Capitolo 14

55 5 0
                                    

Nadia

Ero confusa. Tutto quello che avevo progettato e la mia unica speranza di salvezza si erano dissolti nel nulla, come se non fossero mai esistiti. Non mi ero liberata della maledizione, quindi non ero libera di amare chi volevo. Perché avrei dovuto farmi del male e andare a vivere da Loki rafforzando ancora di più i miei sentimenti e provocandomi dolore inutile? Era anche vero che non c'era altro modo di levarsi quello schifo dalla pelle, quindi permanente o meno non avrebbe fatto molta differenza. Però se un giorno fossi riuscita a trovare un modo per farlo sparire?
Detto questo i miei sentimenti per Loki erano cresciuti a dismisura. Quante volte gli dovevo ripetere di smetterla di fare il carino con me?

"Tutto bene?"

Appunto.

"Sì... Stavo pensando dove potremmo passare la notte. Ho bisogno di riposare."
"Non me la racconti giusta." Disse scrutandomi da capo a piede. Quello sguardo proprio non lo sopportavo.
"Se volete vi ospito io! Dai, non sei curiosa di vedere come ho sistemato la nostra vecchia baracca?"
Sorrisi. "Va bene Fenix, accetto volentieri."
Ci incamminammo. La casa era appena fuori dal paese, in un grazioso quartiere residenziale calmo e tranquillo. Arrivati davanti alla dimora mi commossi, era ancora come la ricordavo. Il vialetto tenuto a regola d'arte, le pareti rosso ciliegia e le tendine delle finestre rosa antico.
"Bellissima come sempre." Sussurrai appena.
Entrammo, e mi accorsi che non era cambiato nulla.
"È tutto esattamente come due anni fa."
"L'ho tenuta identica aspettando che tornassi, non sai quanto sono felice di averti qui."
La casa era piccolina su due piani, sotto la sala con la cucina e un piccolo bagno, e sopra le due camere da letto. Feci fare un piccolo giro della struttura a Loki, poi io e Fenix ci mettemmo a preparare la cena.
"Era da tanto che non cucinavamo insieme."
"Mi sei mancata, amica mia."
Cenammo tranquillamente, anche se non riuscivo a togliermi dalla testa tutte le domande che mi stavano facendo impazzire. Che cosa dovevo fare?
"Bene, io vado a letto. Buona notte." Fenix con ancora l'ultimo boccone in bocca si alzò dal tavolo e in men che non si dica si chiuse in camera sua lasciandoci soli. Era troppo presto per mettersi a dormire, doveva averlo fatto apposta. Repentinamente scattai in piedi e andai al lavandino con il pretesto di dover lavare i piatti.
"Che c'è sei in imbarazzo a stare da sola con me? Da quando?"
Arrossii appena.
"No, non è così. Solo che la mia testa sembra voglia esplodere, e non voglio sovraccaricarla. Sono molto confusa."
Si avvicinò, affacciandosi alla piccola finestra vicino alla mia postazione.
"Riguardo al mio invito?"
"Non solo. Comunque non ti ho ancora ringraziato per aver preso le mie difese. Senza il tuo intervento non so come sarebbe potuta finire."
"Io... Quando ti ho vista piangere non ce l'ho più fatta a trattenermi. Ancora adesso se ci penso mi sale una rabbia."
Aveva un'espressione così seria in volto. Senza pensarci troppo gli cinsi la vita, appoggiando la testa sulla sua schiena.
"Grazie." gli sussurrai all'orecchio.
Si voltò appena, sorridendomi. Emanava un calore veramente piacevole, e il suo profumo aveva lo stesso effetto di uno psicofarmaco su di me.
"Io... Non ti voglio dare false speranze, però forse ho trovato un modo per liberarti dalla maledizione. Per vederci chiaro dovrò assentarmi dal mondo degli spiriti stellari per un po', non so per quanto esattamente. Per questo voglio che tu venga con me nella città dello zodiaco, così sarai comunque al sicuro anche senza di me."
Rimasi scioccata. Sciolsi la presa e mi accostai a lui. "Perché non me lo hai detto subito?"
"Perché non sono sicuro che funzionerà, e non ti volevo illudere. Però ho dovuto parlartene perché altrimenti conoscendoti avresti fatto di testa tua e non mi avresti seguito."
Sospirai. "E avevi ragione. Sai... C'è un motivo ben preciso del perché non voglio venire con te."
"Ti ho già detto che non dai fastidio."
"Non è quello... Cioè anche ma... Io in questo momento ho paura a starti vicino."
Mi guardò con aria confusa.
"Ti ho già giurato che non avrò mai più comportamenti simili a quelli durante l'addestramento, quindi non devi preoccuparti. Il bacio di stamattina è stato... Non lo so, ma non ricapiterà, promesso."
Ritornai a sistemare la cucina.
"Non ho paura di te, ma di me. Standoti vicino non so se riuscirò a non rendere la mia maledizione permanente. Ed è tutta colpa tua! Dei tuoi atteggiamenti, dei tuoi sorrisi, dei tuoi occhi, del tuo profumo! Perché non la smetti un po'?"

LeoncinoWhere stories live. Discover now