Capitolo 9

78 4 0
                                    

Loki

Mi addentrai nella foresta per allenarmi, avevo bisogno di sfogarmi dopo le cose successe.
Arrivai in una radura e iniziai a sferrare colpi agli alberi, cercando di essere sempre più veloce e preciso. L'aria fresca mi condensava il respiro, e la lieve pioggia che stava cadendo sembrava liberarmi dai dispiaceri. Vagai col pensiero tra i miei ricordi più preziosi, che in quel momento mi bruciavano dentro. Vedevo chiaramente il volto sollevato di Lucy quella volta quando aveva convinto il re degli spiriti stellari a farmi ritornare nel mio mondo e sentivo le sue parole rimbombarmi in testa: Se non posso nemmeno salvare un amico, a cosa mi serve la magia?

Un amico. Lei mi aveva sempre reputato così, e io ero stato uno stupido a non lasciar perdere prima che diventasse tanto importante il mio amore per lei. Sapevo cosa provava per Natsu, si leggeva chiaramente nei suoi sguardi, ma avevo continuato a negare a me stesso l'evidenza. Che stupido, avevo basato la mia stessa ragione di vita su un sentimento che non era mai stato corrisposto.
Mi fermai un attimo col fiatone in mezzo alle decine di tronchi che avevo abbattuto. Le mie lacrime si confondevano con la pioggia, e mi risuonava nel cervello una sola domanda: che cosa avrei fatto?
Continuai a sfogarmi non riuscendo a darmi una risposta. Ritornai abbattuto all'accampamento, e trovai Nadia che dormiva profondamente. Mi levai la pioggia dai capelli e dal corpo per poi provare a riposare un po'.
Venni svegliato da una soffice carezza sulla mia spalla.
“Loki, svegliati.”
Aprii gli occhi, e mi ritrovai davanti la mia compagna.
“Ho riacquistato tutte le forze, iniziamo a muoverci.”
Mi tirai su col busto, ancora assonnato.
“Tortorella non è tardi per metterci in cammino?”
“Abbiamo perso fin troppo tempo. Forza, se siamo fortunati stanotte ci accamperemo nel quarto territorio.”
La determinazione proprio non le mancava.
“E va bene.”
Ci preparammo in fretta e ci mettemmo in marcia.
“Stai ancora usando il tuo potere per capire la direzione da prendere?”
“Sì, solo che adesso sono riuscita a escogitare un modo per captare i portali, quindi ora siamo sicuri al 100% che finiremo proprio dove vogliamo.”
“E quando avresti imparato?”
La vidi voltarsi e sorridermi; aveva sempre un'espressione così dolce quando parlava.
“In realtà non lo so, però già che ne sono capace è meglio approfittarne.”
Come faceva a non sapere come aveva imparato una nuova tecnica? Era così naturale per lei apprendere da non accorgersene?
Dopo qualche ora di cammino sotto la pioggia battente arrivammo davanti ad un dirupo altissimo; dall'altra parte una lingua di terra che a malapena si intravedeva a vista.
“Non è molto invitante.”
“Sono d'accordo, ma ciò che cerchiamo si trova proprio là, quindi dobbiamo oltrepassarlo. Penso sia la prova da superare del terzo territorio.”
Detto ciò la vidi stirarsi e allargare le ali.
“Vuoi un passaggio?”
“Sai volare?”
Girò gli occhi all'indietro.
“Secondo te ce le ho per bellezza? Dai andiamo.”
Mi prese sotto le braccia per poi spiccare il volo. Anche se mi fidavo di lei non mi sentivo troppo al sicuro, l''altezza non mi piaceva proprio.
Appena fatti i primi cento metri una grande parete murata ci comparve all'improvviso davanti, facendoci frenare bruscamente e perdere quota. Atterrammo malamente sopra una zolla di terra sopraelevata, mentre un po' ovunque stavano apparendo pezzi di terra galleggianti.
“Che sfortuna, le mie ali non funzionano più, probabilmente non sono ammesse nella sfida.”
“Non ti preoccupare. Guarda, sembrerebbe che si sia creato come un percorso.”
Davanti a noi c'era un lunghissimo corridoio, che dava l'idea di sgretolarsi solo a guardarlo. Saltai sulla pedana successiva che non riuscì a reggere il mio peso.
“Loki!”
Stavo precipitando rovinosamente finché una salda presa mi afferrò la mano destra, portandomi al sicuro.
“La prossima volta che fai una cosa così avventata ti lascio cadere come un salame! Stiamo affrontando un addestramento, credi che non ci siano trappole e tranelli ovunque?”
“Volevo provare la tua prontezza di riflessi, tutto qua.” Le dissi in modo beffardo.
“Certo, come no. Ascolta non so come ma riesco a distinguere le trappole e le zone sicure perché le vedo di un colore diverso. Penso sia meglio che faccia io strada.”
Annuii con la testa. E anche questa volta la prova l'avremmo passata solo grazie al suo potere e non al mio. Era davvero frustrante.
Avanzammo insieme e a malapena riuscivo a starle dietro; aveva una agilità e una leggerezza nei movimenti che non mi aspettavo.
“Sono lo spirito della colomba, quindi le prove di agilità non sono mai state un problema per me, come per te quelle di forza. Non sentirti incapace, è una cosa stupida.”
“Non sbirciare nei miei pensieri!”
“E tu concentrati!”

LeoncinoWhere stories live. Discover now