16.Centrotavola e Zip.

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Quando i miei ritornano a casa carichi di buste della spesa, io e Ignazio usciamo fuori a salutare e ad aiutarli con le buste.
I miei sembrano sinceramente contenti di vederlo e io non posso evitare di esserne felice.
Ignazio si sistema in camera di mio fratello, la camera degli ospiti non è ancora pronta.
Mio fratello, inutile dirlo, si diverte a lanciargli sguardi minacciosi che non fanno altro che confondere il povero Ignazio.
Poi scendiamo a cenare e non potrebbe essere meglio passare una serata tutti insieme.
Ignazio ci racconta cosa ha fatto in questi mesi, ci chiede cosa abbiamo fatto noi.
Io lo guardo con una punta d'orgoglio.
Perché lo so che non è mio di diritto.
Ma in qualche modo è diventato il "mio" Ignazio.
Il mio ragazzo.
Espressione orribile.
Ma la parola "mio'' per la prima volta non mi sembra ridicola.

Quando saliamo di sopra, ci congediamo nel corridoio che separa le nostre camere.
- anche i tuoi dormono di sopra?

- no. La loro camera è al piano di sotto.

Si illumina un attimo ma poi scuote la testa - Buona notte. -dice mentre mi bacia.

-Buona notte a te. Ci vediamo domattina.

- non vedo l'ora.

- che sia domani?

- di vederti.

- siamo diventati un cliché.

- i cliché sono belli da morire.

- forse è per questo che piacciono a tutti.

-forse.-si gira a guardare la porta della camera di mio fratello - dici che stanotte mi uccide?

Rido - sei grande e grosso. Potrai difenderti.

Ride - dico davvero. Ce l'ha con me?

- no. Scherza. Non siamo gelosi l'uno dell'altra, te l'ho già detto.

- mmmmh. Vedremo.

- comunque domani ho scuola. È l'ultimo giorno prima delle vacanze, auguri e saluti. Ma se preferisci resto a casa.

- no ma che dici, devi andare. Non vale la pena perdere un giorno di scuola, io sono qui per un bel po'.

- sei sicuro?

- si, certo. Vai in macchina?

- non credo, a mia madre serve la macchina per andare al lavoro, ma domani entra alle 10.30 quindi vado a piedi, credo.

- vuoi che ti accompagni? Magari se tua madre é d'accordo posso venire a lasciarti a scuola e poi riportarle la macchina in tempo.

Ma quando la smette di sorprendermi?

- non c'è bisogno che ti alzi presto per me.

-non mi costa niente, mi alzo sempre presto, non riesco a stare a letto senza fare niente.

-e poi che fai?

- non lo so. Magari aiuto tua madre a casa.

Scoppio a ridere -non ti lascerà mai farlo. Ma adesso vado a chiedere per la macchina. Aspetta.

Scendo di corsa di sotto e mia madre prevedibilmente dice di si.
Le dispiace sempre quando non può accompagnarmi a scuola.

Torno di sopra e lui mi sta aspettando ancora lí nel corridoio.
- ha detto sì.

Sorride - perfetto. Allora ti accompagno io.

- grazie. Ma se ti vedono?

- non mi vedranno. E poi chi si aspetta di vedermi nell'auto di tua madre?

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt