Capitolo 13

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Loki

Cercammo in lungo e in largo per tutta la mattinata, senza cavare ragno dal buco.
“Che stress, non ci riusciremo mai così! Pensavo che ormai la parte difficile fosse passata!”
Le misi una mano sulla spalla.
“Tranquilla tortorella, in un modo o nell'altro ce la faremo.”
“Hey, che ne dite di una pausa?” Chiese Fenix girandosi verso di noi. “Potremmo andare sulla nuvola Silver. Era la tua preferita da piccola no?”
“Cos'ha di così particolare?” Chiesi curioso.
“A parte il fatto che è appena fuori città e che gode una vista favolosa, il suo particolare colore tendente all'argento crea dei giochi di luce bellissimi in cielo. Comunque io ci sto, la voglio rivedere.”
“Okey, andiamo!” Trillò la rossa.
Venni trasportato in volo fino a destinazione. Appena atterrati non potevo credere ai miei occhi, era spettacolare.
“Fenomenale.” Rimasi a bocca aperta ammirando i riflessi che si creavano tutto intorno. Ci sdraiammo uno vicino all'altro a guardare il cielo e a riposarci.
Mi stavo godendo la pausa quando udii come un sibilo provenire da lontano. Mi girai verso Nadia, e capendoci al volo ci alzammo in piedi di scatto portando via di peso Fenix prima che venissimo colpiti da un dardo di luce nera.
“Chi va là? Fatti vedere!”
“Oh, ma che bel quadretto, quasi mi commuovo.”
Quella voce. Mi era rimasta impressa nella mente dallo scontro con gli omini di ghiaccio. Iniziò a salirmi una tale rabbia in corpo che facevo fatica a controllare.
Si presentò davanti a noi un ragazzo con delle grandi ali nere, capelli bianchi tendenti all'argento e occhi azzurro ghiaccio. La sua bocca era coperta da una bandana.
“Per il nuovo arrivato mi presento: sono Corvus, spirito stellare del corvo, e sono qui per riprendermi quello che è mio.”
Lanciò a Nadia la stessa occhiata di quella di un lupo affamato verso la sua preda, e non mi piacque per niente.
“Non ti appartiene proprio niente qui, sparisci!” Dissi quasi ringhiando.
“Oh, tu non hai proprio capito come stanno le cose, nevvero?”
Stavo per saltargli addosso quando un braccio mi si parò davanti fermandomi.
“Ricordi? È la mia battaglia. Ti concedo di intervenire solo quando te lo dirò io.”
La guardai in viso e notai che era estremamente seria. Mi bloccai indietreggiando appena.
“Fai attenzione.”
La vidi annuire e avanzare verso il nemico.

“Da quanto tempo eh?”
“Oh, vedo che hai deciso di tua spontanea volontà di venire da me, scelta molto saggia bambolina.”
Un brivido mi scese lungo la schiena. Ecco a cosa era dovuta la sua reazione quella volta. Che stupido che ero stato a non capirlo.
“Sappi che non la passerai liscia.”
“Abbiamo pure acquistato del fegato in questi due anni? Devo ammettere che sei diventata ancora più carina. Ti sei pure fatta crescere i capelli, cos'è un segno di ribellione al tuo padrone?”
“Io non ti appartengo. E adesso te lo dimostrerò.”
La ragazza iniziò a fluttuare a mezz'aria, come succedeva quando sprigionava molto potere magico. Tirò la testa all'indietro avvolta da una luce bianca che attimo dopo attimo diventava sempre più forte.
“Non ti permetterò più di compiere cattiverie! Magia sacra, giudizio universale!”
Un lampo colpì in pieno il nemico facendolo urlare di dolore.
“Cosa mi sta succedendo? Perché sento tutto questo calore dentro di me?”
C'era Nadia che lo guardava con il fiatone. A stento stava in piedi dalla fatica.
“Che dolore lancinante, non ce la faccio più!”
Corvus abbassò la testa tenendosela tra le mani. Rimase immobile e zitto per qualche minuto, dopodiché risollevò il capo. Lanciò un occhiata a Nadia e scoppiò in una fragorosa risata.
“Ma veramente ci siete cascati? Ridicoli! No veramente mi farete venire mal di pancia dalle risate.”
La mia compagna si lasciò cadere in ginocchio.
Bambolina, sono consapevole della tua magia, pensi che non sia corso ai ripari?”
Ci mostrò l'indice sinistro. “Questa è una maledizione contro il tuo incantesimo, per questo ne sono immune. E vuoi sapere un'altra cosa? L'incendio che ha ucciso la mia famiglia l'ho appiccato io stesso. Erano deboli e smidollati, non avevo bisogno di loro.”
La vedevo stringere i pugni dalla rabbia mentre ricacciava indietro le lacrime.
“Nadia!” Le urlai andandole incontro.
“Non fare un altro passo Leo, è la mia battaglia, stanne fuori!”
Fenix mi prese per un braccio, frenando la mia corsa.
“Fa come dice, mi fido di lei.”
Quanto era frustrante non poter fare niente!
Nadia eh? È così che ti fai chiamare? Pensavi che cambiando nome non ti avrei trovata?”
“Ho scelto questo nome perché significa speranza, quella che non smetterò mai di avere finché avrò fiato in gola! Mi riprenderò la mia libertà, ci puoi giurare!”

LeoncinoWhere stories live. Discover now