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L'indomani arrivo presto.

La tensione di Cameron era palpabile a chilometri di distanza.

Da quando si era svegliato non si era fermato nemmeno un secondo.

Ho provato a dirgli di stare calmo, ma l'unico risultato che ho avuto è stata una bella sbraitata in faccia.

Sospirai per la millesima volta in quella giornata.

Non sapevo che fare o che dire per farlo stare meglio.

Continuava ad andare avanti indietro dal salotto alla cucina come se fosse stato impossessato dal demonio in persona.

"Non ce la farò mai Nicole" disse mangiucchiandosi l'indice della mano destra.

"Si che ce la farai" dissi io incoraggiandolo.

"No. No che non ce la faccio" ripetette per l'ennesima volta.

"E se non vado? Potresti dire a mio padre che l'ho fatto" disse cam speranzoso

"Non pensarci neanche per sogno. Non direi mai una bugia a tuo padre" dissi incrociando le braccia al petto.

Mi guardò accigliato e indicò se stesso e poi me.

"Vabbè ma quello è  un altro paio di maniche" dissi facendo le spallucce.

"Ho paura Nicole." Disse fermandosi di botto.

Era così volubile.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.

"Andrà tutto bene. Fidati di me. Non ti lascerò solo nemmeno per un secondo" gli sussurrai all'orecchio.

"Promesso?" Domandò lui, e in quel momento mi sembrò proprio un bambino bisognoso di affetto e attenzioni.

Gli schioccai un bacio sulle labbra e lui finalmente accennò un sorriso.

"Promesso"

Quando arrivammo al cimitero Cam mi strinse la mano così forte che temetti si potesse spezzare da un momento all'altro.

Quando arrivammo avanti alla tomba della madre si levò un forte vento.

Cameron mi guardò preoccupato ed io gli sorrisi.

"Immagino che ora dovrei dire qualcosa" disse dondolandosi sui talloni.

"Bene, allora..." si grattò la nuca con la mano che aveva libera.

"Iniziamo con le presentazioni: Nicole lei è mia madre, mamma..." fece un lungo sospiro. "Mamma lei è Nicole, la mia ragazza" disse.

Accennai un saluto verso la tomba.

Ci fu qualche secondo di silenzio e poi Cameron cominciò a parlare di nuovo.

"Oggi è il tuo compleanno... e volevo farti i miei auguri" disse cam evidentemente a disagio.

"So che non sono venuto spesso in questo ultimo periodo.."

Si bloccò di nuovo.

"Sai come mi sento e se non lo sai lo puoi immaginare. Sai come stanno le cose e sai che mi dispiace non essere mai venuto a trovarti. Ci ho provato un sacco di volte ma ogni volta prima di varcare la soglia del cancello, mi veniva un attacco di panico."

"Mi manchi mamma, mi manchi ogni giorno sempre di più" disse lasciandosi cadere a terra.

"Non è vero. Non è vero che il tempo allevia il dolore, lo aumenta soltanto"

Appoggiò una mano sulla foto della madre.

"Mi dispiace così tanto."

"Non sono mai stato il figlio che perfetto che volevi, ho sempre combinato guai e non ti ho mai trattato nel modo giusto" disse con voce rotta.

"Se solo... se solo potessi tornare indietro ti giuro mamma, cambierebbero un sacco di cose" disse in lacrime.

"Mi dispiace così tanto" disse in un sussurro.

Avevo letteralmente il viso pieno di lacrime.

Una nuova folata di vento si innalzò e il freddo di quest'ultimo mi fece venire la pelle d'oca.

Cadde un silenzio assordante.

Nessuno disse niente per almeno 5 minuti.

Vidi Cameron alzarsi lentamente da terra e mi affiancai a lui per fargli capire che c'ero, che ero lì per lui.

Mi guardò con uno sguardo affranto e distrutto.

E in quel momento mi sentii come se qualcuno mi avesse dato un pugno allo stomaco.

Accennò un sorriso e io lo abbracciai scoppiando a piangere come una bambina tra le sue braccia.

Mi strinse forte, fortissimo ma era tutto ciò di cui avevamo bisogno in quel momento.

Mi accarezzò il volto con una mano asciugandomi le lacrime.

"Grazie di essere venuta" disse sorridendo. "Senza te non ce l'avrei fatta" continuò.

Sorrisi.

"E ti prometto Nicole, ti prometto qui dinanzi a mia madre che un giorno, ti sposerò" disse facendomi sbattere il cuore a mille.

"Non mi importa quanto dovremmo aspettare, non mi importa di quanto difficile sarà, ma succederà" disse.

Piansi come non mai in tutta la mia vita.

Ero così felice in quel momento e avrei voluto urlare dalla gioia.

Lo abbracciai e lo baciai con tanta di quella passione che mi sentii il cuore scoppiare nella gabbia toracica.

"Ti amo" dissi guardandolo dritto negli occhi.

"Ti amo" disse sorridendo.

Ancora Tu? ||Cameron Dallas||Where stories live. Discover now