Capitolo 8

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Nadia

Mi svegliai di soprassalto, avevo fatto un altro incubo, che novità. Era tutto buio, per quanto avevo dormito? Cercai di capire che ore fossero, ma mi risultava impossibile. Mi accorsi del silenzio sovrumano che regnava, così rilassante e perfetto. Chiusi gli occhi e mi concentrai sull'aria che entrava e usciva dai miei polmoni. Dopo qualche secondo venni distratta dal lieve rumore del respiro di Loki, che stava ancora dormendo vicino a me. Sgusciai fuori dal letto e andai a sedermi sulla riva del lago. L'aria fresca che mi spostava leggermente i capelli, e la luna ormai stava lasciando il posto al sole, lottando tra le nuvole. Avevo una gran voglia di farmi il bagno nell'acqua cristallina del lago.
Senza pensarci due volte mi tolsi il pigiama e toccai col piede la superficie quasi ghiacciata. Mi accorsi di avere ancora addosso le mie due cavigliere e i braccialetti abbinati. Avrei dovuto toglierli? Non lo facevo mai, ma rischiavo di farli arrugginire. Li avevo fatti fare su misura per me, placcati in oro e che coprissero più pelle possibile. I ricami incisi erano opera mia, ed ero molto soddisfatta del risultato.
Li levai mostrando la mia cute marchiata e mi tuffai tutta in una volta. Che magnifica sensazione, la mia pelle sembrava congelata e il mio corpo più leggero, era come mettere del carbone ardente nel ghiaccio vivo. Restai in ammollo per qualche minuto, a pensare. Quando ebbi veramente troppo freddo uscii, mi asciugai e mi rivestii, ero rinata. Mi sedetti con i miei gioielli in mano guardandomi i polsi: e anche oggi le scritte nere non erano scomparse. Cercai di non piangere per la rabbia, e di riflesso iniziai a sfogarmi ad alta voce senza accorgermene.
“Tutta questa frustrazione mi sta uccidendo! Tutte le emozioni che sto provando in questi giorni mi stanno uccidendo! Perché deve essere così difficile?”
Tirai con tutta la mia forza alcuni sassi nel lago, mentre il sole stava sorgendo all'orizzonte.
“Dimenticare il mio passato? Con queste oscenità sulla pelle? Non sa niente di me, perché si deve mettere a volermi cambiare la vita? Non è possibile farlo.”
Mi stavo quasi slogando un braccio per quanto violentemente scagliavo quelle pietre.
“Mi sta solo rendendo le cose più difficili, e non se ne rende nemmeno conto.”
Portai le ginocchia al petto e le abbracciai. Non ce la facevo più a resistere e mi misi a piangere stringendomi fino ad occupare il minor spazio possibile.
Cercai di calmarmi, e quando finalmente ci riuscii mi beai della tranquillità del posto, ascoltando la gentilezza dei rumori della natura. Aveva sempre avuto un effetto magico su di me il soffio del vento, il frusciare degli alberi, il canto dei grilli... Mentre me ne deliziavo avvertii uno scricchiolio dietro di me. Qualcuno si stava avvicinando, e sapevo benissimo chi fosse. In fretta e furia rimisi i gioielli, ma non feci in tempo a metterli tutti perché una mano mi bloccò l'unico polso ancora senza protezione.

“E questa roba che cavolo è?”

“Buongiorno anche a te Leo, dormito bene?”
“Non cambiare discorso!”
Aveva gli occhi infuocati, non l'avevo mai visto così infuriato.
“Calmati non ti agitare, non è nulla.”
“Non è nulla? NON È NULLA? Hai una cosa che sembrerebbe una maledizione sul polso e tu mi dici che non è nulla? Mi sono stancato delle tue mezze verità, adesso o mi racconti per filo e per segno tutto quanto oppure puoi pure dire addio al tuo compagno di addestramento!”
Aveva alzato la voce, e mi stava stringendo il braccio un po' troppo forte.
“Mi stai facendo male, lasciami.”
Lo vidi riacquistare un minimo di lucidità e attenuò la presa, ma senza lasciarmi libera. La sua faccia era delusa e arrabbiata allo stesso tempo.
“Che cosa devo fare ancora per conquistare la tua fiducia? Perché sei così schiva? Perché non mi parli chiaramente?”

E aveva ragione, su tutto.

“Mi dispiace. Le mie intenzioni fin dal principio erano di lasciarti all'oscuro di tutta la faccenda, ma poi per colpa dell'ultimo scontro ci sei finito dentro; perciò ho cercato di limitare i danni dicendoti le cose col contagocce, sperando che sarebbe bastato, e invece ti sto solo facendo soffrire di più. Adesso ti racconterò tutto, senza omettere nulla.”
Lo vidi sedersi vicino a me, mollando la presa.
“Ti ascolto.”

LeoncinoΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα