39.Briscole e nuovi amici.

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I due entrano in cucina sorridenti, Piero ha in mano una bottiglia di spumante e Gianluca un panettone.

- siamo passati a casa mia a prendere questi - dice Piero poggiando la bottiglia sul tavolo mentre Gianluca mi porge il panettone sorridendo - considerato che è tutto chiuso non avevamo altro da portare.

Ignazio ride -Vorrei dire che non ce n'era bisogno ma avete fatto bene perché a casa non ho niente a parte quello che vedete. -dice indicando le due ciotole sul tavolo.

Piero gli da una gomitata - con Amelia a casa tua sei stato troppo impegnato per fare la spesa, ah?- gli fa l'occhiolino.

Io rido, anche se immagino di essere arrossita perché Gianluca mi guarda e gli da uno scappellotto - ma finiscila maleducato che non sei altro!

Lui ride - e dai, che ho detto di male?

Ignazio rotea gli occhi e mi guarda- ce lo mangiamo sto panettone?

Dopo il pranzo che abbiamo fatto io temevo di dover rotolare e invece loro parlano ancora di mangiare.

Ma tutti sono d'accordo e quindi non esprimo la mia opinione.

Ignazio prende un piatto di portata e io apro lo scatolo. Poi tiro fuori il panettone. é uno ricoperto di cioccolato quindi fortunatamente niente zucchero a velo (che odio).

Lo metto sul piatto e Ignazio mi porge un coltello - vuoi tagliarlo tu?-mi dice.

Io annuisco e taglio tre fette per loro. Ignazio corruga la fronte -solo tre? Non ti va?

Scuoto la testa - non adesso. Tra un po' magari.

- ma non lo aprivamo allora...noi mangiamo e tu niente e lo hai pure tagliato tu... mi sento troppo in colpa.-fa lui con il muso lungo.

Lo guardo interdetta poi scoppio a ridere - ma scherzi? Cosa vuoi che mi sia costato tagliare un panettone? A casa mia lo faccio sempre io.

Guardo gli altri due, anche loro hanno ancora la fetta di panettone integra e mi guardano.

- oh e va bene -dico rassegnandomi e tagliando anche una fetta per me. Sembrano esserne felici e finalmente iniziano a mangiare.
Decidiamo di non stappare la bottiglia e di aspettare stasera per berla insieme alle pizze che ordineremo.
Sono felice che ci siano anche loro.
Sono abituata a passare le feste con la mia numerosa e rumorosa famiglia siciliana. E immagino che per loro che sono qui per lavoro anche durante le feste non sia tanto diverso festeggiare lontano dalle loro famiglie.

Ci mettiamo a giocare a carte con le coppie che avevamo già stabilito, io e Ignazio, Piero e Gianluca.

Io e Ignazio vinciamo tutte e quattro le partite di briscola, tutte e tre le partite di scopa.

Più o meno alle sette di sera Ignazio chiama la pizzeria. Ci guarda e rotea gli occhi -dicono che non consegnano stasera per i troppi ordini.

Piero annuisce - ci vado io a prenderle.

Ignazio allora si rivolge di nuovo al telefono -va bene, veniamo a prenderle noi. Tra quanto sono pronte? Perfetto grazie a tra poco.

Quando attacca dice -dice che tra 30 minuti ce le fa trovare pronte.

Piero si alza -allora vado.

Ignazio lo imita -vengo anche io.

- ma no non preoccuparti. - fa lui.

-e invece si. Stavolta offro io.

L'altro rotea gli occhi- miiii che pesante che sei. Gianluca glielo dici anche tu?

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt