Capitolo 34.

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La serata precedente era finita esattamente nella stessa maniera in cui era cominciata. Il caos più totale. Io avevo sempre creduto che la mia famiglia fosse un tale disastro, senza conoscere minimamente quelli di Adair. In fin dei conti er sempre stato così, o almeno così mi aveva detto Adair. 

La mattina dopo mi svegliai per colpa della luce del sole che filtrava dalle spese tende. Mi stiracchiai delicatamente, cercando di non svegliare Adair che dormiva ancora come un bambino accanto a me. Tirai su di poco il corpo, il giusto per riuscire a scorgere il suo viso. Aveva ancora gli occhi rigati dalle lacrime della sera prima, molto probabilmente si era addormentatp piangendo. 

Il suono della porta che si schiudeva mi fece saltare leggermente. 

- Padroncina, Buongiorno, la colazione sarà servita nella sala da pranzo tra un'ora, le ho portato una tenuta da equitazione, come di richiesto dal padroncino Adair e mi sono permessa di mettere nel vostro baule un'abito da pranzo - Mi sorrise Dorotea, prima facendo un lieve inchino, poi aiutandomi a scendere dal letto mentre accorta mi porgeva la camicia da notte per coprire le mie nudità. 

- Tenuta da eqitazione? Che programmi ha Adair per la giornata? - Domandai altamente curiosa. 

- Mi ha detto che intenzione di portarvi a fare un picnic nella radura qui vicino - Rispose raccogliendo tutte le mie lozioni per la pelle da applicare dopo il bagno di acqua calda e oli.

Il bagno mi rigenerava, potevo restare ore dentro all'acqua senza mai voglia di uscire. Era una delle poche scappatelle che mi venivano concesse nel mio piccolo e bigotto paesino.
Era uno dei pochi posti dove potevo sentirmi... Libera.

Dopo il bagno Dorotea mi diede una mano ad allacciare il corsetto della tenuta da cavallo e a  sistemare i capelli in uno chignon decente.

-Dorotea, al mio ritorno desidero parlarti, se per te va bene - le sorrisi prendendole la mano.

-Signorina, sono nei guai? - Domandó cauta e impaurita.

Riso e scossi la testa - Assolutamente no, assolutamente no -

Dopo aver congedato Dorotea finalnente scesi nel salone da pranzo per la colazione, lì tra sfarzo e tavole imbandite c'era una famiglia, una famiglia talmente disastrata che nessuno aveva il coraggio di guardarsi negli occhi.

-Buongiorno - Salutai entrando nella stanza.
-Oh, Cara, buongiorno, prego, unisciti a noi per la colazione -  La voce della Madre di Adair era talmente calda che quasi ti sentivi coccolato al solo udire il suono.
Alexandra stava in disparte, all'altro capo del tavolo, in silenzio. Scrutava qualsiasi movimento del fratello e non solo. Sentivo il suo sguardo pesante anche su di me.

Sorridente mi diressi al mio posto, mi sedetti e sotto lo sguardo vigile di Alexandra mi sistemai il tovagliolo sulle gambe.
Alexandra fece una sforfia, prese il suo tovagliolo e lo fece cadere a terra.
- Con permesso,  necessito di prendere dell'aria pulita - Mi lanció un'occhiata e diede le spalle a tutti i presenti della sala.

Abbassai lo sguardo, per quanto Alexandra potesse essere maleducata e meschina la situazione mi metteva davvero in soggezione, tanto da scusarmi - Io... Permettetemi di scusarmi, non vorrei creare ulteriori screzi tra la vostra famiglia -

Adair alzó gli occhi al cielo - Alexandra ci pensa da sola a creare screzi Lanore, con il tempo imparerai a capire il suo carattere e a lasciar correre i suoi comportamenti - Mi sorrise alzandosi dalla tavola e raggiungendo il mobile degli alcolici.

-Adair, sono le nove del mattino - Sentenzió la Regina Madre.

Adair ignoró la madre e mandó giù d'un fiato il mezzo bicchiere di liquido giallastro, strizzó gli occhi e scosse un poco la testa.

La situazione tra loro era grave, senza ombra di dubbio, ma Adair non si sforzava di certo ad andare incontro ai suoi genitori, tutt'altro sembrava quasi che provasse una strana gioia nel vederli in quello stato, o forse mi sbagliavo...

____

- Potrei abituarmi a tutto questo sai? - Sorrisi mangiando una fragola che Adair aveva fatto preparare esclusivamente per me.
Adair rise - Credimi... Quando nasci con certi privilegi con il tempo cominci ad odiarli... - Sospiró.

Era quasi certo. Uno dei suoi maggiori problemi era sicuramente questo, forse aveva avuto troppa ricchezza ma poco amore...

-Come hai vissuto la tua infanzia? - la sua voce spezzò quell'attimo di fuggente silenzio.

Bella domanda, dentro la mia testa un vortice di ricordi si ammassavano l'uno sull'altro.
- Ho avuto un'infanzia bellissima - Gli sorrisi prendendogli la mano - Ricordo che eravamo poveri, ma felici -

Adair ridacchiò.

-Io mi ricordo persone, visi a me sconosciuti, porte chiuse... Segreti... - fece una pausa - Ricordo la cortigiana di mio padre, una donna minuta, aveva sempre un'espressione così spaventata... -

E vi dunque la conferma di uno dei problemi che affliggevano Adair.

-Avrai sicuramente avuto dei bei momenti - Dissi speranzosa di tirargli su il morale.

Ridacchiò ancora.

-Penso di essere stato felice davvero poche volte nella mia vita, e la maggior parte delle volte che raggiungevo la felicità nemmeno me ne accorgevo... -,

-È sempre così, non capisci il valore di una cosa finché non la perdi... -

Ci fu uno sguardo tra di noi, uno di quelli che non puoi confondere... Riuscivo a leggere il suo malessere  ed ero sicura che anche lui riuscisse a leggere qualcosa in me...  Ma il problema era un'altro.. Io sapevo leggere me stessa?

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⏰ Last updated: Jul 12, 2021 ⏰

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Il Patto. (Amore proibito)  { IN REVISIONE}Where stories live. Discover now