimo ciclo mestruale questi sintomi trovarono una risposta.
Ero incinta.
La mia mente era confusa e spaventata.
Che cosa avrebbe pensato la gente?.
Che cosa avrebbero detto i miei genitori?
Mi avrebbero mandata da qualche parte a partorire il peccato.
Di una cosa ero certa, Hanry non sarebbe mai venuto a sapere di questo bambino, e la cosa mi distruggeva.
A cena presi coraggio e decidi di parlare con i miei genitori.
- Vi devo dire una cosa - Ruppi il silenzio.
Mio padre mi guardó negli occhi, ero sicura che avesse capito che in me qualcosa non andava.
- Annabeth, metti Chloè e Cotton a dormire perfavore -
- Si padre -
Le tre si alzarono e le guardai salire le scale.
- Avanti Lanore, che cosa succede? - Domandó mia madre stringendo la mano di mio padre.
Presi un bel respiro e chiusi gli occhi.
- Sono incinta -
I due si bloccarono.
Rimasero immobili a bocca aperta.
- Lanore! Non dire fesserie - Rise mia madre per cercare di alleggerire l'atmosfera.
Sospirai tenendo lo sguardo fisso in quello di mio padre, è ciò che percepivo erano solamente delusione e rabbia.
- Madre... -
- Oh... - si limitó.
Mio padre si alzó, e sistemó la sedia dov'era seduto fino a pochi minuti prima.
- Prepara un baule e vai a dormire. -
Un baule...? Voleva forse mandarmi via?.
- Padre...-
- Silenzio Lanore! Non ti voglio sentire fiatare - urló.
- Caro... - Provó mia madre.
- Janet! Non ti ci mettere anche tu perfavore! -
Mi alzai e guardai entrambi.
- Mi dispiace tanto di avervi dato una delusione. Buonanotte. -
Salì di sopra e mi chiusi in camera, mi gettai sul letto cominciando a piangere.
Ero spacciata.
Avrei passato il resto della mia vita malvista dalla mia città per il frutto di un'amore peccaminoso, ma nonostante ciò, non mi pentivo di nulla.
Mi alzai e mi slacciai il corsetto mettendomi davanti allo specchio, sentivo già il mio bambino parte di me, e mi feci una promessa, lo avrei protetto anche a costo della mia vita, perché lui era frutto del mio amore, anche se non di quello di Hanry.
_____
Pov's Hanry.
Il giorno dopo come di consueto andai al Ranch della famiglia di Lanore aspettandomi di vederla lì, ma con scarso esito.
Lanore quel giorno non c'era.
- Annabeth? - Fermai la sorella di Lanore, una giovane ragazza dai capelli biondi e le labbra rosse.
- Si, Lord Hanry - si fermó e mi rivolse un sorriso.
- Sto cercando vostra sorella, Lady Lanore, avevo una lezione con lei esattamente adesso - dissi cercando di non far strasparire alcun legame profondo.
- Oh... mia sorella Lanore non verrá, domani mattina partirà per assistere una nostra parente molto malata - mi informó.
Partirà? Una parente...?
- E dove se posso permettermi -
- A Londra - Sorrise. - Con permesso - Si congedó.
Quella sera avrebbero dovuto " prelevarla".
____
- HANRY! -
La porta del mio ufficio si spalancó.
Ancora quell'uomo.
- Che razza di storia è questa?! -
Mi alzai.
- Non so di che storia state parlando -
- La ragazza! I miei uomini non l'hanno trovata! -
- È la vita - Risi.
Lo vidi scattare e con un gesto fulminerò mi attaccó al muro.
- Non farmi perdere la pazienza! Dimmi dov'è o ti giuro che ti porto il suo cuore dentro una scatola! -
Mi dispiace Lanny..
- Domattina partirà per Londra... - dissi mentre il respiro si faceva corto.
Lo sentii immediatamente più calmo.
- Grazie Hanry. Prega per te che faccia la brava -

Il Patto. (Amore proibito)  { IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora