Capitolo 5

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Loki

Mi rannicchiai sotto le coperte sapendo già che avrei faticato ad addormentarmi. Che razza di carattere ingestibile che aveva. Certo, io avrei anche potuto evitare, ma era solo per punzecchiarla un po', nulla di più. Giurai di starci più attento le volte dopo.
Cercai di prendere sonno e dopo un tempo interminabile mi resi conto che provarci mi avrebbe solamente infastidito maggiormente. Mi voltai e vidi con sorpresa che la ragazza stava dormendo girata verso di me. Aveva le guance umide e un espressione triste in volto. Notai che si era tolta le coperte e la luce della luna la illuminava facendola quasi brillare. Rimasi a guardarla per qualche minuto; la sua sottoveste era interamente fatta di pizzo bianco, lunga fino a metà coscia, ed era molto scollata. Da essa facevano capolino le gambe lunghe e delicate che facevano risaltare la sua figura sinuosa. Non aveva molto seno, ma stava bene così, dovevo ammettere che era proprio carina.
In quel momento mi sembrò fuori luogo la vena da casanova che avevo usato poco prima. E come non poteva non esserlo con quella sua espressione indifesa e pura sul volto mentre dormiva? Sorrisi appena. Non è che mi stavo innamorando di lei? No, non poteva essere. E poi con il carattere che si ritrovava? Ma che ero impazzito? Io avevo sempre amato Lucy, nonostante le avance alle altre, e questo non sarebbe mai cambiato.
Intanto fissavo la mia compagna rannicchiata su sé stessa con le ginocchia che le sfioravano il petto, e le mani sotto al cuscino. Non poteva prendere una posizione più piccola di quella; sembrava quasi volesse rimpicciolirsi fino a sparire. Sapevo che era ancora tormentata dal suo passato, e che probabilmente aveva già pensato di voler dissolversi più volte; così come l'avevo fatto io. In fondo il suo caratteraccio non era tutta colpa sua. Le tirai su le coperte, gliele rimboccai e cominciai ad accarezzarle i capelli e il viso. Non era amore ciò che provavo, però nonostante tutto le volevo già molto bene. Dovevo riuscire a farle dimenticare le cose orribili che aveva subito, lo dovevo a Lucy.
“Ti aiuterò, te lo prometto.” Sussurrai appena, mentre le toglievo le lacrime dal viso.


Nadia

Quella mattina mi svegliai presto come al solito, e quando aprii gli occhi mi ritrovai davanti Loki che dormiva con le sue mani nelle mie. Strano perché avevo il vizio di tenerle sotto il cuscino di notte. Cercai di non pensare a quanto fosse un gesto carino e di quanto LUI fosse carino, e lentamente sgusciai fuori dal letto. Mi tolsi il pigiama, sbadigliai e con le mani e le braccia iniziai a stirarmi come un gatto dopo un sonno di sedici ore. Ero stanca ancora prima di partire, ottimo.
“Buongiorno tortorella.”
A quelle parole feci un salto di due metri dallo spavento. Non mi aspettavo si svegliasse così presto, e io ero troppo concentrata a non svenire di sonno per accorgermene. Mi voltai verso di lui che, come suo solito, mi stava fissando.
“Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Me ne sono accorto, quasi non cadevi per terra. Dovresti smetterla di stare sempre sulla difensiva.”
E lui doveva smetterla di essere irritante già di prima mattina. Sospirai, e ritornai a vestirmi. Aspetta... Ero solo in intimo, e lui mi continuava a guardare. Iniziava bene la giornata.
“E voltati! Non vedi che mi sto cambiando?” Gli tirai il cuscino in piena faccia.
“Devi smetterla anche di essere così suscettibile.” Con la coda dell'occhio lo vidi togliersi il guanciale di dosso e massaggiarsi il naso.
“Ti vergogni di come sei? Guarda che non dovresti farti tutti questi problemi. Sei bella così, non hai niente da dover nascondere.”
Mi sentivo come colpita da una freccia in pieno petto. Certo, non è carino che un ragazzo veda una ragazza appena conosciuta mentre si cambia, ma era anche vero che io ero piena di insicurezze da quel punto di vista. Non me le ero create io, però erano diventate una parte di me che non riuscivo proprio a sradicare nonostante gli sforzi. Era stato tanto gentile a dirmi quelle parole, anche se erano solo per farmi rilassare un po', o almeno così avevo capito. Quando si trattava di lui la mia magia faceva le bizze vista la mia poca concentrazione.
Non risposi, e mi vestii in fretta. Stavo uscendo dalla tenda quando avvertii una stretta al polso.
“Ascolta, io non sono un tipo che si scusa così spesso come sto facendo in questi giorni, però ieri sera ho esagerato. Mi dispiace.”
Non mi voltai nemmeno, sapevo che sarebbe stato uno sgarro verso la mia promessa; già il suo comportamento non aiutava a farmi passare l'infatuazione, se poi prendevo pure iniziative...
“Tranquillo Loki, è tutto passato, non ti preoccupare. Adesso vado a preparare la colazione.”
La presa dopo la mia risposta non si sciolse, e io iniziai a imprecare mentalmente.
“Io... io non riesco a capirti. Lo so che non sono ottuso, ma che sei tu che non vuoi essere capita. Perché ti comporti così?”
Silenzio. Sentivo le lacrime scendere, e non riuscivo a fermarle. La mia infallibile barriera si stava sgretolando, e io non potevo fare nulla per impedirlo.
“Ti prego, lasciami andare. Non ne voglio parlare.”
Mi facevo una pena, a stenti controllavo i singhiozzi.
Avvertii le sue braccia circondarmi la vita, e il calore del suo corpo su di me. Le lacrime scendevano copiose e avevo dei leggeri tremori alle gambe. Non riuscivo più a controllarmi, come se dentro di me fosse crollata la diga che teneva a bada tutte le mie emozioni, trasformandosi in un fiume in piena.
“Voglio solo aiutarti, dammene la possibilità.”
“Ho detto di lasciarmi andare.”
“Non ci penso nemmeno, ti sei vista in che stato sei? Cos'è che ti turba? Di me ti puoi fidare, ne hai avuto prova.”
Non ce la facevo a gestire la situazione, avevo la testa pesante e una forte nausea, sarei crollata a terra di lì a poco.
Leo, per favore.”
Finalmente fui liberata da quella presa che mi stava facendo mancare l'aria.
“Grazie. Ora, con permesso, vado a preparare la colazione.”


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