54. Mi dici addio?

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Dopo che Ignazio va via di casa non riesco a fare altro che piangere. E darmi della stupida. Perché è principalmente colpa mia se è successo questo.
La giornata passa senza che si faccia sentire. E io inizio a temere per il peggio. Non mi crede?
Quando mia madre torna a casa e mi vede sola e con gli occhi gonfi capisce cosa é successo.

Passo una notte insonne e neppure la mattina é migliore.
Poi finalmente il telefono squilla. In tempo per cena.
E quando rispondo la sua voce non mi fa sperare nulla di buono.

- torno a casa.-mi dice. - torno a Bologna.

-Ignazio...-sussurro.

- scusami.-dice.- in questo momento non sono molto in me. È meglio che torni a casa e stiamo separati per un po'. Senza sentirci.

- non possiamo vederci e parlarne? Non è giusto buttare tutto via così...

Sospira, mi rendo conto che ciò che potrebbe dire é che è solo colpa mia. Ma è migliore di me e dice solo- decidi tu. Io parto domattina alle 11. Se vuoi facciamo colazione insieme.

-si. Va bene. Va benissimo.

- okay.-dice.- Buona notte.

-Buona notte, Ignazio.

Quando attacca mi sento più sola che mai.
Ma dovrei essere positiva. È pur sempre qualcosa, no? Punto la sveglia alle 7. E ovviamente non dormo neppure stanotte.

Quando mi sveglio salto giù dal letto e vado a lavarmi e vestirmi.
Mi guardo allo specchio, ho il viso smunto e delle occhiaie grigiastre.
Quando sono pronta mando un messaggio ad Ignazio.
Lui mi risponde
Ci vediamo al bar del Corso. Va bene?

Perfetto. Proprio il posto che frequenta Antonio. Proprio dove ci siamo rivisti. Ma non posso ovviamente fare la schizzinosa e gli rispondo di si.
Potrei in qualche modo fargli cambiare idea? Non lo so. Ma di certo è quello che spero.

Quando entro al bar lui é in piedi al bancone, non sorride.
Gli vado vicino ed è indeciso su come salutarmi.
Poi opta per baciarmi le guance.
Semplice educazione, lo so.

- grazie per essere qui.-gli dico.

Lui annuisce - voglio essere sincero, Amelia. Sono molto arrabbiato in questo momento. È per questo che me ne vado ed è per questo che non ti ho cercata. Non so cosa provo perché qualsiasi cosa è offuscata dalla rabbia. E non credo neppure di essere completamente arrabbiato con te. Sono arrabbiato con lui. E per la situazione. E per quello che è successo. So solo che ti amo esattamente come ti amavo ieri e il giorno prima e quello prima ancora. Ma non riesco a ragionare lucidamente. Quindi lasciami andare e non provare a trattenermi perché potrei lasciarmi convincere e fare qualche idiozia dopo.

Io annuisco, lo sguardo basso. Trattengo le lacrime solo perché siamo in pubblico. Mi solleva il mento -non fare questa faccia ti prego. Lo so che non è significato nulla. Lo so benissimo. E ti vedo con quegli occhi lí e vorrei solo baciarti. Ma ho bisogno di sbollire da solo.

- lo capisco. -sussurro. Ed è la verità.

Ma è proprio in quel momento che mi sento toccare la spalla e quando mi volto so che peggio di così non potrebbe essere.
Antonio. Non capisco davvero che diavolo ci faccia qui. Penso per prima cosa che sia solo perché frequenta questo bar. Ma che mi veda con lui e venga a parlarmi? Questo rasenta la pazzia. A meno che non sia proprio in cerca di una reazione.
Sorride come se niente fosse. Cerco di fargli capire che non è aria - è meglio se ci lasci soli. - dico mentre Ignazio si volta a guardarlo.

Lui gli porge la mano con un sorriso falsissimo. E lì capisco che è tutto perfettamente chiaro nella sua mente. - sono un amico di Amelia, Antonio.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Where stories live. Discover now