Capitolo 20

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Loki

Alla fine mi ero deciso a dirglielo. Per la verità pensavo la prendesse molto peggio, probabilmente non era riuscita a capire bene la situazione. Andai nella mia stanza, sollevato all'idea di avere ancora le mie ospiti in casa per un po'. Non volevo lasciarle andare via, sopratutto Nadia; aveva un ruolo troppo importante nella mia vita. Ero fiducioso di aver fatto la cosa giusta.

L'indomani scesi in salotto e trovai le ragazze intente a chiacchierare. Fenix mi lanciò un'occhiata per niente promettente.
"Buongiorno raggi di sole. Dormito bene?"
"Magnificamente. E tu cascamorto?"
Lo sguardo inceneritore della rossa non voleva cedere.
"Io..." Cercai di giustificarmi.
"Hey amica mia, lascia perdere. Scusala, non..."
"Non puoi dire cose del genere e sperare di farla franca mio caro!"
Rizzò in piedi tenendo i pugni chiusi. Poco ci mancava che mi prendesse a pizze in faccia.
"Fenix, te l'ho già detto, basta immischiarsi." Le rispose calma Nadia.
"Sei troppo buona." Sibilò tra i denti. "Io vado con Virgo a fare un giro, tornerò tardi." Si diresse verso l'uscita, per poi voltarsi verso di me. "Azzardati a farla stare male e ti sfiguro quel bel faccino che ti ritrovi." Detto questo, sbatté la porta dietro di sé.
Deglutii. Era iniziata bene la giornata.
"Scusala ti prego."
"Non ti preoccupare. Tu piuttosto come stai?"
Mi fece le spallucce. Cominciavo a pensare di aver fatto male a parlarle così apertamente. Perché non capivo mai cosa fare quando c'era lei di mezzo?
"Devi uscire oggi?"
Stava cambiando discorso, tipico quando non voleva affrontarmi.
"Sì, ho delle faccende da sbrigare. Vuoi accompagnarmi?"
Si batté i palmi sulle ginocchia. "Io passo oggi. Voglio stare un po' da sola a riflettere, e a dipingere."
"Okay come preferisci."
Ero molto curioso di vedere le sue opere, ma le teneva per sé in modo quasi maniacale. Anzi, senza il quasi visto che erano gelosamente custodite in un baule chiuso a chiave.
"Stavo pensando tortorella, se quando torno ti porto un regalo mi fai vedere qualche tua creazione?"
Mi guardò con aria sospetta.
"Deve essere qualcosa di fantastico, sappilo."
"Lo so che sei pretenziosa, che cosa credi?"
La vidi sorridere, e di riflesso lo feci anch'io.
"Ci vediamo dopo. Ciao."
"A dopo."

Uscii e rimasi accecato dal sole di quella calda mattinata. Era una fantastica giornata e io l'avrei spesa dietro alla burocrazia della città dello zodiaco che purtroppo non potevo rimandare. Essendo il leader dovevo occuparmene io, con una lauta ricompensa, s'intende. Certe cose sono identiche come su Heartland: ci si fa favori a vicenda in modo da poter essere ripagati e vivere una bella vita.
Mi aspettava una riunione con tutte le figure importanti delle altre città per fare un resoconto dell'ultimo periodo. Insomma, una noia mortale. Ancora mi chiedevo chi avesse preso il mio posto quando ero stato esiliato nel mondo degli umani. Aprii il portale per il luogo dove si teneva l'incontro e ci saltai dentro. Mi ritrovai in una sala con una decina di persone sedute intorno ad un tavolo.
"Leo, finalmente."Mi salutò il direttore. Era un signore basso e decisamente buffo, e io ero talmente interessato a quel tipo di eventi che nemmeno ricordavo il suo nome.
"Scusate il ritardo, sono stato trattenuto."
Mi accomodai, rimanendo incollato alla sedia a sentire fandonie per quattro ore consecutive che, come al solito, non avevano portato a nulla di concreto. Ci congedammo tutti e mi dileguai dalla folla, ancora frastornato dalle troppe parole.
"Leo!"
Mi irrigidii. Ecco, la mia unica possibilità di fuga era stata interrotta. Si parò davanti a me una signorotta imborghesita di mezza età, con i capelli di un biondo platino e una carnagione bluastra che avrei riconosciuto tra mille.
"Oh, che piacere vederla, Cetus!" Era lo spirito stellare della balena, nonché la "governante" del paese di Atlantis. Dovevo tenermela buona, era un pezzo grosso.
"Oh, mio caro giovanotto. Saprai meglio di me che ogni anno organizzo una festa nella mia magione per ringraziare tutti dell'impegno messo al fine di mantenere la pace tra di noi."
"Sì, come potrei dimenticarmene."
"Appunto!" Mi prese sottobraccio sorridendo. "Per questo sono lieta di invitare ancora una volta i dodici dello zodiaco! Sarebbe un vero onore potervi accogliere nella mia dimora."
Feci un mezzo inchino, spostandomi dalla presa. "Ne sono onorato, madame."
"Questi sono gli inviti ufficiali. Come sempre ognuno deve avere un accompagnatore, non importa chi sia, basta che si venga in coppia, visto che si ballerà tutta la sera."
"Certamente. La ringrazio infinitamente dell'opportunità."
"Vorrei ben vedere, sarà un party fa-vo-lo-so! Baci, ci vediamo dopodomani!"
Detto questo andò dagli altri presenti a fare la civettuola e a smerciare inviti. Forse avevo trovato il regalo ideale per Nadia, anche se non l'avevo esattamente cercato. Sospirai. Probabilmente dopo quello che le avevo detto mi avrebbe dato buca. Uscii dall'edificio e mi trovai nel bel mezzo della capitale del nostro mondo, dove la maggior parte degli spiriti vive. Decisi di farmi un giro e di mangiare qualcosa, visto che non avevamo fatto pause durante la conferenza. Mi incamminai, e immerso nei colori di quel luogo caotico il pomeriggio passò più in fretta del previsto. Stavo per tornare a casa quando notai un negozio che mi incuriosì parecchio. Non ci pensai su molto e presi un regalo per la mia tortorella. Ero sicuro di aver fatto centro. Tornato a casa mi trovai Fenix sulla porta che continuava a sostenere quello sguardo ricolmo di odio e frustrazione. Per quanto tempo sarebbe durato?
"Hey, ciao! Dov'è..."
"Di sopra. Cerca di essere carino, altrimenti..."
Non aveva bisogno di concludere la frase, avevo afferrato il concetto. E dire che era così dolce e carina. Salii le scale e bussai delicatamente alla porta.
"Entra."
Sbirciai e intravidi Nadia sulla scrivania con la testa china.
"Beh, ti sei pietrificato?"
"Sei impaziente di rivedermi?" Entrai e mi chiusi la soglia dietro. Lei alzò gli occhi da quello che presumevo fosse un disegno e si voltò verso di me.
"Sono impaziente di vedere il mio FANTASTICO regalo."
Le sorrisi, e ci sedemmo entrambi sul letto. Le diedi un pacchetto quadrato abbastanza pesante.
"Tieni, so che ti piacerà."
Come un cane davanti ad una bistecca la ragazza ci si accanì scartandolo in meno di mezzo secondo. Quando si rese conto di cosa fosse mi guardò con aria incredula.
"No, non puoi averlo preso davvero." Scoppiò a ridere, mentre io la osservavo rapito. Quando faceva così era bellissima.
"Posso indossarlo subito?" Fremeva dalla curiosità.
"Beh, se ci tieni." Schizzò a cambiarsi saltellando per la stanza. Quando tornò da me aveva addosso una fantastica tuta arancione in pile calda e morbida con la coda e le orecchie da gatto.
"È una delle cose più comode e meravigliose che io abbia mai avuto, e non sto scherzando."
Mi mise le mani attorno al collo e mi abbracciò.
"Grazie, è stupendo."
Certo che le bastava veramente poco per cambiare umore. La staccai da me.
"Quindi... Mi farai vedere alcune tue opere?"
Arrossì, annuendo.
"Le ho già selezionate, e comunque ti avverto che non sono un granché."
Estrasse da un cassetto una cartellina e me la porse. La aprii e presi in mano il primo disegno, due ali bianche in mezzo ad un cielo azzurro, fatto interamente con gli acquerelli. Era molto semplice ma estremamente d'impatto. Passai al secondo, era un ritratto di lei e Fenix con il carboncino, e la somiglianza era sbalorditiva, sembrava quasi una foto. Il terzo infine rappresentava la fontana della piazza principale, riprodotta nei minimi dettagli e dalle proporzioni perfette. Chiusi la cartella, voltandomi verso di lei.
"Allora che ne pensi?"
"Beh, le mie opinioni da critico d'arte hanno un prezzo." Dissi con aria superiore. Sapevo di starla facendo innervosire, ma era troppo divertente.
"Dai Loki per piacere. Sei il primo a cui li mostro, e vorrei un parere."
"Se vuoi che io parli devi accettare di farmi da accompagnatrice ad una festa che si terrà dopodomani sera nella città di Atlantis."
Come ero bravo nel metterla alle strette.
"Scusa ma... Che festa?"
Provai a spiegarle brevemente quello che era successo.
"Non ho molta voglia di venire con te, ma se è la mia unica possibilità per farmi dare un feedback allora sarò costretta ad accettare."
"Brava ragazza." Le risposi mettendole una mano sotto al mento.
"Allora... L'unica cosa che ti posso dire su questi disegni è che fai male a tenerteli per te, perché sono bellissimi. Hai del talento, il secondo sembra quasi una foto!"
Mi sorrise. "Grazie."
"Di nulla. Ora vado."
Senza dire altro me ne andai.


LeoncinoWhere stories live. Discover now